giovedì 24 giugno 2021
Il 24 giugno del 1981 tre ragazze di un villaggio dell’allora Jugoslavia dissero di aver visto la Madonna. Iniziò un «caso» ancora irrisolto. Ma sono cresciuti pellegrinaggi e conversioni
Un gruppo di pellegrini si tiene per mano sul Krizevac, il monte della Croce, a Medjugorje

Un gruppo di pellegrini si tiene per mano sul Krizevac, il monte della Croce, a Medjugorje - Ansa

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«I luoghi mariani mi sono sempre molto piaciuti, questo senso di madre infinitamente buona mi aveva sempre molto attratto. Dieci anni dopo il primo giro a Lourdes mi sono trovato ad andare a Medjugorje ed è stato una specie di shock. Tre giorni a Medjugorje, dove avrei dovuto rimanere un giorno solo e fare un giro da turista, mi hanno colpito enormemente. Mi hanno colpito quasi fisicamente».

Sono parole di Matteo Marzotto, noto imprenditore e manager, prese da una lunga e toccante intervista trasmessa sabato scorso su Rai Premium, una puntata della serie Dio Mio. Discendente della storica famiglia di industriali tessili vicentini, Marzotto ha ripercorso la sua vita e gli avvenimenti che lo hanno portato alla fede. Tra questi, appunto, l’esperienza vissuta nella località dell’Erzegovina. Un altro personaggio noto, anzi in questi giorni al centro dell’attenzione popolare come pochi, il ct della nazionale di calcio Roberto Mancini, ha detto nei mesi scorsi di sentirsi particolarmente legato a Medjugorje: «Ci credo, sono andato diverse volte, ho parlato con Vicka, con gli altri veggenti…».


La testimonianza dell’imprenditore Matteo Marzotto, che si è aperto alla fede anche grazie all’incontro con la «Gospa», come molti altri in questi quattro decenni: «Andai là come un semplice turista, ma fu uno shock»

Le voci e le testimonianze del popolo devoto della Gospa – la Signora o Madonna in serbo-croato – sono forse il contorno migliore all’anniversario che cade oggi, i 40 anni dall’inizio del fenomeno Medjugorje. Era infatti il 24 giugno 1981, le 4 di pomeriggio, quando nel paesino sperduto dell’allora Jugoslavia due ragazze di 15 e 16 anni, Ivanka Ivankovic e Mirjana Dragicevic, mentre passeggiavano ai piedi di una collina sassosa chiamata Podbrdo, videro una figura femminile su una piccola nube. Così raccontarono tornate in paese. Verso le 18.30 si recarono di nuovo presso la collina accompagnate da Vicka Ivankovic, cugina di Ivanka. Le tre ragazze dissero di aver visto di nuovo la figura misteriosa stavolta con un bambino in braccio, identificandola subito con la Vergine.

A partire da quegli eventi e da quei racconti si è dipanata una storia che ha lasciato un segno nella vita della Chiesa raggiungendo in modi diversi milioni di persone – basti pensare all’impatto che ha avuto il network internazionale di Radio Maria – che ha suscitato adesioni e conversioni, assieme a scetticismi e opposizioni.

Furono vere apparizioni? Com’è noto dalla Santa Sede non è ancora arrivato un giudizio dirimente. Le conclusioni della “Commissione Ruini”, voluta da Benedetto XVI per indagare sulla veridicità delle apparizioni e che ha lavorato dal 2010 al 2014, arrivate al grande pubblico dopo che due giornalisti sono riusciti ad averle e a pubblicarle (in sostanza, un giudizio di attendibilità per quanto riguarda le apparizioni dei primi sette giorni, e una sospensione del giudizio su tutto ciò che è avvenuto nei quattro decenni successivi) non sono state fatte proprie ufficialmente dal Papa.

Il quale però ha manifestato la sua attenzione pastorale con la nomina dell’arcivescovo polacco Henryk Hoser a visitatore apostolico per la parrocchia di Medjugorje, con il via libera all’organizzazione dei pellegrinaggi da parte di diocesi e parrocchie, con il messaggio inviato al tradizionale Festival dei giovani lo scorso agosto, con l’inserimento della chiesa di Medjugorje nella maratona di preghiera tra Santuari promossa dallo stesso Francesco per invocare la fine della pandemia lo scorso maggio.

Come ha spiegato ad Avvenire padre Salvatore Perrella, docente di dogmatica e di mariologia Pontificia Facoltà Teologica Marianum e già membro della “Commissione Ruini”, «possiamo dire con l’arcivescovo Hoser che, per quanto riguarda la Santa Sede e anche il pensiero del Santo Padre, Medjugorje non è più un “luogo sospetto” ma dove migliaia e migliaia di fedeli vanno a Cristo tramite la Vergine Maria».

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