mercoledì 12 dicembre 2018
Sono ormai in una fase molto avanzata i lavori del C9, il Consiglio di cardinali che aiuta il Papa nella riforma della Curia. Tra i punti affrontati: media e contenimento dei costi.
Nella foto di archivio una riunione del Consiglio dei cardinali con papa Francesco (Osservatore Romano)

Nella foto di archivio una riunione del Consiglio dei cardinali con papa Francesco (Osservatore Romano)

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Sono ormai in una fase molto avanzata i lavori del C9, il Consiglio di cardinali che aiuta il Papa nella riforma della Curia. Al punto che nella riunione terminata ieri (e iniziata lunedì 10) Francesco ha deciso di non sostituire tre dei membri che lasciano l’incarico. Si tratta dei porporati Goerge Pell (Australia), Francisco Javier Errázuriz Ossa (Cile) e Laurent Monsengwo Pasinya (Congo). «A seguito della richiesta espressa dai cardinali in merito ad una riflessione sul lavoro, sulla struttura e sulla composizione dello stesso Consiglio, tenendo anche conto dell’avanzata età di alcuni membri, il Papa alla fine di ottobre ha scritto» loro, ringraziandoli «per il lavoro svolto in questi cinque anni». Così, per il momento, il C9 diventa C6.

A riferire ai giornalisti l’andamento dei lavori di questa sessione è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke. E proprio in relazione a Pell, che già da diversi mesi è dovuto rientrare in patria per difendersi dalle accuse relative ad alcuni processi per pedofilia, il portavoce vaticano non ha voluto commentare l’indiscrezione giunta dall’Australia e rilanciata anche in Italia, secondo cui il porporato sarebbe già stato riconosciuto colpevole di abusi su minori. «La Santa Sede – ha detto – ha il massimo rispetto della magistratura australiana, siamo consapevoli che c’è un provvedimento in atto che impone silenzio e noi lo rispettiamo». Nel corso dei lavori, comunque, il tema della lotta alla pedofilia sacerdotale è stato toccato, poiché si è parlato della riunione dei presidenti delle Conferenze episcopali del mondo che si terrà in Vaticano dal 21 al 24 febbraio 2019 e i membri dell’organismo «ne hanno ribadito fortemente l’importanza».

Non solo su questo, però, si sono soffermati i cinque cardinali presenti: Oscar Rodriguez Maradiaga, Reinhard Marx, Sean Patrick O’Malley, Giuseppe Bertello e Osvald Gracias (il segretario di Stato, Pietro Parolin era impegnato con la conferenza intergovernativa Onu sul global compact per le migrazioni a Marrakech, in Marocco). Tra i temi principali anche quello del contenimento dei costi della Santa Sede, oggetto dell’intervento del cardinale Marx, coordinatore del Consiglio per l’economia.

Il costo più ingente è senza dubbio rappresentato dal personale, ma non c’è alcun progetto o intenzione di procedere al licenziamento di eventuali esuberi. Piuttosto sarebbero da realizzare, si è fatto notare, «job descriptions per rendere più efficace il lavoro di ogni dicastero, valutando anche la possibilità di ricollocamenti attraverso la mobilità, e ove possibile, il pre-pensionamento». Il senso di responsabilità richiede un piano di lungo termine per ridurre i costi, ha sostenuto Marx, proponendo l’elaborazione di budget pluriennali, «affinché il Consiglio per l’economia possa formulare delle proiezioni a 5 e a 10 anni per dare una idea più chiara della situazione e di come affrontarla».

Anche sulla comunicazione il Consiglio dei cardinali ha fatto il punto della situazione, sullo stato di avanzamento della Riforma. Il prefetto Paolo Ruffini si è soffermato sui prossimi passi da realizzare per portarla a compimento secondo il Motu Proprio del 27 giugno 2015, riunendo tutte le istituzioni coinvolte e garantendo una gestione coordinata e una sempre più efficace collaborazione delle risorse anche grazie ai nuovi strumenti tecnologici.

Ruffini ha sottolineato il valore dei diversi mezzi di comunicazione (radio, tv, web, social) nell’attuale contesto multimediale e l’importanza di una sinergia integrata fra di essi. Quindi ha illustrato i criteri per garantire una strategia unitaria della comunicazione della Santa Sede, sottolineando il valore unico dell’offerta multilinguistica dei media vaticani.

Nel corso della riunione, papa Francesco ha presentato ai cardinali monsignor Marco Mellino, recentemente nominato segretario aggiunto dell’organismo. Una nuova proposta della Costituzione Apostolica, il cui titolo provvisorio è Praedicate evangelium, è stata consegnata al Pontefice.

Infine, il professor Vincenzo Bonomo, rettore della Pontificia Università Lateranense e consigliere dello Stato della Città del Vaticano, ha informato i cardinali sulla nuova Legge sul governo del piccolo Stato. La prossima riunione dell’ormai C6 si terrà il 18, il 19 e il 20 febbraio.

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