lunedì 24 maggio 2021
Arrivano da 14 Paesi di tutto il mondo i nuovi presbìteri della Prelatura ordinati nella basilica di Sant'Eugenio a Roma dal prefetto della Casa Pontificia monsignor Georg Gänswein.
I 27 nuovi sacerdoti dell'Opus Dei durante l'ordinazione a Roma

I 27 nuovi sacerdoti dell'Opus Dei durante l'ordinazione a Roma

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C’è anche un siriano tra i 27 sacerdoti della Prelatura dell’Opus Dei ordinati sabato 22 maggio a Roma nella Basilica di Sant’Eugenio dal prefetto della Casa Pontificia monsignor Georg Gänswein. Fadi Sharrif, 49 anni, originario di Damasco, ha conosciuto l’Opera in Canada dove si era trasferito per studiare. «Il sacerdote – raccontava ieri – aiuta tutti, non solo i cattolici, deve fare in modo che ogni persona con cui entra in contatto possa scoprire l’amore di Dio, e desideri corrispondere a questo amore». I nuovi sacerdoti ora si disperderanno nei cinque continenti per sostenere gli apostolati della Prelatura in tutti gli ambienti di vita dei laici, com’è nella spiritualità dell’istituzione fondata nel 1928 a Madrid da san Josemaría Escrivà, allora prete appena 26enne.

Nelle loro storie le esperienze di vita più disparate: i preti dell’Opera prima dell’ordinazione devono aver già compiuto nella loro vita laicale esperienze professionali significative completando un curriculum di studi qualificanti. «Mentalità laicale», la chiamava Escrivà. Un esempio è Vytautas Saladis, primo sacerdote lituano della Prelatura, 30enne avvocato di Vilnius, ora avviato a diventare canonista. Per lui è «una grande gioia dare un aiuto a inserire oggi la spiritualità dell’Opus Dei nella vita delle persone del mio Paese». A 57 anni lo spagnolo (di Palma di Maiorca) José Mir è il più maturo dei novelli sacerdoti. Nel suo curriculum ci sono 20 anni alla guida di due scuole in patria prima di trasferirsi in Romania per animare gli apostolati tra gli studenti. Per lui «il sacerdozio non è un riconoscimento ma un’opportunità ineguagliabile di poter dedicare tutta la mia vita a servire Dio e gli altri». Dei 14 Paesi rappresentati fra i nuovi preti 3 sono africani: Costa d’Avorio, Kenya e Nigeria, mentre tra i 6 europei ci sono Inghilterra e Slovacchia, ed è rappresentato anche il Giappone. Nel gruppo degli ordinati non c’è nessun italiano, ma Mariano Almela, madrileno, è da tempo nel nostro Paese dove si è speso nella formazione cristiana e umana nei centri per giovani di Cagliari e Napoli.

Ai sacerdoti, ha detto Gänswein nell’omelia, «è chiesta fedeltà, sono chiesti coraggio, fermezza, fede. Spero che ognuno di voi possa dire: mantengo la mia parola e rimango fedele». Come riferisce il sito ufficiale della Prelatura, «partendo dalla contrapposizione tra progressismo e fermezza nelle proprie posizioni, monsignor Gänswein ha ricordato che “può esserci progresso nella fede, nella speranza e nell'amore solo se rimaniamo nella Sua parola. Chi riceve l'ordinazione sacerdotale ha deciso di rimanere presso di Lui, presso il Signore”». Il prefetto della Casa Pontificia ha concluso dicendo che «il sacerdote non è un funzionario di un un'istituzione: Dio si serve di un uomo per esserci e operare per noi attraverso di lui».

Il prelato dell’Opus Dei monsignor Fernando Ocáriz ha partecipato alla cerimonia dal presbiterio e ha imposto le mani ai nuovi sacerdoti dopo il vescovo consacrante ringraziandolo per la presenza «che ci porta direttamente a quella del Santo Padre Francesco che desideriamo sostenere con la nostra preghiera». E rivolgendosi alle famiglie dei nuovi sacerdoti ha detto il suo «grazie per aver collaborato con Dio per far nascere nei vostri figli la vocazione al sacerdozio». Un ringraziamento, ha aggiunto, che si dirige «in modo speciale a san Josemaría, di cui questi nuovi sacerdoti sono figli, perché vi guidi dal Cielo nella missione di servire tutte le anime».
La cerimonia è stata trasmessa in diretta streaming ed è visibile sul sito ufficiale www.opusdei.org.

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