sabato 13 maggio 2023
Le reliquie dei beati don Bernardi e don Ghibaudo sono esposte nella chiesa di Sant’Anna in Baviera nel cui giardino-cimitero è sepolto il comandante nazista che ordinò l'eccidio di Boves
La Messa per i beati martiri di Boves in Baviera

La Messa per i beati martiri di Boves in Baviera - .

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Le reliquie dei beati don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo sono ora esposte in un tabernacolo della chiesa di Sant’Anna a Schondorf am Ammersee in Baviera, nel cui giardino-cimitero è sepolto Joachim Peiper, il comandante nazista che ottanta anni fa, il 19 settembre 1943, ordinò a Boves, cittadina alle porte di Cuneo, il primo eccidio dopo l’armistizio.

In quel giorno, una domenica, morirono 24 persone tra cui i due sacerdoti, (il parroco e il suo giovane vice), e 350 case furono incendiate. Dopo un iter iniziato nel 2013 i due preti lo scorso 16 ottobre sono stati proclamati beati. Mentre la causa compiva il suo percorso il parroco di Boves, don Bruno Mondino, e l’Associazione che porta il nome dei due sacerdoti martiri hanno avviato un dialogo con la comunità parrocchiale di Schondorf, all’epoca guidata da monsignor Heinrich Weiss. Un gesto concreto per vivere un percorso di riconciliazione.

Dieci anni di incontri, preghiere comuni, conoscenza reciproca, amicizia per costruire un ponte nel nome della pace. Un’esperienza potente in un tempo di guerre e violenza anche alle porte dell’Europa. Anno dopo anno si è intensificato il legame tra le due comunità con il gemellaggio tra i rispettivi Comuni.

Lo scorso fine settimana una delegazione partita da Boves, guidata dal parroco Mondino, ha portato le reliquie per consegnarle, domenica pomeriggio, nelle mani del vescovo di Augusta, Bertram Meier, che durante una solenne e commovente celebrazione nella chiesa di Santa Croce ha ribadito, parlando in italiano, il grande dono della vita per gli altri compiuto da don Giuseppe e don Mario. «Le reliquie costruiscono ponti – ha detto – il loro dono è un incoraggiamento per sostenere la pace tra i nostri Paesi e a livello internazionale, perché le reliquie favoriscono la riconciliazione. Grazie ai martiri c’è speranza. La tenera pianta dell’iniziativa di dieci anni fa è ora diventata qualcosa di grande, è il frutto dell’azione della misericordia divina».

Fin dal primo incontro a Schondorf tra le due comunità, Andrea Wissenbach, stretta collaboratrice di monsignor Weiss, aveva, quasi profeticamente, indicato l’altare nella piccola chiesa di Sant’Anna dove avrebbero conservato le reliquie di don Bernardi e don Ghibaudo.

Nell’accogliere i pellegrini di Boves, Weiss ha ben sintetizzato lo spirito comune: «Vogliamo essere profeti per la verità e la pace». Seguire l’esempio dei due martiri «essere come loro», sprona coloro che hanno scelto di percorrere la via della pace e della riconciliazione. Toccante la breve processione dalla parrocchia di Santa Croce alla chiesetta di Sant’Anna, guidata dal vescovo Meier con le reliquie portate a turno dalle nipoti di don Mario, Rosella e Tiziana Ghibaudo, e da rappresentanti della comunità tedesca.

«È stato un cammino di fraternità, amicizia nel nome della pace e della riconciliazione, iniziato anni fa – commenta Piergiorgio Peano, presidente dell’Associazione don Bernardi e don Ghibaudo – eravamo convinti che saremmo arrivati fino a qui. Il Signore ci ha indicato tutti i segni per giungere a questo punto. È un cammino “accompagnato da Dio”».

C’è una immagine che racconta bene il senso del percorso che ha portato le reliquie fino a Schondorf, nella chiesa di Sant’Anna a pochissimi metri da dove è sepolto Peiper, è la fotografia di una croce (nello stile uguale a quella che accoglie i fedeli nella chiesa di Santa Croce) con la riproduzione in miniatura dei momenti più significativi vissuti insieme dagli italiani e dai tedeschi: il loro primo incontro accanto alla tomba di Peiper, la traslazione dei due martiri nella chiesa di Boves, momenti conviviali e di preghiera, i volti di don Giuseppe e di don Mario e al centro la frase “Gesù Cristo è la nostra via”. «Il senso che ci guida in questo cammino», conferma don Mondino. E poi la promessa espressa a nome di tutti da Andrea Wissenbach: «Avere memoria del passato ed impegnarci perché non accada più in futuro. Per noi è un onore conservare le reliquie di don Giuseppe e don Mario».

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