venerdì 4 dicembre 2020
La decisione del Pontefice per un apostolato che resta affidato alla cura dei gesuiti. La Rete Mondiale di Preghiera ora è una Fondazione Vaticana
Diventa Fondazione vaticana la Rete mondiale di preghiera
COMMENTA E CONDIVIDI

Era il 3 dicembre 1944, durante una Messa nella casa di formazione dei gesuiti a Vals-les-Bains, paese nel sud della Francia, quando padre François-Xavier Gautrelet lanciava l’Apostolato della preghiera. Lo faceva spiegando agli studenti, nel giorno in cui si celebrava san Francesco Saverio apostolo delle Indie, che anche loro avrebbero potuto essere missionari pur nel chiuso della loro casa e chini su polverosi libri di filosofia.

Potevano farlo vivendo ogni loro azione uniti a Cristo. Padre Gautrelet aveva colto la fatica di tanti ragazzi, entrati nella Compagnia di Gesù sognando le missioni, di fronte a studi lunghissimi e mansioni lontane dalle loro aspirazioni. La pratica concreta che Gautrelet suggeriva loro per mantenere vivo il fuoco vocazionale era semplice, una preghiera di offerta del giorno insieme all’impegno a liberarsi dalle affezioni disordinate per cercare di realizzare negli impegni quotidiani la volontà di Dio. Dopo aver incontrato un grande successo presso i gesuiti in formazione, la formula ebbe anche maggior fortuna presso i laici raggiunti dai gesuiti sparsi nell’orbe cattolico.

Nel 1861 padre Henri Ramière diede all’Apostolato della preghiera ulteriore dinamismo modellandolo sulla devozione del Cuore di Gesù. Con Leone XIII i Papi iniziarono ad affidare all’Adp prima una, poi due intenzioni mensili di preghiera, una detta generale e una missionaria. UE na storia lunga e articolata quella dell’Adp, insomma, che negli ultimi anni ha visto tentativi di rilancio e cambiamenti profondi.

Nel 2018 l’Adp è diventata opera pontificia con il nome di Rete mondiale di preghiera per il Papa. E ieri, 3 dicembre, memoria liturgica di san Francesco Saverio, Bergoglio con un chirografo ha eretto la stessa Rete mondiale di preghiera a Fondazione vaticana, con annessi statuti. La neonata Fondazione è direttamente sottoposta all’autorità del Pontefice che la governa mediante la Segreteria di Stato, tenendo conto dall’affidamento storico dell’Apostolato della preghiera alla Compagnia di Gesù.

La dotazione iniziale è di 150mila euro più 280mila dollari. Come direttore internazionale è stato nominato il gesuita francese Frédéric Fornos, finora direttore della Rete mondiale di preghiera. Le intenzioni di preghiera del Papa vanno a costituire un «cammino del cuore » che integra due dimensioni.

La prima è la «compassione per il mondo e per gli esseri umani», ovvero il Papa «affida alla Fondazione la missione di far conoscere, promuovere e stimolare la preghiera per le sue intenzioni, che esprimono sfide dell’umanità e della missione della Chiesa» e «le persone che accolgono e pregano per queste intenzioni aprono il loro sguardo e il loro cuore ai bisogni del mondo, facendo proprie le gioie e le speranze, i dolori e le sofferenze dell’umanità e della Chiesa, e vengono ispirate a compiere opere di misericordia spirituale e corporale »; in questo modo vivono poi «un percorso spirituale che permette di uscire dalla “globalizzazione dell’indifferenza” e di aprirsi alla compassione per il mondo».

La seconda dimensione è «la comunione con la missione del Figlio », ovvero «attraverso questo percorso spirituale, animato e coordinato dalla Rete mondiale di preghiera per il Papa, si risveglia la vocazione missionaria del battezzato, permettendogli di collaborare nella sua vita quotidiana, con la missione che il Padre ha affidato al suo Figlio. In questo modo egli diventa interiormente disponibile alla chiamata di Dio, attraverso il suo Spirito Santo, che interpella e guida ogni cuore e ogni coscienza umana verso il bene». Centrale per la promozione di questo «cammino del cuore» resta il «video del Papa», prodotto e diffuso mensilmente dalla Rete mondiale di preghiera.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: