venerdì 4 agosto 2023
Sporcarsi le mani di vernice e lasciare impressa la propria impronta su un telo (16 metri) con la scritta “No alla tratta”: quest'opera di street art in dono al Papa
Street art alla Gmg, i giovani: vogliamo essere ambasciatori contro la tratta

Sporcarsi le mani di vernice e lasciare impressa la propria impronta su un telo (16 metri) con la scritta “no alla tratta”.

Questa singolare opera di street art che verrà regalata a papa Francesco per fargli arrivare un gesto forte, compiuto da centinaia di giovani di tutto il mondo, apre alla speranza. Da giorni è lunga la fila allo stand di Talitha Kum, la rete internazionale di suore impegnate contro lo sfruttamento di esseri umani. E sono tutti ragazzi sotto i 30 anni.
Aperto alla “Città della gioia”, a Belem, lo stand vede la presenza di alcune consacrate che offrono informazioni su come i più derelitti vengano costretti a vivere e lavorare in condizioni di sfruttamento e abuso, Ed è un vero successo. Giovani da ogni continente che sono lì per informarsi e capire (“come facciamo per aiutare?”).

“Una bella esperienza averli incontrati – racconta Emy, laica ventisettenne dal Regno Unito -. Questa Gmg è la prosecuzione ideale della Giornata internazionale di preghiera e sensibilizzazione contro la tratta che Talitha Kum ha coordinato nel 2022. E’ molto importante che i ragazzi capiscano che questa piaga è un fenomeno globale”.oinvolgerli significa poter contare su un ampio numero di “Giovani ambasciatori” che sono molto credibili quando si tratta di sensibilizzare i coetanei a impegnarsi per la legalità.

“I trafficanti operano in situazioni di vulnerabilità - interviene suor Abby Avelino, coordinatrice internazionale presente allo stand -. E soprattutto l’anno scorso i più poveri tra i poveri hanno risentito dell’impatto della pandemia, delle guerre in corso in molti Paesi e dei disastri provocati dalla crisi climatica”.

Queste persone facilmente restano intrappolate: nel 2022 sono state oltre 34mila le vittime di tratta che la Rete ha aiutato a denunciare, trovare una tutela legale, imparare un mestiere, risollevarsi e iniziare una nuova vita.


“Nel nome della Rete Talitha Kum (Fanciulla, io ti dico alzati!) c’è già il senso della nostra missione – aggiunge suor Mayra -.E’ infatti quello che Gesù disse alla figlia di Giairo, una ragazza di 12 anni che sembrava morta. Quando Gesù le prese la mano, però, lei si alzò. Noi siamo donne consacrate che hanno scelto di mettersi in gioco e accompagnare altre donne a rialzarsi”. In un processo di liberazione che nessun trafficante potrà fermare.

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