venerdì 5 agosto 2022
L’arcivescovo Caliandro ricorda che «Brindisi, nella vita del santo, è stata una tappa importante: qui, nel 1897, si imbarcò per la Palestina dove visse nell’imitazione nascosta di Gesù a Nazareth
L’immagine di san Charles de Foucauld nella parrocchia a lui dedicata a Brindisi

L’immagine di san Charles de Foucauld nella parrocchia a lui dedicata a Brindisi - Badaracchi

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Si trova nel Rione Santa Chiara di Brindisi la prima parrocchia in Italia a essere intitolata a San Carlo di Gesù (il nome scelto da Charles de Foucauld dopo aver intrapreso la vita religiosa), proclamato santo da papa Francesco lo scorso 15 maggio.

L’immissione canonica del parroco don Vito Paparella e l’avvio della parrocchia sono avvenuti il 1° luglio con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, Domenico Caliandro, che proprio nel giorno della canonizzazione di Charles de Foucauld aveva firmato il decreto canonico di erezione della nuova parrocchia.

Nel testo l’arcivescovo brindisino ricordava che «Brindisi, nella vita di san Carlo di Gesù, è stata una tappa importante: da qui, nel febbraio 1897, si imbarcò per la Palestina dove visse nell’imitazione nascosta di Gesù a Nazareth, intuendo che l’amore per Cristo richiede la sua radicale imitazione».

Non solo: il presule ha individuato un’affinità spirituale tra il santo e il venerabile brindisino Matteo Farina, morto diciottenne nel 2009 per un tumore al cervello. «Entrambi hanno avuto in animo il desiderio di gridare il Vangelo con la vita – scrive ancora l’arcivescovo di Brindisi-Ostuni –, volendo essere una presenza evangelizzatrice in contesti lontani dal Cristo e la sua Chiesa: i tuareg per san Carlo di Gesù e i coetanei per il venerabile Matteo Farina».

Nelle parole pronunciate alla fine della Messa del 1° luglio nella nuova parrocchia brindisina, don Paparella ha ricordato come la comunità sia «anche sotto la protezione del nostro fratello brindisino Matteo Farina che, con fratel Carlo, condivide l’amore smisurato per Cristo, il desiderio di fraternità universale», sottolineando che «dedicare una parrocchia a un santo non è la stessa cosa che dare un nome ad una via della città».

Quando era un laico in ricerca, alla fine degli anni ’80, l’allora giovane Vito Paparella è stato introdotto alla spiritualità del nuovo santo grazie al suo parroco barese don Luigi Spaltro. Oggi, a 54 anni, si trova a guidare la comunità «in un cammino che ci chiama all’impegno di essere accoglienti ».

Il sacerdote è già in contatto con i Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, le Discepole del Vangelo e le Piccole Sorelle di Gesù per future testimonianze sul carisma vivo di san Charles de Foucauld, fratello universale in dialogo con tutti che illumina i primi passi della parrocchia, sollecitata a confrontarsi sul territorio con povertà e credenti di altre religioni. Infatti la parrocchia è incastonata nel Centro pastorale “Benedetto XVI”, che comprende la Caritas diocesana e l’associazione di volontariato “Parrocchie solidali Brindisi” che portano avanti una mensa per i poveri, oltre a un luogo di aggregazione (Seminario San Giuseppe) per i giovani alla ricerca della propria vocazione. «Se non viviamo del Vangelo, Gesù non vive in noi» scriveva frère Charles.

«Ha instaurato con Cristo un rapporto profondo ed è fiorito, nonostante sia morto nel deserto. Ma la potenza della preghiera supera ogni confine», evidenzia don Paparella. E alla fine di ogni Messa, in chiesa risuona la celebre “Preghiera dell’abbandono” di san Charles de Foucauld: un programma di vita suggerito a ogni fedele della neonata comunità «che si affida a lui per essere aperta senza “se” e senza “ma”».

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