sabato 19 febbraio 2022
Visse e morì nel monastero di Fabriano. Attribuita alla sua intercessione la guarigione miracolosa di una neonata, avvenuta ad Ancona nel 1985
Una beatificazione in piazza San Pietro

Una beatificazione in piazza San Pietro - Ansa

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Sono cinque le figure interessate dagli ultimi decreti della Congregazione delle Cause dei santi, promulgati ieri dopo l’autorizzazione concessa dal Papa al prefetto del dicastero, il cardinale Marcello Semeraro. E hanno un tratto in comune: non appartengono a un passato remoto, ma sono tutte vissute nel Novecento.
Tra di esse la più nota, e scomparsa più di recente, è senza dubbio quella del cardinale argentino Eduardo Francisco Pironio (1920-1998), di cui la Chiesa riconosce ora le virtù eroiche dichiarandolo venerabile. A lui dedichiamo un approfondimento in questa pagina.

Ma la figura che riceve il più alto riconoscimento è una donna italiana: si chiamava Agnese Pacifica Panas, Maria Costanza il nome da clarissa cappuccina. Già venerabile, ora è stata riconosciuta miracolosa una guarigione attribuita alla sua intercessione, cosa che la porterà nei prossimi mesi sugli altari come beata.

Agnese Pacifica nacque il 5 gennaio 1896 ad Alano di Piave (Belluno). I genitori nel 1902 emigrarono negli Stati Uniti in cerca di lavoro e la affidarono a un zio sacedote fino al loro ritorno nel 1910. Dopo gli studi a Feltre e Vicenza, si diplomò maestra a Venezia nel 1913 e quattro anni dopo, vincendo la strenua resistenza della famiglia, entrò nel monastero delle clarisse cappuccine di Fabriano, nelle Marche. Da lì in poi la sua vita da religiosa si dipanò in modo ordinario, eccezion fatta per la sua elezione a badessa del monastero. Fuori dall’ordinario era invece il profumo spirituale che questa suora di clausura emanava.

Un profilo ufficiale scritto dai frati cappuccini lo evidenzia bene: «Per molti anni accolse le persone che bussavano al monastero, prediligendo i sacerdoti, alcuni dei quali divennero suoi figli spirituali e allargando l’apostolato attraverso la grata conventuale con una fitta corrispondenza. Accoglieva senza mai dare la sensazione di fretta, dava tempo, ascoltava con interesse e consigliava con sicurezza donando serenità. E il tutto senza darsi toni da maestra o da super donna, ma con una umanità piena. Così nelle sue lettere insegnava a scoprire il senso di certe situazioni, specialmente dell’aridità o nelle oscurità, con quella finezza e affabilità di chi ha esperienza di simili purificazioni e ha imparato a camminare nella pura fede. A coloro che andavano da lei insegnava il modo di mantenere la serenità e la pace in mezzo ai propri limiti e debolezze e ad avere comprensione con se stessi». Morì il 28 maggio 1963.

Il miracolo attribuito alla sua intercessione è avvenuto il 29 novembre 1985 e ha riguardato la guarigione di una neonata affetta da «grave sofferenza fetale da anemia feto-natale ed emorragia cerebrale, con insufficienza multiorgano», avvenuta all’Ospedale “Salesi” di Ancona.

Gli altri decreti promulgati ieri riguardano servi di Dio che diventano venerabili. Si tratta del carmelitano scalzo Immacolato Giuseppe di Gesù (al secolo Aldo Brienza), nato nel 1922 a Campobasso e ivi morto il nel 1989, che fu un infermo cronico, costretto a letto per più di 50 anni; poi la brasiliana suor Benigna Vittima di Gesù (al secolo Maria da Conceiçao Santos), della Congregazione delle Suore Ausiliatrici di Nostra Signora della Pietà, nata nel 1907 a Diamantina e morta nel 1981 a Belo Horizonte; e la spagnola suor Juanita Méndez Romero, della Congregazione delle Suore Operaie del Cuore di Gesù, nel 1937 a Villanueva de Córdoba e morta nella stessa città nel 1990.





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