sabato 1 febbraio 2020
Classe 1913, la religiosa si è spenta a 106 anni a San Gavino. Fondò l'Istituto delle suore Suore del Cenacolo Cuore Addolorato e Immacolato di Maria. Spese tutta la sua vita per gli orfani.
Al centro madre Lina Pinna festeggiata per i suoi 104 anni dalle consorelle e dal vescovo Roberto Carboni

Al centro madre Lina Pinna festeggiata per i suoi 104 anni dalle consorelle e dal vescovo Roberto Carboni - Pagina Facebook diocesi Ales-Terralba

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Apostola degli orfani e dei bisognosi e una donna capace di spendersi per sconfiggere il triste fenomeno dell’analfabetismo nella sua isola: la Sardegna. E’ la storia di suor Lina Pinna spentasi questo venerdì alla veneranda età di 106 anni a San Gavino diocesi di Ales-Terralba.

La religiosa è morta nella casa madre dell’Istituto da lei fondato a San Gavino: le Suore del Cenacolo Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, conosciute anche come le “Suore del Vescovo”.

Nata il 3 ottobre 1913 a Cagliari, seconda di 7 figli. Per i fratelli è stata da subito una seconda mamma. Si diploma alle magistrali, e a causa della guerra, con tutta la famiglia sfolla a Villasimius dove il fratello prete è parroco del paese. Da quel momento inizia ad insegnare nelle scuole elementari dei paesi vicini come Castiadas, raggiungendoli anche a piedi a causa dell’assenza di mezzi di trasporto.

Da allora diventa chiara la sua chiamata al Signore prima accarezza il sogno di farsi monaca di clausura poi comprende che il suo principale ministero sarà quello di dedicarsi ai bisognosi. Vocazione che divenne per lei una missione.

Nel 1957 con l'allora vescovo di Ales Antonio Tedde suor Lina fondò la Congregazione delle suore del Cenacolo. La loro missione fu la stessa: aiutare un territorio povero, combattere l'analfabetismo. Le religiose hanno operato in scuole ed orfanatrofi. Servizio diretto alla formazione dei più piccoli, adempiuto ancora oggi nelle materne di Ales, Masullas e San Gavino. Oggi le suore sono 70, divise fra la casa madre e gli episcopi di Ales ed Iglesias e le materne di Monserrato e Poetto. Tre case fuori Sardegna: assistenza ai Gesuiti a Roma, materne a Pescia in Toscana e a Campo San Martino, in Veneto. Come certamente singolare fu la confidenza che raccontò nel 2013 in occasione delle sue cento primavere: «Senza l'aiuto di Dio e della Madonna non avrei potuto fare nulla. Sono grata al Signore per il dono della vita e per quello che anche per mezzo suo ho potuto operare per il bene degli altri».

Anche l’attuale amministratore apostolico di Ales-Terralba e arcivescovo di Oristano il francescano conventuale Roberto Carboni ha voluto esprimere il suo cordoglio per la scomparsa della religiosa sarda.

«Affidiamo all'abbraccio della misericordia del Padre la Madre Lina. - si legge nel messaggio - Partecipando al dolore dei familiari, delle suore e di tutta la famiglia religiosa del Cenacolo, desideriamo elevare alla Trinità Santissima un inno di ringraziamento per il dono di una vita spesa al servizio, per l'impegno giornaliero silenzioso ma fruttuoso in tutti questi anni, a favore di tanti bambini, di tanti uomini e donne che hanno avuto modo di conoscere l'amore di Dio attraverso il carisma della Madre Lina e della Congregazione».

Le condoglianze per la scomparsa di suor Lina sono stati espressi anche dai vescovi emeriti Antonino Orrù e Giovanni Dettori. I funerali si sono svolti questo sabato mattina nella chiesa di Santa Teresina a San Gavino.



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