giovedì 1 luglio 2021
Il presule lucano aveva 95 anni. Aveva guidato le due diocesi calabresi appena unificate. Era stato pastore anche a Rossano e Cariati. Domani alle 17 i funerali presieduti da Bertolone
Antonio Cantisani, fu primo arcivescovo di Catanzaro-Squillace

Antonio Cantisani, fu primo arcivescovo di Catanzaro-Squillace - Foto d'archivio

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La Chiesa di Catanzaro-Squillace, assieme al suo arcivescovo, Vincenzo Bertolone, da ieri mattina è in lutto per la morte dell’arcivescovo emerito, Antonio Cantisani. Fu il primo arcivescovo di Catanzaro-Squillace, il primo metropolita, ed il primo a celebrare il Sinodo nelle due diocesi unificate nel 1986.

Dopo alcune settimane di sofferenza fisica, si è spento nella sua residenza del Seminario arcivescovile di Catanzaro. Era nato a Lauria Superiore (Potenza), già diocesi di Policastro Bussentino, ora di Tursi-Lagonegro, il 2 novembre 1926. Formatosi nel Seminario regionale di Salerno, venne ordinato presbitero il 16 giugno 1949. Baccelliere in Sacra Teologia, consegue la laurea in Diritto canonico nella Pontificia università Lateranense discutendo la tesi: “Testimonianze di diritto e disciplina ecclesiastica nelle opere pastorali di Sant’ Agostino”.

Da giovane prete svolse il ruolo di vicerettore del Seminario diocesano di Policastro, dove nel ginnasio fu docente di Lettere e di latino e greco.

Sempre in diocesi fu nominato cancelliere della curia (dal 1953 al 1956), assistente diocesano dell’Azione Cattolica e della Gioventù Femminile, membro del consiglio presbiterale diocesano. È stato, tra l’altro, parroco di Sapri sin dal 1956.

Fu eletto da Papa Paolo VI alla sede arcivescovile di Rossano il 18 novembre 1971. Fu ordinato vescovo il 27 dicembre 1971; il 7 aprile 1979 è nominato anche vescovo nella vicina diocesi di Cariati, Poi il trasferimento, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, nell’arcidiocesi di Catanzaro e nella diocesi di Squillace il 31 luglio 1980.

Questo il suo motto episcopale: Evangelizo vobis, gaudium magnum, che ha rispecchiato tantissimo il suo ministero episcopale,
Fu, come detto, il primo arcivescovo di Catanzaro-Squillace, il primo metropolita, ed il primo a celebrare il Sinodo nelle due diocesi unificate nel 1986. E commosso a questo proposito è stato il commento del suo successore Bertolone: «Nel suo lungo episcopato, durato quasi 50 anni, ricordo che è stato eletto vescovo a 45 anni è una figura luminosa, ricca, con diverse sfaccettature, l’ultima delle quali è quella letteraria con la traduzione dei salmi del grande Cassiodoro di cui era innamorato. Oggi è il momento del silenzio e della preghiera».

Dal 1985 al 1995 è stato presidente della Commissione per le migrazioni della Cei, e dal 1987 primo presidente della Fondazione “Migrantes” eretta dalla Cei, e consultore del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

Nel 1995 i vescovi della Calabria lo designavano come presidente della Conferenza episcopale calabra. Anche questa volta fu il primo a far visita nel Consiglio Regionale della Calabria, invitando tutti i rappresentanti della politica a riscoprire e promuovere sempre la centralità della persona e il bene comune.

Concludeva il suo mandato di arcivescovo di Catanzaro-Squillace per raggiunti limiti di età il 31 gennaio 2003. Da emerito non ha mai lasciato la sua arcidiocesi, facendo un «omaggio d’amore alla Sposa» con la sua attenta presenza e predicazione e con innumerevoli pubblicazioni di taglio teologico, storico e spirituale. Non per ultimo il suo prezioso studio sul profilo ascetico e spirituale di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, di cui ha tradotto in più volumi il Commento ai Salmi.

Anche da presule emerito ha continuato ad essere sempre attento alla vita dei presbiteri e del suo popolo, visitando anche le comunità parrocchiali e rimanendo attivo alla vita sociale e culturale del territorio.

Ha sempre insegnato a tutti a saper vivere con gioia ed impegno in una Chiesa «sinodale», «in uscita», «inquieta». Domani pomeriggio, alle 17, le esequie nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro, presiedute dall’arcivescovo Bertolone, alla presenza dell’episcopato calabro, del clero e di tutti coloro che hanno apprezzato ed amato questo umile pastore.




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