giovedì 10 dicembre 2020
La decisione legata alla pandemia. La veglia della Venuta si è svolta senza i pellegrini. L'omelia dell'arcivescovo Dal Cin: serve uno sguardo più ampio sulle cose della vita, occorre "volare alto"
Un momento della Veglia della Venuta a Loreto

Un momento della Veglia della Venuta a Loreto - Collaboratori Avvenire

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Benevolmente concesso da papa Francesco in occasione del centesimo anniversario della proclamazione della Madonna di Loreto Patrona degli aeronauti (24 marzo 1920), il Giubileo Lauretano avrebbe dovuto concludersi ieri con la chiusura della Porta Santa nella Basilica della Santa Casa, ma a motivo dell’emergenza sanitaria, per volontà del Santo Padre, è stato prorogato di dodici mesi, fino al 10 dicembre 2021.

Da sempre occasione di pellegrinaggio per migliaia di devoti, la veglia della Venuta nella notte in cui si ricorda l’arrivo della casa nazaretana di Maria sul colle lauretum, ha visto seguire in tanti l’indicazione di monsignor Fabio Dal Cin, l’arcivescovo delegato pontificio: al posto dei tradizionali fuochi nelle campagne, accendere a una finestra di casa una candela, «simbolo della speranza che vince le tenebre della paura, di quelle paure che ci portiamo dentro e di quelle proprie di questo momento difficile che condividiamo con tutta l’umanità».

Maria, ha detto Dal Cin nel corso della veglia, «con il suo sì riassume e prepara tutti i sì detti a Dio. Nel suo sì c’è il sì di tutta l’umanità prima e dopo di lei. C’è il sì di tanti cristiani, di semplici fedeli che hanno volato alto perché hanno seguito Cristo».

Al termine della veglia, che nonostante le limitazioni ha visto compiersi la tradizionale uscita dell’effigie della “Virgo Lauretana” dalla Basilica in piazza e sul sagrato, il delegato pontificio ha conferito al generale di squadra aerea Alberto Rosso, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare italiana, e ad Alessio Quaranta, direttore generale dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), la Croce Lauretana, in segno di gratitudine «per la promozione della peregrinatio Mariae», durante il Giubileo Lauretano 2020/2021, «negli aeroporti italiani, anche nel tempo dell’emergenza sanitaria, offrendo a tutti i passeggeri devoti alla Celeste Patrona momenti di riflessione e di preghiera».

Nel corso del pontificale di ieri per la solennità della Beata Vergine di Loreto, riprendendo il tema della sua Lettera pastorale “Chiamati a volare alto”, stilata per l’anno giubilare, Dal Cin si è rifatto anzitutto all’enciclica “Fratelli tutti” nella quale papa Francesco, «come in un volo a bassa quota sulle vicende del mondo, ci fa vedere tutti i mali e le sofferenze che affliggono l’umanità» e ci consente di «stanare quelli che il Papa definisce i briganti della strada, coloro, cioè, che hanno come segreti alleati quelli che passano per la strada guardando dall’altra parte e, così facendo, prosciugano la società di ogni risorsa non solo materiale ma anche di umanità».

Un invito a invertire la rotta, quello del Santo Padre, secondo Dal Cin. «Per vedere il prossimo senza frontiere – ha aggiunto – per poter cogliere l’appello del forestiero, occorre avere uno sguardo più ampio sulle cose della vita. Occorre “volare alto”; innalzarsi, raggiungere livelli di volo divini per potersi accorgere che da lì, da dove guarda Dio, le barriere, i muri, i recinti, le discriminazioni…non esistono perché mai esistono nel cuore di Dio».

Nel pomeriggio di ieri, infine, si è svolta all’interno del Museo Pontificio lauretano, in collegamento streameing con le associazioni dei marchigiani nel mondo, la tradizionale “Giornata delle Marche”, promossa dalla Regione e dedicata quest’anno al mondo socio-sanitario. «Auspico vivamente – ha detto tra l’altro Dal Cin – che da questo luogo e del patrimonio di valori che abbiamo ricevuto dalle nostre sane famiglie possiamo ripartire insieme per affrontare la situazione che stiamo attraversando, guardando alla realtà senza servirci dei problemi per scopi ideologici o politici o di interesse di parte».

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