giovedì 14 marzo 2013
Dai fedeli ai palazzi della politica, la notizia ha provocato un'ondata di forti emozioni. Il Paese si è fermato per ascoltare le sue prime parole da San Pietro. E la gente ha invaso Plaza de Mayo.
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“Don Jorge”: il cardinale dei poveri nelle Villas Miserias (Lucia Capuzzi)
Le sue battaglie contro il radicalismo (Gherardo Milanesi)
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​Nella cattedrale di Buenos Aires ci sono duecento fedeli, in quel momento. Sono le 16,15 quando viene annunciato: «Habemus Papam». Gli argentini si fermano: chi è per strada cerca un bar con la tv, chi può ascolta la radio o controlla le notizie on line tramite il cellulare. Non serve neppure aspettare il cognome. Basta solo il nome proprio – «Jorge Mario» – per far esplodere la gioia. Gli argentini festeggiano il «loro» Bergoglio, divenuto da pochi secondi il Francesco I di tutti i fedeli del mondo. Buenos Aires è una città abituata alle grandi manifestazioni popolari: in una manciata di minuti alcune delle sue principali vie si riempiono di una folla gioiosa. Rumorosissimi – ma questa volta non perché imbottigliati nel traffico – i taxi hanno cominciato a suonare il clacson, mentre nelle piazze e alle finestre volteggiavano le bandiere bianche e celesti, onnipresenti nelle dimostrazioni di orgoglio argentino. Poco a poco, la gente si è avviata verso la Cattedrale, nella Plaza de Mayo, dove «Papa Francis» ha celebrato l’ultima messa da cardinale il mercoledì delle ceneri. I fedeli che si trovavano all’interno della chiesa, raggiunti dalla notizia, hanno fatto esplodere un lungo ed emozionato applauso. Il Paese intero è in festa, sorpreso da un annuncio che non attendeva. Fra i tanti fedeli argentini felici per il grande dono di un Papa connazionale, è facile immaginare la reazione delle villas, le favelas alla periferia della capitale. Per loro, per coordinare il lavoro dei sacerdoti missionari in quelle dure realtà, l’arcivescovo cardinale Bergoglio aveva creato qualche anno fa una vicaria apposita. Da sempre Francesco I ha dimostrato una grande sensibilità e una profonda attenzione per i più poveri, gli emarginati, i disoccupati, i pibes che avevano perso la strada di casa (spesso catturati dall’abbraccio mortale del paco, il crack sudamericano). Dai fedeli ai palazzi della politica, la notizia ha provocato un’ondata di emozioni. «Non ci posso credere, non ci posso credere» ha detto in lacrime la deputata argentina Gabriela Michetti (del Pro), che conosce molto bene il nuovo Papa. Ma c’è anche chi ha reagito freddamente all’annuncio. Nella Camera dei Deputati era in corso una celebrazione per rendere omaggio alla memoria del presidente venezuelano Hugo Chavez, morto pochi giorni fa. Alla notizia dell’elezione di Francesco I, i parlamentari dell’opposizione, rivela il quotidiano Clarin, avrebbero chiesto la sospensione della cerimonia per ascoltare le parole del nuovo pontefice, ma i deputati del blocco oficialista – legato al presidente Cristina Fernandez Kirchner – si sono rifiutati. A quel punto gli oppositori avrebbero preferito allontanarsi per andare a seguire il primo discorso del Papa da Roma. E sempre il Clarin – molto critico con il presidente – non si lascia sfuggire un altro particolare: mentre tutto il mondo seguiva l’elezione del cardinale argentino, la Kirchner, via Twitter (a cui non rinuncia quasi mai), si soffermava sui risultati della sua gestione nella provincia di Neuquen. Solo un’ora dopo è arrivato il messaggio ufficiale di Cristina a Sua Santità: una lettera pubblicata anche su Twitter. «A mio nome, a nome del governo argentino e in rappresentanza del popolo del nostro Paese, voglio salutarla ed esprimerle i miei auguri in occasione dell’elezione come nuovo Romano Pontefice della Chiesa Universale». «È nostro desiderio – continua – che con l’assunzione della conduzione e guida della Chiesa, abbia un fruttuoso impegno pastorale svolgendo una così grande responsabilità a favore della giustizia, dell’uguaglianza, della fraternità e della pace dell’umanità». La nota presidenziale termina così: «Le invio, Sua Santità, la mia considerazione e il mio rispetto». C’è un altro dettaglio che viene sottolineato da La Nacion (il secondo quotidiano nazionale, anche questo piuttosto critico con la politica di Kirchner): mentre canali televisivi come C5N e TN hanno riprogrammato il palinsesto, mantenendo lunghe dirette da Roma, la tv pubblica argentina non ha sospeso il programma per i bambini in onda; la notizia è stata data solo una decina di minuti dopo. Una piccola curiosità. Amante del calcio (da buon argentino), il nuovo pontefice tifa per la squadra San Lorenzo, creata proprio da un sacerdote all’inizio del Novecento: attraverso i social network, gli altri tifosi del club rosso-blu hanno accolto l’elezione di Francesco I con grande gioia. 
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