sabato 25 marzo 2017
Ordinato a Vercelli il nuovo pastore di Saluzzo. Arnolfo: aperto ai poveri
Bodo, il vescovo più giovane d'Italia
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Una mattinata di sole primaverile ha accolto le centinaia di fedeli che ieri hanno raggiunto Vercelli per l’ordinazione episcopale di Cristiano Bodo, il sacerdote eusebiano che, con i suoi 49 anni non ancora compiuti, è così diventato il più giovane vescovo italiano quale successore di Giuseppe Guerrini sulla cattedra di Saluzzo. A stringersi a lui, oltre all’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo (consacrante principale), Enrico Masseroni e Giuseppe Guerrini (con-consacranti), i cardinali Tarcisio Bertone e Severino Poletto, gli arcivescovi Cesare Nosiglia e Mario Giordana, i vescovi Gianni Ambrosio, Franco Giulio Brambilla, Gabriele Mana, Alceste Catella, Guido Gallese, Edoardo Cerrato, Francesco Ravinale, Pier Giorgio De Bernardi, Pier Giorgio Micchiardi, Luciano Pacomio, Marco Brunetti, Piero Delbosco, Alfonso Badini Confalonieri, Mario Sivieri, Sebastiano Dho, Giacomo Lanzetti, Giuseppe Anfossi, Giuseppe Cavallotto e Luigi Bettazzi. Dopo la lunga processione d’ingresso dall’episcopio sino alla Cattedrale di Sant’Eusebio, la celebrazione è subito entra nel vivo con la lettura della bolla papale di nomina di Bodo a vescovo di Saluzzo, seguita da una breve omelia di Arnolfo: «Caro don Cristiano – ha detto l’Arcivescovo di Vercelli – anzitutto ti esorto a essere felice in questo momento, così come era felice Maria dopo l’annuncio dell’Angelo e poi ti invito a incarnare, nel tuo futuro ministero episcopale, l’immagine di Gesù che, per la sua missione sulla terra, non ha scelto Gerusalemme, non i palazzi del potere, non gli onori, ma l’umile dimora di Betlemme e la gente semplice, gli ultimi.

Tu cerca di essere così: vicino al gregge che ti è stato affidato nella consapevolezza, come ci ha detto Francesco, che il pastore deve avere addosso l’odore delle sue pecore». Arnolfo ha voluto ricordare anche i due grandi eventi contemporanei alla celebrazione vercellese: la visita di papa Francesco a Milano e l’anniversario dei Trattati di Roma istitutivi della Comunità economica europea. «La Chiesa è chiamata a pregare e lavorare perché anche l’Unione Europea, oggi stanca e povera di valori, in affanno in un mondo dominato dal denaro, recuperi la sua capacità di essere accogliente e solidale. Così come lo devi essere tu, caro don Cristiano, con i nuovi poveri creati dalla crisi economica e con i profughi che bussano alle porte delle nostre comunità». Infine un’indicazione più strettamente pastorale: «Nel tuo ministero episcopale ricerca la condivisione e la collaborazione con il clero e con i laici. La Chiesa è comunione ».

A conclusione della Messa l’ultimo saluto è stato quello del neo vescovo, che ha voluto ringraziare a uno a uno tutti i presenti, a partire dai confratelli sacerdoti e vescovi e, con un particolare entusiasmo (ricambiato da un’ovazione), i ragazzi e gli animatori dell’oratorio della sua parrocchia dei Cappuccini di Vercelli. Toccante anche il pensiero rivolto alla mamma Grazia presente in prima fila. Conclusa la Messa, il bagno di folla con abbracci e strette di mano sino in Seminario dove a tutti è stato offerto un rinfresco a base di “panissa”, il piatto tipico vercellese. Ora l’attenzione si sposta a Saluzzo dove Bodo farà il suo ingresso domenica prossima alle 16.

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