mercoledì 8 novembre 2017
Al-Tayyeb dopo aver incontrato papa Francesco: «È un uomo simbolo ha un cuore inondato di amore, di bene sincero, di desiderio che l’umanità possa beneficiare dello scambio tra le culture»
Papa Francesco nell'incontro con il grande imam Al-Azhar il 28 aprile 2017 nella moschea del Cairo

Papa Francesco nell'incontro con il grande imam Al-Azhar il 28 aprile 2017 nella moschea del Cairo

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Papa Francesco «è un uomo simbolo, profondamente buono, ha un cuore inondato di amore, di bene sincero, di desiderio che l’umanità possa beneficiare dello scambio tra le culture». Sono parole non di circostanza quelle pronunciate dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. Parole importanti dette alla conferenza “Oriente e Occidente: dialoghi di civiltà” promossa a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio dopo che l’imam era stato ricevuto in udienza dal Papa che poi lo aveva invitato a pranzare insieme a Casa Santa Marta.

«Abbiamo discusso – ha rivelato Al-Tayyeb – di questioni che tormentano la coscienza umana e provocano dolore e sofferenza nel mondo». «Vogliamo vedere – ha spiegato – come lavorare insieme per ridurre i patimenti dei poveri, di tutti i sofferenti nel mondo. E devo dire che sono ottimista». Il Pontefice, ha proseguito il grande imam, «è un uomo simbolo, profondamente buono, ha un cuore inondato di amore, di bene sincero, di desiderio che l’umanità possa beneficiare dello scambio tra le culture».

Il convegno ospitato ieri sera nel Palazzo della Cancelleria è stato moderato dal presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, e ha visto gli interventi del fondatore Andrea Riccardi, del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, di monsignor Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia, dell’orientalista francese Olivier Roy e di altri esponenti islamici. Il presidente del senato Piero Grasso ha portato un suo saluto. Si tratta della terza Conferenza dedicata al delicato tema del rapporto tra Oriente e Occidente dopo quelli tenuti a Firenze nel 2015 e a Parigi nel 2016.

«Questi incontri non sono un lusso ma una necessità» ha sottolineato Al-Tayyeb. E lo ha fatto annunciando, tra gli applausi dei tanti partecipanti, che Al-Azhar «mette a disposizione le proprie risorse e tutto il proprio contributo per una collaborazione continua per cercare soluzioni al terrore e produrre ogni sforzo per la pace mondiale». Nel suo articolato intervento, pronunciato in arabo, Al-Tayyeb ha ribadito «la necessità, l’ineluttabilità del dialogo tra Oriente e Occidente, per salvare l’umanità e non ripiombare in un’epoca oscura». Per il grande imam «la violenza reciproca isola la nostra civiltà rispetto alle precedenti: questo secolo rappresenta un arretramento rispetto al secolo passato».

«Non sto qui a parlare – ha aggiunto – del terrorismo, di chi c’è dietro, di chi lo finanzia e permette questa potenza terrificante e questa capacità di spostare armi indipendentemente dai confini ». Per il leader spirituale islamico «i musulmani sono vittime del terrorismo, pagano un tributo più alto degli altri. Anche le loro economie sono colpite ». E per Al-Tayyeb la religione non è un ostacolo al dialogo, ma ne è il fondamento come «cintura di salvataggio », anche se le ideologie laiciste «irridono a questo». «Le guerre combattute in nome della religione hanno una sola cosa in comune – ha osservato –: la politicizzazione della religione, la strumentalizzazione della religione a fini politici». Al-Tayyeb ha concluso il suo intervento con l’invito a «rispettare le altre fedi e i loro credenti, rispetto che non può essere inferiore a quello per la propria religione. In questo punto gli estremisti hanno compiuto un passo falso, con la loro spinta a uccidere gli infedeli».

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