martedì 1 febbraio 2022
In Germania, dopo il dossier sugli abusi in Baviera, il presidente dei vescovi Bätzing attacca Ratzinger
Il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti

Il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti - Siciliani

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La Chiesa italiana è, e sempre starà, dalla parte delle vittime degli abusi. Quanto alle dimensioni del triste fenomeno in Italia, l’obiettivo è «arrivare a fornire dati ed elementi effettivi» per capire la realtà e non operare «in maniera sbrigativa, tanto per dare dei numeri». Ragion per cui il cardinale Gualtiero Bassetti, nel ricordare che «da qualche tempo» i vescovi italiani stanno «riflettendo sull’avvio di una ricognizione approfondita e seria della situazione italiana», ha anche fatto intendere che, se inchiesta ci sarà, si dovrà tener conto «della differenza strutturale, culturale ed ecclesiale del nostro Paese rispetto ad altri, a partire dal numero molto elevato di diocesi».

Il presidente della Cei ne ha parlato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera domenica scorsa, in cui sostanzialmente ricorda che l’obiettivo è innanzitutto quello «di non ripetere errori e omissioni del passato e rendere giustizia agli abusati. Ma giustizia non è giustizialismo».

Prevenzione e ascolto, dunque, sono le parole d’ordine. «L’impegno c’è, e il futuro si costruisce fondando buone pratiche nel presente: i nostri Centri di ascolto, ormai piuttosto diffusi, sono disponibili ad accogliere chi sente il bisogno di trovare un luogo in cui raccontare la sua sofferenza e a ricevere segnalazioni».

È chiaro dunque che la Chiesa italiana intende seguire una metodologia diversa da quella di altri episcopati. «Pensiamo sia importante – sottolinea Bassetti – impostare un’indagine anche qualitativa. Vogliamo raccogliere le informazioni che arrivano dai nostri Servizi diocesani per la tutela dei minori, per avere un riscontro dell’attività di questa rete del tutto nuova in Italia. Questo tipo di approccio metodologico "dal basso" ci consentirà di avere un quadro che non fa leva su proiezioni o statistiche, ma sul vissuto delle Chiese locali». E quanto alla rete di prevenzione che la Cei ha messo in campo, il cardinale ha spiegato che «tutte le diocesi hanno costituito il proprio Servizio con un referente dedicato: 56 donne e 47 uomini, in prevalenza professionisti preparati in campo giuridico, psicologico, medico-psichiatrico, assistenziale, educativo, e 124 presbiteri o religiosi». Vi sono poi i centri di ascolto, presenti nel 40 per cento delle diocesi. «Non sono sportelli o uffici burocratici», ma strutture di «accoglienza di persone che portano con sé le ferite di traumi psicologici e non solo». «Dobbiamo tener conto degli abusi avvenuti e agire di conseguenza, con fermezza, nel presente e per il futuro perché non si ripetano più», conclude il presidente della Cei, in risposta a una domanda sul parallelo con la recente inchiesta condotta nella diocesi di Monaco, in Germania.

A proposito della quale non si placano gli echi che hanno investito il Papa emerito Benedetto XVI, accusato di non aver agito adeguatamente nei confronti di un religioso pedofilo, quando era arcivescovo di quella Chiesa locale (1977-1982). Ieri con una inusitata modalità di esternazione, il presidente della Conferenza episcopale Tedesca, Georg Bätzing, ha avanzato tramite l’emittente Zdf una richiesta choc che ha lasciato sgomenti diversi osservatori. Secondo lui Benedetto XVI «deve pronunciarsi, non deve tener conto di quel che dicono i suoi consulenti e in sostanza deve dire la semplice frase: “Ho delle colpe, ho fatto degli errori, prego chi è rimasto coinvolto di perdonarmi”». Sulla questione papa Ratzinger aveva rettificato, chiedendo scusa per l’errore di memoria, una sua precedente dichiarazione in cui diceva di non essere stato presente alla riunione in cui venne decisa l’ospitalità in diocesi del religioso pedofilo, per ragioni terapeutiche. Lo stesso Benedetto XVI ha fatto sapere che parlerà dopo aver letto il rapporto che consta di 1.900 pagine. Nei giorni scorsi un editoriale di Vatican News, a firma di Andrea Tornielli, ricordava gli incontestabili meriti di Benedetto XVI nella lotta agli abusi e la sua vicinanza alle vittime. E ieri il cardinale Fernando Filoni, già sostituto durante il suo pontificato, ha scritto che «è sempre stata chiara la volontà di Benedetto XVI» di affrontare con determinazione la questione pedofilia nella Chiesa.

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