venerdì 12 aprile 2024
Annunciata la visita che toccherà quattro Paesi: Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. I precedenti di Paolo VI e Giovanni Paolo II
La cattedrale dell'Assunta a Giacarta in Indonesia

La cattedrale dell'Assunta a Giacarta in Indonesia - .

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Papa Francesco vuole continuare a visitare le periferie del mondo. Nonostante gli 87 anni e gli acciacchi che pure lo perseguitano. Così, a Dio piacendo, a settembre volerà verso l’estremo sud est asiatico e in Oceania per quello che diventerà il più lungo viaggio apostolico del pontificato. «Accogliendo l’invito dei rispettivi Capi di Stato e delle autorità ecclesiastiche – è la dichiarazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni nell'annuncio ufficiale della visita –, papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore dal 2 al 13 settembre». «Il Santo Padre – specifica la nota vaticana – si recherà a Giacarta dal 3 al 6 settembre, a Port Moresby e a Vanimo dal 6 al 9 settembre, a Dili dal 9 all’11 settembre, e a Singapore dall’11 al 13 settembre». Mentre «il programma del viaggio sarà pubblicato a suo tempo».

Sarà un viaggio dai molteplici significati. Papua è uno dei Paesi più poveri e dimenticati del mondo, segnato anche da disordini interni di natura tribale che a febbraio ha provocato decine di morti. L’Indonesia è il più popoloso Paese musulmano del mondo. Timor Est, ex colonia portoghese diventato indipendente dall’Indonesia nel 2002 dopo un sanguinoso conflitto e tante sofferenze, è insieme alle Filippine l’unico Paese asiatico a maggioranza cattolica. E poi Singapore, città-stato, megalopoli tra le più densamente abitate, centro finanziario e commerciale di primaria grandezza, crocevia di tante culture con i tre quarti della popolazione di etnia cinese.

Non sarà la prima volta di un Pontefice in quei luoghi. Già Paolo VI arrivò in Indonesia nel 1970, nel corso dell’ultimo dei suoi viaggi internazionali. Giovanni Paolo II infatti visitò due volte Papua: nel 1984 con tappa a Port Moresby e nel 1995 con tappa nella stessa capitale – dove beatificò il catechista martire Pietro To Rot – e a Mount Hagen. Papa Wotyla toccò poi il suolo di Singapore il 20 novembre 1986 – nell’ambito di un periplo che lo portò anche in Bangladesh, Isole Figi, Nuova Zelanda, Australia e Seychelles –, e viaggiò una volta in Indonesia: nel 1989 quando visitò Giacarta, Yogykarta, Maumere, Ritapiret, Medan. In quella occasione il Pontefice polacco si recò anche a Dili che però all’epoca era la capitale di una provincia dell’Indonesia. Sarà la prima volta comunque di un Pontefice nella diocesi di Vanimo (Papua), che conta circa 40mila cattolici su 115mila abitanti.

Ciascuno dei Paesi che verranno visitati da Francesco ha un porporato creato dallo stesso Pontefice. A Giacarta Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, a Port Moresby John Ribat dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù, a Dili il salesiano Virgilio do Carmo da Silva, a Singapore William Goh Seng Chye.

L’ultimo viaggio internazionale di Papa Francesco – il 44° – è stato quello di due giorni a Marsiglia lo scorso settembre. A novembre era prevista anche una visita alla Cop28, la conferenza sul clima di Dubai, ma è saltata all’ultimo su indicazione dei medici perché Francesco era ancora convalescente da uno stato influenzale con infiammazione delle vie respiratorie. Oltre a quello annunciato ieri, per fine settembre sarebbe previsto – ma non c’è ancora conferma ufficiale – un viaggio in Belgio. Mentre in Italia sono al momento fissate tre visite: a Venezia il 28 aprile, a Verona il 18 maggio e a Trieste il 7 luglio in occasione della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia.

Una visita in Indonesia, Papua e Timor Est era stata già prevista nel 2020 ma poi venne annullata a causa del Covid.

Nel prossimo viaggio internazionale non è compreso invece il Vietnam. Anche se negli ultimi mesi si sono moltiplicati i segnali di una possibilità in questo senso. Gli inviti della Chiesa e del lo Stato già ci sono. E il fatto che non ci siano ancora pieni rapporti diplomatici non è di per sé un ostacolo. Nei giorni scorsi l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli esteri” vaticano, in visita ad Hanoi, ha incontrato il premier e altri membri del governo e «durante i colloqui – ha riferito L’Osservatore Romano – si è parlato anche di una visita di Papa Francesco in Vietnam». Ma, a meno di una accelerazione improvvisa, non sarà il prossimo settembre.

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