lunedì 13 settembre 2021
Dall'Interfaith Forum di Bologna, il patriarca Bartolomeo ha lanciato un appello in vista del prossimo summit sul clima di Glasgow
Il convegno G20 Interfaith a Bologna

Il convegno G20 Interfaith a Bologna - Siciliani

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Un moderno ascetismo. Occorre recuperare questa parola preziosa della tradizione, spesso fraintesa con l'inutile e autoreferenziale macerazione del proprio corpo. Poco ha in comune tale interpretazione con "l'asketon" greco che, vuol dire, al contrario "esercizio" concreto, quotidiano costante.

L'allenamento costante al bene, alla pietà, all'empatia che, da secoli, compiono le comunità monastiche cristiane.

È questo l'ascetismo a cui il patriarca Bartolomeo I ha esortato come cura per guarire il mondo e l'umanità ammalati di egoismo, brama di possesso, consumo sfrenato dell'altro. E dell'Altro. «Praticare l'altruismo e prendersi cura del benessere della comunità ridà pace alla mente e allo spirito.

Questo è il modo per guarire le nostre società», ha affermato il patriarca ecumenico di Costantinopoli all'Interfaith Forum in corso a Bologna fino a domani. Dal "G20 delle religioni", le voce autorevole di Bartolomeo ha composto una sorta di lettera aperta rivolta ai leader mondiali che, dal 31 ottobre al 12 novembre, si riuniranno a Glasgow per il summit sul clima (Cop26).

«Immaginate di vivere senza combustibili fossili, immaginate, un mondo in cui ciascuno si prendere cura dell'altro. Se accadesse la giustizia intra e inter generazionale e l'eliminazione della povertà scandalosa sarebbero possibilità concrete», ha detto e ha aggiunto «dobbiamo farlo ora» che la pandemia, paradossalmente, ci sta dando la possibilità di ricominciare in modo nuovo. In questo contesto la Cop26 ha un ruolo cruciale.

È l'opportunità concreta di «unire gli sforzi per guarire il clima e proteggere il pianeta» attraverso nuove politiche che abbiano il coraggio di «andare oltre il consueto», ha dichiarato Bartolomeo durante l'incontro a cui hanno partecipato anche l'amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, e la segretaria generale di Religions for peace, Azza Karam. «Qui e ora, i gesti individuali e collettivi, i passi coraggiosi e saggi fatti dalle donne e dagli uomini, dai giovani e dai vecchi, ci daranno la forza di prendere decisioni significative. Ci muove l'idea di un mondo unito nel vero benessere, nella sostenibilità, nella resilienza, nella responsabilità, nella giustizia e nella pace per tutti. Veramente, il nostro impegno condiviso può guarire l'umanità e la sua casa, la sua "oikos", il nostro Pianeta», ha concluso il Patriarca, mentre l'auditorio s'è profuso in un applauso andato avanti per diversi minuti.

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