sabato 31 maggio 2025
Oggi in San Pietro per Prevost la prima ordinazione di nuovi preti da Pontefice: nelle storie dei sacerdoti per la diocesi di Roma il volto attuale della vocazione
La Messa con l'ordinazione di 11 nuovi preti per la diocesi di Roma presieduta oggi, 31 maggio 2025, da Leone XIV in San Pietro

La Messa con l'ordinazione di 11 nuovi preti per la diocesi di Roma presieduta oggi, 31 maggio 2025, da Leone XIV in San Pietro - Vatican Media

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La preghiera con la Parola di Dio è il filo rosso che unisce la vocazione degli 11 nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma che Papa Leone XIV ordina a San Pietro oggi, festa della Visitazione della Beata Vergine Maria. Sette hanno studiato al Pontificio Seminario Romano Maggiore: Pietro Hong Hieu Nguyen, Francesco Melone, Marco Petrolo, Giuseppe Terranova, Enrico Maria Trusiani, Federico Pelosio, Andrea Alessi, il più grande di età, 49 anni a settembre. Quattro si sono formati nel Redemptoris Mater: Cody Merfalen, Gabriele Di Menno Di Bucchianico, Simone Troilo, Matteo Renzi, il più giovane, 28 anni compiuti ad aprile.

«Nella Chiesa saranno un segno di speranza, il loro ministero renderà presente Gesù – afferma il vescovo ausiliare Michele Di Tolve, rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore –. La speranza è che il Vangelo di Gesù, la sua grazia, la vita della Chiesa, ancora suscitino uomini che si donino totalmente per la crescita della fede dei fratelli. Il frutto più bello di ogni battezzato è scoprire e vivere la propria vocazione. Quella al presbiterato è lasciarsi conformare da Cristo». Oggi per un formatore la sfida è «far comprendere ai giovani che in qualsiasi condizione si trovino, la fedeltà di Dio non verrà mai meno».

La vocazione di Matteo Renzi è «nata e maturata con la Scrittura. A 16 anni durante un ritiro lessi la vocazione di Geremia – dice –, una notte di due anni dopo il dialogo tra Gesù e Pietro. Parole determinanti per la scelta del Seminario». È stato in missione in Cile e Brasile. Farà servizio nella parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca. «Un uomo di fede – dichiara – mi disse che al ritorno di Gesù vorrebbe farsi trovare “ai piedi dei poveri”. Forse il Signore mi chiama a servirlo nei fragili».

Francesco Melone faceva attività in Seminario con il gruppo giovani. Gli venne spiegata la preghiera quotidiana con il Vangelo del giorno. «Facevo tante cose – ricorda –. La novità del silenzio nella preghiera ha aperto un’altra strada. All’inizio pochi minuti, poi è diventata una presenza sempre più profonda». Per la società, consacrarsi al Signore è una scelta controcorrente. Dice ai giovani «di fidarsi di Dio. Io ho seguito ciò che mi rendeva veramente felice».

La Scrittura ha illuminato anche il cammino di Gabriele Di Menno Di Bucchianico. Al termine della Gmg di Cracovia, nel 2016, avvertiva «tristezza e vuoto interiore – racconta –. “Io vengo e non trovo risposta” e “Sii zelante e convertiti” le parole che mi hanno fatto riflettere. Quella tristezza veniva dal non seguire la chiamata che sentivo nel cuore». Lasciata la facoltà di Ingegneria biomedica è entrato in Seminario. «Non era la mia strada – commenta ancora Gabriele –. La vocazione è diversa per ognuno, basta essere disponibili a seguire il Signore».

A 14 anni Simone Troilo aveva iniziato un percorso di fede nel Cammino neocatecumenale. L’ultimo anno di Ingegneria dell’edilizia ha iniziato ad interrogarsi sul futuro. Pensava di creare una famiglia ma dopo la laurea è nato il desiderio di mettersi «al servizio del Padre». L’11 maggio scorso ha avuto «una conferma» della vocazione quando Papa Leone, con le parole di san Giovanni Paolo II, ha detto ai giovani di non avere paura di seguire il Signore. «Non temere di lasciarsi sconvolgere la vita da Dio e dallo Spirito Santo – dichiara – è il messaggio che vorrei trasmettere ai giovani: lasciatelo entrare nei vostri progetti».

Enrico Maria Trusiani era amministratore d’azienda, è entrato in Seminario a 36 anni per discernere se il desiderio che aveva nel cuore «era sincero – afferma –. Agli occhi del mondo ho perso tanto ma, pur avendo tutto, il cuore era inquieto, non amavo come Dio mi aveva pensato. Non tornerei indietro, la bellezza sta nel donarsi».

Andrea Alessi, ex ufficiale militare, ha maturato la vocazione intorno ai quarant’anni, durante un periodo di volontariato su una spiaggia attrezzata per persone con disabilità, a Focene. «Tra preghiera, servizio e condivisione, ho sentito la chiamata forte e chiara al sacerdozio – dice –, suggellata dal canto “Vieni e seguimi”. Voglio essere un sacerdote strumento nelle mani di Dio, “scomparire in Cristo” come Papa Leone ha detto nella Messa con i cardinali».​

(da Roma Sette)

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