venerdì 20 giugno 2014
​Sabato la visita nella piccola e antica diocesi calabrese. Il Pontefice, che ha chiamato il vescovo alla segreteria generale della Conferenza episcopale italiana: «Vengo a chiedere scusa». Previsti 100mila pellegrini.
INTERVISTA Galantino: con il Papa gli ultimi «in prima fila» (Mimmo Muolo
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«La visita del Santo Padre è un evento di Chiesa! Il Papa verrà per incontrare la Comunità di credenti che testimonia il Signore Risorto nella nostra Diocesi. È un segno forte e concreto della vicinanza del Signore a un territorio che sente forte il bisogno di essere “confermato nella fede” e recuperato in maniera sempre più forte a una vita degna di essere vissuta». Il vescovo di Cassano all'Jonio, Nunzio Galantino, sottolinea lo spirito più profondo della visita pastorale di Francesco alla Chiesa locale cassanese. Una diocesi piccola ma antica, radicata già nei primi secoli della cristianità quando portò alcuni suoi pastori al soglio pontificio. Negli ultimi giorni dell'anno passato, invece, il Santo Padre ha chiamato don Nunzio alla segreteria generale della Conferenza episcopale italiana. E per scusarsi d'avergli sottratto il suo presule, per alcuni giorni a settimana, ha inviato una toccante lettera al popolo diocesano anticipando la visita di oggi. «Non ho ancora avuto il piacere di conoscervi di persona – vergava il Papa il 28 dicembre – ma spero di poterlo fare presto». Ha mantenuto la promessa, regalando non solo a Cassano e alla Calabria un giorno da ricordare. Nei novanta ettari dell'area che nel pomeriggio accoglierà la Messa si attendono almeno centomila fedeli provenienti da tutta Italia e pure dall'estero, anche in virtù della presenza in zona di numerosi villaggi turistici che in estate accolgono decine di migliaia di villeggianti italiani e stranieri. La volontà del Papa di chiedere scusa è divenuta la traccia seguita nei mesi che hanno preceduto e preparato il 21 giugno. Con monsignor Galantino che ha chiesto al popolo diocesano d'avvicinarsi all'abbraccio con Francesco proprio imparando a chiedere scusa. Ai poveri, ai non credenti e agli indifferenti, ai ragazzi, ai giovani e alla società civile. Per quanto non fatto o non fatto adeguatamente. «Consapevole come ci insegna il Papa - ha aggiunto don Nunzio – che chiedere scusa vuol dire impegnarsi a correggere ciò che non va bene. Non basta una visita del Papa per salvare la Calabria. È un momento che deve sollecitarci a mettere insieme le energie per costruire il futuro di questa terra che sarà quello che i calabresi costruiranno con le loro mani», ha sigillato il presule che domattina alle 9 accoglierà il Santo Padre, in arrivo da Roma in elicottero, nel carcere di Castrovillari dove Francesco incontrerà i detenuti, il personale penitenziario e le loro famiglie. Dietro le sbarre che guardano il Pollino sono detenuti pure alcuni familiari di Cocò Campolongo, il bambino di tre anni ucciso come un boss il 16 gennaio scorso, a Cassano, assieme allo zio sorvegliato speciale e alla compagna di quest'ultimo. Il Santo Padre ha ricordato il sacrificio di Cocò nell'Angelus di domenica 26 gennaio. Il triplice omicidio è ancora senza colpevoli. A Castrovillari è rinchiuso pure il 27enne romeno Nelus Dudu che il 2 marzo, a Sibari, ha ucciso a bastonate padre Lazzaro Longobardi il quale lo aveva accolto, sfamato, vestito. Nel pomeriggio il Papa sosterà sul luogo del delitto nel cortile della parrocchia in cui il prete viveva. Chiusa la visita in carcere, alle 11, in elicottero, papa Francesco e monsignor Galantino raggiungeranno Cassano per una tappa nel centro di cure palliative per malati terminali “San Giuseppe Moscati”. Alle 12 il Santo Padre attraverserà in auto la cittadina raggiungendo il duomo per un momento riservato al clero diocesano. Alle 13 in seminario pranzerà coi poveri della Caritas e gli ospiti della comunità terapeutica “Saman” impiantatasi nel Cassanese negli anni '80 in una struttura confiscata alla 'ndrangheta che qui morde a sangue. Il menù sarà semplice, quotidiano. Prevede un antipasto con salumi e formaggi calabresi, un primo di maccheroncini con sugo di salsiccia, un arrosto e polpettone di vitello con contorno di verdure e patate al forno. Infine una macedonia di frutta fresca. Alle 14.30 la visita agli anziani della casa di riposo e casa protetta “Casa Serena Santa Maria di Loreto”, quindi il trasferimento a Sibari per la messa e il bagno di folla. Alle 18, infine, il decollo per il ritorno a Roma.
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