venerdì 27 dicembre 2013
​Francesco scrive ai 30mila ragazzi di Taizé arrivati a Strasburgo da tutto il mondo per partecipare al loro 36esimo Incontro.
Benedetto XVI a Santa Marta
COMMENTA E CONDIVIDI
Sono pronti a trasformare Strasburgo nella capitale dell’amicizia e della comunione, dando la loro testimonianza di fede e di impegno: sono i 30mila ragazzi arrivati da tutta Europa e dal mondo intero per partecipare al 36° Incontro dei giovani promosso dalla Comunità di Taizé. Da oggi fino al primo gennaio, la città – che ospita il Parlamento Europeo e che da sempre è crocevia di culture per la sua posizione strategica al confine tra Francia e Germania – raduna infatti quanti hanno deciso di vivere il passaggio al nuovo anno all’insegna della condivisione e della preghiera. Nello stile e con lo spirito tipico di Taizé, la comunità fondata da frère Roger, che alla fine degli anni ’70 diede inizio al "pellegrinaggio di fiducia sulla terra". Così, anche quest’anno 4.500 polacchi, 2.600 ucraini, 1.400 italiani, 1.200 croati, 1.000 bielorussi, circa 10 mila ragazzi dell’Alsazia e della regione tedesca dell’Ortenau, insieme a tanti altri provenienti da Paesi europei e non, si sono dati appuntamento per "cercare la comunione visibile di tutti coloro che amano Cristo". «Il Papa conta su di voi perché attraverso la vostra fede e la vostra testimonianza, lo spirito di pace e di riconciliazione del Vangelo si diffonda fra i vostri coetanei», ha detto papa Francesco in un messaggio inviato ai partecipanti. «Roma – ha aggiunto – si ricorda con gioia del vostro incontro europeo dello scorso anno e soprattutto della bella preghiera che ha riunito insieme al papa Benedetto XVI migliaia di giovani in piazza San Pietro». Attraverso le «quattro proposte per il 2014» ricevute da frère Alois, priore di Taizé, i ragazzi sono invitati ad offrire il loro apporto «per guarire le ferite dell’umanità» e per «favorire una mondializzazione della solidarietà che non escluda nessun popolo, nessuna persona». Se la preghiera è un ingrediente fondamentale dell’Incontro europeo dei giovani, non manca infatti la riflessione sulle tematiche che interpellano le nuove generazioni e sulle sfide che il mondo attuale presenta. "Crisi, disoccupazione, precarietà: bisogna inventare un nuovo modello economico?", "Giustizia e diritti dell’Uomo: riflessioni personali sulla sfida di essere cristiani"; "Il dialogo ecumenico: per coesistere tranquillamente o per lasciarsi trasformare dall’incontro?"; "L’Europa, terra di migrazione per eccellenza: in che modo vivere meglio insieme?": sono solo alcuni degli argomenti che potranno essere approfonditi con alcuni esperti nei pomeriggi di domani e del 30 dicembre. Lo scambio e la condivisione con le comunità e le parrocchie di accoglienza contribuiscono a dare all’evento il sapore della fraternità e della comunione. «La tecnologia ha mondializzato le comunicazioni. Adesso dobbiamo mondializzare la compassione e la cittadinanza. In un mondo più connesso, dobbiamo essere più uniti» –, ha osservato Ban Ki Moon, segretario generale delle Nazioni Unite, ricordando in un suo messaggio che «il nostro avvenire deve essere quello della cooperazione sempre più profonda e più vasta». Per «superare le separazioni, riconciliare tutti i cristiani in una sola Chiesa» e promuovere «l’unità attraverso e grazie alla diversità», ha osservato Herman van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo. «Camminando e parlando, pregando e cantando insieme – ha sottolineato rivolgendosi ai ragazzi anche Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale – avanzerete insieme verso una nuova solidarietà». Concreta, gioiosa e senza confini.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: