martedì 4 luglio 2017
La realtà territoriale comprende l'Italia, Albania e Malta ed è formata da oltre 500 religiosi ignaziani. A guidarla l'italiano Matarazzo. Padre Sosa Abascal: « Ogni nascita porta gioia e incertezza»
Un momento della celebrazione con la nascita della nuova provincia gesuitica a Roma. Nella foto padre Sosa Abascal

Un momento della celebrazione con la nascita della nuova provincia gesuitica a Roma. Nella foto padre Sosa Abascal

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La sfida di questa nuova realtà territoriale


«Come ogni nascita anche quella della neonata provincia Euro-Mediterranea porta con sé gioia e incertezza».
E’ il passaggio centrale dell’omelia con cui il neo-superiore dei gesuiti il venezuelano Arturo Sosa Abascal ha voluto descrivere la sfida dello storico accorpamento di tre importanti realtà della Compagnia di Gesù nel Vecchio Continente in una sola come l’Italia, l’Albania e Malta. Una scelta strategica¬ - e già decisa dal precedente preposito generale dei gesuiti lo spagnolo Adolfo Nicolás Pachón - e sorta per rendere più snella e incisiva l’azione di apostolato degli ignaziani in questo angolo di Europa e frutto come ha sempre spiegato sempre nell’omelia Sosa di «un lungo cammino di pianificazione apostolica a tutti i livelli» . Il primo luglio scorso – nella chiesa madre dell’Ordine a Roma “Il Gesù”- è avvenuta con una Messa solenne presieduta da Sosa Abascal l’atto ufficiale di nascita della neo provincia gesuitica. «Questa nuova realtà promette frutti apostolici nella nuova situazione delle società albanese, maltese e italiana nelle quali ci disponiamo al ministero della riconciliazione a cui ci ha inviato la Congregazione Generale 36ª. - ha spiegato Sosa nel corso dell’omelia - Sono situazioni sociali assai complesse e in continuo cambiamento che diventano una sfida permanente alla nostra capacità di capire e discernere quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati e scelti dal Signore».



La liturgia della Messa pronunciata in italiano, maltese e albanese


E non a caso – nella celebrazione eucaristica – erano presenti nella Chiesa del Gesù a Roma i rappresentanti dei 520 gesuiti della nuova entità territoriale che sarà guidata dall’italiano Gianfranco Matarazzo. A rendere singolare e suggestiva la celebrazione è stata anche la scelta che la preghiera liturgica sia stata pronunciata in italiano, la prima lettura in maltese, seconda in albanese, il Vangelo in inglese. Sosa ha voluto affidare la nuova provincia alla protezione della "Madonna della Strada” l’immagine della Vergine (custodita ora nella Chiesa del Gesù) a cui la Compagnia come il suo fondatore sant’ Ignazio di Loyola sono da sempre particolarmente devoti. «La gioia di questa nascita e le incertezze che la accompagnano ci spingano ad avere un cuore solo e un’anima sola come la prima comunità cristiana che ci descrivono gli Atti degli Apostoli. – è stata la conclusione di Sosa ¬- Unione di cuore per condividere le ricchezze della diversità che ci caratterizza e tutto quello che possediamo per dare volentieri la nostra vita come contributo alla missione del Cristo». Significative - a fine celebrazione. le parole espresse dal provinciale della nuova realtà territoriale gesuitica padre Matarazzo: «Condividiamo una storia bella e ci sentiamo chiamati a continuarla con la nuova Provincia, che non è una creazione burocratica, né nasce da esigenze organizzative. È una risposta a ciò che noi gesuiti sperimentiamo come chiamata del Signore. Nessuno si senta escluso».



La strategia di lungo termine della Compagnia di Gesù in Europa


Una sfida e una strategia di lungo termine per l’apostolato della Compagnia di Gesù che viene ben letta e interpretata dal gesuita maltese e ultimo provinciale di Malta Patrick Magro: «Da molti anni facciamo formazione insieme, l’unità è una cosa nuova ma non troppo. La collaborazione tra Albania, Italia e Malta arricchirà tutt’e tre: abbiamo la stessa spiritualità, ci aiuteremo per vivere meglio la nostra missione». E aggiunge infine un suo augurio:« Quando si penserà agli Esercizi Spirituali non saremo più attenti solo alla realtà di Malta ma a tutta la Provincia Euro-Mediterranea. Quando si lavorerà con i giovani la sfida sarà non pensare solo ai giovani maltesi, alla cappella universitaria di Malta, ma collaborare con Italia, con Albania, con la cappella della Sapienza, quella di Pisa, con Tirana, con Scutari. Insomma ci sarà una collaborazione tra tutti i nostri apostolati, anche sull’immigrazione. Il cambiamento ha bisogno di tempo. Dovremo allora pregare di più, per non essere troppo attaccati alla Provincia cui apparteniamo. Siamo tutti nella stessa Compagnia».

Un altro scorcio della Messa nella Chiesa del Gesù che ha dato inzio alla nuova provincia dei gesuiti italiani.

Un altro scorcio della Messa nella Chiesa del Gesù che ha dato inzio alla nuova provincia dei gesuiti italiani. - ©Zeno Colantoni




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