Da Seul a Roma: i giovani coreani in missione aspettando la "loro" Gmg

Accompagnati da un sacerdote italiano, il gruppo partecipa e invita i coetanei in Asia nel 2027
July 30, 2025
Da Seul a Roma: i giovani coreani in missione aspettando la "loro" Gmg
. | Il gruppo di sud coreani al Giubileo dei giovani
Si chiama “Progetto 1004” – che in coreano significa anche “angelo” – ed è l’iniziativa che ha portato un centinaio di giovani coreani a partecipare al Giubileo dei giovani 2025. Tra loro, un gruppo di adolescenti provenienti da Seul che è stato accompagnato da don Fabiano Rebeggiani, sacerdote romano di origine ma oggi presbitero incardinato nella capitale sudcoreana.
«Abbiamo voluto che questi ragazzi vivessero un pellegrinaggio che non fosse solo geografico, ma interiore – racconta don Fabiano –. Il Giubileo per noi è un passaggio spirituale che prepara al 2027, quando la Giornata mondiale della gioventù si terrà proprio a Seul».
Ordinato nel 2021 durante la pandemia, don Fabiano oggi è responsabile della pastorale universitaria per gli stranieri nell’arcidiocesi di Seul. Ha accompagnato un gruppo composto da minorenni delle prefetture 1 e 6 della diocesi: studenti delle scuole medie e superiori, per la prima volta fuori dalla Corea del Sud. «Sono emozionatissimi, gasati – dice sorridendo –. A Roma alloggiamo nella parrocchia di Santa Maria Causa Nostrae Letizia al Villaggio Breda, insieme a gruppi di giovani italiani da Novara e Milano. È sorprendente vedere come comunichino senza una lingua comune: tra cellulari, gesti e lo Spirito Santo, riescono a capirsi. È una fraternità che li sta cambiando».
In Corea, spiega, la cultura confuciana e il retaggio militare rendono spesso rigidi i rapporti interpersonali, specie tra generazioni. Per i ragazzi coreani, questa libertà relazionale vissuta in parrocchia è una scoperta: «Qui vedono adulti e coetanei condividere, ridere, giocare insieme. Non ci sono barriere, solo fratelli». Il pellegrinaggio ha seguito le orme di san Benedetto. Prima di Roma, il gruppo ha visitato Subiaco e Montecassino, toccando anche il monastero delle Tre Fontane e San Paolo fuori le Mura.
«Abbiamo sentito Benedetto accanto a noi – racconta –. La sua parola “non anteporre nulla all’amore di Cristo” ci ha accompagnato. E per i ragazzi, abituati a una società frenetica, il messaggio dell’“ora et labora” è stato liberante». Il Giubileo è stato anche un’occasione di osservazione e ascolto in vista della prossima Giornata mondiale della gioventù. Per i presbiteri coreani, vedere come le parrocchie italiane accolgono i pellegrini è stato formativo. «La Corea non ha esperienza diretta nell’ospitare un evento ecclesiale di queste dimensioni. Stiamo prendendo appunti, imparando tutto: logistica, spiritualità, relazioni».
Per i ragazzi, però, il centro è l’incontro con Cristo: «Le Giornate mondiali non sono solo raduni. Sono chiamate. Momenti in cui il Signore ti guarda, ti parla, ti fa una proposta». E da Seul, don Fabiano lancia un invito forte ai giovani italiani: «Venite nel 2027. Sarà la prima Gmg in un Paese non cristiano: solo il 10% della popolazione è cattolica. È una terra segnata da grande sofferenza: suicidi, depressione, una guerra mai chiusa. Ma anche da un popolo che ha sete di speranza. La Gmg sarà un annuncio potente di Cristo». E conclude: «La Corea del Sud ha una Chiesa nata dal sangue dei martiri. Uomini e donne semplici, che hanno donato tutto. I giovani europei possono trovare qui una fede viva e radicale. E portare con sé il volto della Chiesa universale».

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