venerdì 23 gennaio 2015
«Il problema dei rapporti tra Chiesa e potere politico va affrontato al più presto, solo così potranno venir meno le cause di divisione tra cattolici cinesi». Lo dice il vescovo "clandestino" Wei Jingyi. (Stefania Falasca)
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«Occorre che la Santa Sede dialoghi con il governo cinese. Il problema dei rapporti della Chiesa con il potere politico va affrontato al più presto, solo così potranno venir meno anche le cause della divisione tra i cattolici cinesi». È quanto dichiara Giuseppe Wei Jingyi, il vescovo di Qiqihar, nella provincia nord-orientale della Cina in una intervista rilasciata a Gianni Valente su «Vatican Insider». Le sue dichiarazioni a sostegno del dialogo Cina-Santa Sede sorprendono e destano particolare interesse perché il vescovo, non riconosciuto dal governo di Pechino, è un esponente di spicco dell'aerea ecclesiale cosiddetta "clandestina", quella parte cioè dei cattolici cinesi che da sempre si sottrae agli organismi e ai metodi della politica religiosa di Pechino. Il vescovo interviene sulla condizione della Chiesa in Cina e con chiarezza manifesta pieno sostegno al dialogo tra Pechino e Santa Sede esprimendo l'urgenza di affrontare anche attraverso i negoziati diplomatici le questioni che rendono anomala la condizione dei cattolici cinesi, a partire dalla pretesa degli apparati governativi di determinare le nomine dei vescovi. «Ci si è divisi davanti al modo in cui il governo tratta la Chiesa, e poi queste divisioni si sono cristallizzate nel corso della storia. Per questo, se viene risolto il problema dei rapporti con il governo, anche le divisioni tra cattolici potranno col tempo essere sanate», afferma il vescovo. E ribadisce: «Proprio perché ci sono problemi, occorre trovare soluzioni dialogando e trattando con il governo e stabilendo anche canali di dialogo diplomatici» rovesciando così la prospettiva di quanti sconsigliano la Santa Sede di intraprendere con decisione la via del dialogo proprio a motivo dei problemi che gli apparati governativi continuano a provocare nella vita dei cattolici. Monsignor Wei chiede addirittura che «la Santa Sede faccia il primo passo» e ritiene che «la grande maggioranza dei fedeli approverebbe l'iniziativa di dialogare con il governo per risolvere i problemi della Chiesa». Non mancano anche considerazioni verso l'opera di papa Francesco, «un dono di Dio per la Chiesa di oggi, e anche per tutta l'umanità», affermando che ciò che il Papa suggerisce è «molto pertinente per la condizione presente della Chiesa e della società cinese».

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