martedì 18 maggio 2021
Nel cuore del Piemonte, il Santuario di Cussanio dedicato alla Madre della Divina Provvidenza da aprile ha riaperto le porte dopo un profondo restauro iniziato nel 2019
L'organo nel Santuario di Cussanio

L'organo nel Santuario di Cussanio - Wikipedia commons

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Un luogo di fede, di arte, di cura delle anime, di silenzio e riposo. Siamo nel cuore del Piemonte, in diocesi di Fossano al Santuario di Cussanio dedicato alla Madre della Divina Provvidenza. Da aprile ha riaperto le sue porte dopo un profondo restauro iniziato nel 2019 (finanziato anche con i fondi dell’8xmille) che ha coinvolto la struttura, la parte pittorica-artistica, l’inserimento di nuove opere d’arte e l’adeguamento liturgico del presbiterio. «Un restauro totale per consegnare alle generazioni future un Santuario all’altezza dei tempi », sottolinea il rettore e vicario generale don Pierangelo Chiaramello, che nel video «La Cura del futuro», illustra nel dettaglio gli interventi realizzati. Il rettore racconta che sono state «ripensate le cose a partire da quello che è l’adeguamento e il rinnovamento liturgico che si è originato dal Concilio Vaticano II e ha avuto concretezza nei documenti successivi e quindi pensare veramente ad una Chiesa del futuro. Come le generazioni passate hanno messo mano al Santuario nel tempo e lo hanno consegnato a noi. È una traditio importante che viaggia nei binari del Concilio Vaticano II».

I lavori sono terminati per l’avvio del variegato programma di festeggiamenti organizzato per celebrare i 500 anni delle apparizioni di Maria al povero Bartolomeo Coppa, la Madonna lo esortò a predicare la conversione del cuore, in quel luogo è sorta prima una cappella e in seguito il Santuario. Pellegrinaggi, conferenze, celebrazioni liturgiche scandiscono tutto il mese di maggio, come la Messa celebrata lo scorso 9 maggio dal nunzio apostolico in Croazia, di origini fossanese, monsignor Giorgio Lingua e la solenne Eucaristica dell’11 maggio, anniversario della seconda apparizione, presieduta dall’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, con i vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta. Gli eventi hanno dovuto essere in parte ridimensionati per la pandemia, ma evidenzia don Chiaramello «è anche emerso il forte desiderio dei pellegrini di non mancare alla celebrazioni per i 500 anni. Lo abbiamo avvertito forte e ci ha supportato in questo percorso».

Il Santuario di Cussanio è aperto oltre il confine diocesano. «Secoli fa era un luogo molto conosciuto sia in Piemonte, sia in altre regioni – spiega il vicario generale – ma soprattutto nella Savoia e nella Provenza perché i monaci agostiniani che qui risiedevano, poi cacciati da Napoleone nel 1802, hanno tessuto una rete di relazioni molto intensa ed estesa per il tempo e hanno fatto conoscere il Santuario».

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