lunedì 2 giugno 2025
Una folla imponente si sta radunando al santuario di Namugongo per la festa dei santi Carlo Lwanga e compagni martiri
L'arrivo al Santuario di Namugongo dei pellegrini della diocesi di Lugazi, in Uganda, guidati dal vescovo Christopher Kakooza

L'arrivo al Santuario di Namugongo dei pellegrini della diocesi di Lugazi, in Uganda, guidati dal vescovo Christopher Kakooza - New Vision, Moses Nsubuga

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Una folla imponente si sta radunando da giorni a Namugongo, Uganda, a una decina di chilometri dalla capitale Kampala, nei pressi del Santuario che costituisce il cuore cristiano del Paese. Tre milioni di persone sono attese in totale, scrive New Vision, il principale quotidiano ugandese, mentre le stime del ministero del turismo parlano di 2,5 milioni.

Il 3 giugno è infatti la memoria liturgica di santi Carlo Lwanga e compagni martiri, il gruppo di giovani maschi – ricorda il martirologio romano – «di età compresa tra i quattordici e i trent’anni, appartenenti alla regia corte dei giovani nobili o alla guardia del corpo del re Mwanga, neofiti o fervidi seguaci della fede cattolica» i quali «essendosi rifiutati di accondiscendere alle turpi richieste del re [che voleva giacere con loro ndr] sul colle di Namugongo in Uganda furono alcuni trafitti con la spada, altri arsi vivi nel fuoco». Ventidue furono i cattolici assassinati a Namugongo tra il 1885 e il 1888, 23 quelli appartenenti alla Chiesa anglicana.

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I pellegrini arrivano in gran parte a piedi, anche da Paesi vicini come Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Kenya e Tanzania, percorendo a volte centinaia di chilometri e dando vita a una delle più scenografiche manifestazioni di fede popolare dell’Africa centrale.

«Ho iniziato a venire a piedi a Namugongo 18 anni fa e non ho mai saltato un anno, tranne che durante la pandemia di COVID-19» ha raccontato al quotidiano ugandese Monitor un keniota di nome Makokha, che fa notare di aver chiamato l’ultimo figlio Charles Lwanga. «Ci sono pellegrini – ha aggiunto – che hanno iniziato a camminare all'inizio di questo mese partendo da Machakos e Nakuru [in Kenya ndr] e che percorreranno quasi 700 km prima di arrivare a Namugongo».

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«Perché qualcuno dovrebbe camminare così a lungo? Cosa c'è nei martiri dell'Uganda che ispira tanta devozione? E perché la fede è ancora così profonda tra gli africani di oggi?» si chiede il quotidiano Nile Post, che così risponde: « Per molti fedeli andare a Namugongo non è solo una tradizione, ma è come rivivere quel sacrificio. È un'occasione per sopportare, anche se per poco, il dolore e la sofferenza in onore di chi ha sopportato molto di più. Alcuni si chiedono: se loro hanno potuto dare la vita per Cristo, cosa sono 300 chilometri a piedi?». E aggiunge: «In un'epoca di crescente secolarismo in molte parti del mondo, il cuore spirituale dell'Africa rimane forte».

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