sabato 3 maggio 2014
​Si è discusso delle funzioni dell'organismo e della nomina di altri componenti. La dichiarazione.
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È terminata, nella Casa Santa Marta in Vaticano, la prima riunione della Pontificia commissione per la tutela dei minori, iniziata il 1° maggio. L'incontro era finalizzato alla presentazione al Papa delle raccomandazioni relative alle funzioni della Commissione e a fare proposte per la nomina di ulteriori membri. All'incontro erano presenti: Catherine Bonnet, Francia; Marie Collins, Irlanda; Sheila Baroness Hollins, Regno Unito; il Cardinale Sean Patrick O'Malley, O.F.M.Cap, Stati Uniti d'America; Claudio Papale, Italia; Hanna Suchocka, Polonia; Humberto Miguel Yáñez, S.I., Argentina e Hans Zollner, S.I., Germania. "Il Papa vuole che la commissione sia autonoma, indipendente e non associata a un dicastero", ha spiegato il cardinale Sean O'Malley che ha coordinato i lavori della commissione pontificia per la Tutela dei minori chiamata in questa prima riunione a definire il suo status. "La nostra preoccupazione sull'accountability - ha anche spiegato O'Malley - è per tutti nella Chiesa, così i protocolli che proporremo tratteranno tanto quanti perpetrano gli abusi tanto quanti sono negligenti nel proteggere contro questi fatti". Marie Collins, ex vittima di abusi e membro della Commissione ha invece da parte sua fatto sapere di avere avuto "un sentimento positivo dall'incontro. Veniamo tutti da prospettive differenti ma vogliamo tutti la protezione dei minori. Sono soddisfatta al momento con l'istituzione della commissione - ha aggiunto -, abbiamo appena iniziato ma penso che quello che abbiamo raggiunto in due giorni è molto importante per la direzione in cui vogliamo andare". "Ho incontrato il Papa ieri - ha raccontato Collins -, due volte in realtà, sono stata molto contenta, non è qualcosa che avrei immaginato nel mio futuro alcuni anni fa, ci sono molte vittime di pedofilia ad opera del clero nel mondo che hanno riposto speranze e hanno grandi aspettative su questa commissione. Non si possono fare promesse, ma come vittima io stessa credo che raggiungeremo degli obiettivi importanti". Conclusa la sessione della commissione è stata rilasciata una dichiarazione. Ecco il testo: “Mentre iniziamo insieme il nostro servizio, desideriamo esprimere la nostra profonda solidarietà a tutte le vittime che hanno subito abusi sessuali come bambini o come adulti vulnerabili, e desideriamo rendere noto che, dall'inizio del nostro lavoro, abbiamo adottato il principio che il bene di un bambino o di un adulto vulnerabile è prioritario nel momento in cui viene presa qualsiasi decisione. Nel corso dei nostri incontri, ognuno di noi ha potuto condividere idee, esperienze e aspirazioni per questa Pontificia Commissione. Rispondendo alle richieste del Santo Padre, queste discussioni sono state dedicate alla natura e agli obiettivi della Commissione e all'ampliamento del numero dei membri, così da includere persone provenienti da altre aree geografiche e altre aree di competenza. Nelle nostre conversazioni abbiamo anche esaminato molte proposte sui modi in cui la Commissione potrebbe collaborare con esperti di diverse aree connesse con la salvaguardia di bambini e adulti vulnerabili. Abbiamo anche incontrato alcunimembri della Curia Romana relativamente ad aree di futura cooperazione, fra i quali rappresentanti della Segreteria di Stato, della Congregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazione per il Clero, della Sala Stampa della Santa Sede e della Gendarmeria Vaticana. In quanto Commissione Consultiva del Santo Padre, comunicheremo a Papa Francesco i risultati del nostro lavoro. A suo tempo proporremo iniziative per incoraggiare la responsabilità locale nel mondo e la condivisione reciproca delle "pratiche migliori" per la protezione di tutti i minori, con programmi di addestramento, educazione, formazione, e risposte agli abusi. Abbiamo anche condiviso con Papa Francesco quanta importanza attribuiamo ad alcune aree nel nostro futuro lavoro. Riteniamo particolarmente importante garantire l'esercizio della responsabilità (accountability) nella Chiesa, compreso lo sviluppo degli strumenti per protocolli e procedure efficaci e trasparenti. Proporremo al Santo Padre Statuti per esprimere più precisamente la natura della Commissione, la sua struttura, la sua attività e i suoi obiettivi. È chiaro, ad esempio, che la Commissione non tratterà casi individuali di abuso, ma potrà presentare raccomandazioni sulle direttive per assicurare l'obbligo della responsabilità (accountability) e le pratiche migliori. Negli Statuti intendiamo presentare proposte specifiche per sottolineare le vie per sensibilizzare le persone sulle tragiche conseguenze degli abusi sessuali e sulle conseguenze devastanti del mancato ascolto, dei mancati rapporti di sospetto di abusi, e del mancato sostegno alle vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie. Mentre i cattolici si impegnano a rendere le nostre parrocchie, scuole ed istituzioni, luoghi sicuri per tutti i minori, noi ci impegniamo insieme con le persone di buona volontà a garantire che i bambini e gli adulti vulnerabili siano protetti dagli abusi. Chiediamo le preghiere di tutti coloro che desiderano sostenere il lavoro della Commissione.”

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