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Papa Leone XIV passa tra i fedeli riuniti in piazza San Pietro - undefined
Viene chiamata “raccolta fondi per la carità del Papa”, ma la gran parte della gente lo conosce come l’Obolo di San Pietro. Proprio nel giorno della memoria liturgica dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno di ogni anno, si celebra questa Giornata di raccolta (anche se è possibile donare durante tutto il corso dell’anno) che coinvolge le parrocchie di tutto il mondo. E alla vigilia della Giornata 2025 ecco che l’Obolo di San Pietro diffonde il suo Rapporto annuale relativo all’anno 2024. Nel corso dello scorso anno sono stati raccolti 58 milioni di euro (sei in più rispetto al 2023), mentre le uscite sono risultate pari a 75,4 milioni di euro. Le uscite hanno sostenuto l’attività condotta dalla Santa Sede per la missione della Chiesa universale secondo le indicazioni del Pontefice. Ma in parte hanno anche sostenuto ben 239 progetti sparsi in 66 differenti nazioni.
Ma come si contribuisce all’Obolo di San Pietro? Sono tre le forme principali con cui si può contribuire: la raccolta dei fondi direttamente nella propria parrocchia nel giorno dei santi Pietro e Paolo; offerte erogate tramite bonifici sui conti correnti bancari e postali dell’Obolo; con lasciti testamentari per destinare una parte dei propri bene all’Obolo. Dal rapporto 2024 si nota che la quasi totalità delle entrate (54,3 milioni) arriva da donazioni, mentre il restante 3,7 milioni sono proventi finanziari. Interessante osservare anche distribuzione dei 54,3 milioni donati: 31,8 (il 59%) arriva dalla raccolta effettuata nelle diocesi; 8,9 (il 16%) da donatori privati; 12,2 (il 22%) da Fondazioni e infine 1,4 (3%) da istituti religiosi.
Chi fa più donazioni all’Obolo? Con 13,7 milioni (25,2%) sono i fedeli degli Stati Uniti a contribuire maggiormente, distanziando la Francia con 8 milioni (15%) e l’Italia con 2,8 milioni (il 5,2%). Consistenti anche i contributi che arrivano da Brasile (1,7 milioni), Germania (1,5 milioni), Repubblica Ceca (1,4 milioni) e Messico (1,1 milioni), mentre i restanti 10,5 milioni provengono da altre Nazioni. Gli interventi della carità del Papa sono stati, nel 2024, superiori alle entrate di 17,4 milioni. A coprire questa parte di spesa è stato un prelievo dal patrimonio del Fondo dell’Obolo, che così ha permesso di non limitare o cancellare l’intervento del Pontefice.
Cosa sostengono i fondi dell’Obolo? Abbiamo detto che sono soldi che permettono al Papa di compiere gesti di carità e di sostenere la sua missione universale, che nel 2024 hanno richiesto un contributo di 61,2 milioni, che sono andati a sostenere Chiese locali in difficoltà o in specifici contesti di evangelizzazione, alle nunziature apostoliche (le ambasciate vaticane), il servizio alla carità , organizzazione della vita ecclesiale e altre voci. A dire il vero questi 61,2 milioni coprono soltanto il 17% dell’intera spesa totale per garantire la missione apostolica del Pontefice (che nel 2024 è ammontata a 367,4 milioni). Come detto vi sono poi stati 239 progetti particolari diffusi in 66 Nazioni. Qualche esempio? Nell’ambito delle nuove Chiese locali troviamo la costruzione di un centro di formazione e animazione missionaria in Senegal, di una chiesa parrocchiale in Perù e di un ostello per ragazze in Thailandia. Tra i progetti in ambito sociale la costruzione di un fabbricato dedicato alla riabilitazione di persone disabili in Romania, un progetto di assistenza sanitaria per famiglie vulnerabili in Siria e la costruzione della sede della Catholic University of West Africa in Benin. Infine nell’ambito del sostegno alla presenza evangelizzatrice di Chiese locali in situazioni di necessità, troviamo la riparazione di un monastero a Cuba, la ristrutturazione di un dormitorio in Angola e la costruzione di una casa di riposo in India. Esempi di una rete di progetti e di interventi che si sono potuti realizzare grazie alle donazioni all’Obolo di San Pietro.