La preghiera per la pace nel mondo, lungo il confine fra Italia e Slovenia
L'iniziativa della Cei che tiene il Consiglio permanente a Gorizia. Martedì la veglia con giovani e vescovi di tre Paesi. Baturi: terra di riconciliazione, dove porteremo le ferite dell'umanità

Gorizia e Nova Gorica: due città, secondo la geopolitica e il confine che le taglia e che segna la linea di demarcazione fra l’Italia e la Slovenia. Gorizia e Nova Gorica: emblema di una riconciliazione possibile e realizzata in una terra che nell’ultimo secolo ha fatto i conti con i nazionalismi, il sangue versato nelle due guerre mondiali, i rancori, le persecuzioni, le discriminazioni, la “cortina di ferro” che separava l’Occidente dai Paesi comunisti e che attraversava le due città isolando famiglie e amici. La frontiera resta e ancora passa in mezzo alle vie e alle piazze goriziane; non più i muri fisici e quelli alzati nel nome delle ideologie, delle lingue, dei conflitti. Abbattuti. Tanto che Gorizia e Nova Gorica sono quest’anno un’unica Capitale europea della cultura: la prima Capitale transfrontaliera della cultura.
«È una grande lezione quella che ci arriva da qui dove si è imparato a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo. La concordia può nascere anche in contesti che hanno sperimentato profonde e drammatiche lacerazioni», spiega il segretario generale della Cei, l’arcivescovo Giuseppe Baturi. Ed è lungo il confine-non confine che si ritroverà l’episcopato italiano. Trasferta per il Consiglio permanente della Cei che si apre domani pomeriggio con l’introduzione del cardinale presidente Matteo Zuppi. Un’iniziativa nata dall’invito dell’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, che ha proposto l’incontro nella località “riunificata” dove anche l’Europa della cultura si abbraccia. E da qui i vescovi italiani, assieme a quelli della Slovenia e della Croazia, lanceranno il loro appello di pace al mondo. Lo faranno martedì sera, alle 20, durante la veglia di preghiera che si terrà tra piazza Transalpina di Gorizia e la stazione ferroviaria di Nova Gorica dove fino a 22 anni fa si ergeva una barriera alta più di due metri. Una sorta di “muro di Berlino” fra Italia e Jugoslavia, simbolo della guerra fredda: nel 2007, con gli accordi di Schengen, la dogana è stata eliminata e si può passare liberamente da una parte all’altra senza controlli o permessi. Con i vescovi ci saranno anche i giovani di vari Paesi, «veri protagonisti e costruttori di pace», sottolinea la diocesi di Gorizia.
«In un luogo dove le ferite vogliono essere sanate, portiamo tutte le ferite del mondo che saranno al centro della nostra preghiera - dice l’arcivescovo Baturi - . La Chiesa intende essere strumento di unità per il genere umano. Martedì abiteremo letteralmente un confine: un confine che è stato anche straziante e che adesso è richiamo alla fraternità. Il nostro pensiero andrà all’Ucraina, a Gaza, alle troppe guerre e tensioni dimenticate, comprese quelle in Africa. E invocheremo la pace per tutti i popoli». Un gesto ispirato anche alle parole che Leone XIV aveva affidato all’episcopato italiano nella prima udienza concessa alla Cei a giugno quando aveva incoraggiato ad avere “un’attenzione pastorale sul tema della pace”. «Intendiamo offrire un segno di pacificazione - afferma il segretario generale della Cei -. Ma la Chiesa vuole essere presente in mezzo alle ferite della storia anche con la solidarietà concreta. Infatti c’è un’opera di aiuto umanitario nei confronti delle comunità piegate dalla povertà, dalle disuguaglianze e dai conflitti che non può venire meno: come dimostrano i molti progetti Cei finanziati con l’8xmille anche in Terra Santa o in Ucraina. Del resto, come ci ricorda il Papa, la pace è una via umile, fatta di attenzioni quotidiane, che intreccia pazienza e coraggio, preghiera e sostegno fattivo».
La veglia si aprirà con i saluti dell’arcivescovo Redaelli e del vescovo di Capodistria, Peter Stumpf, nel cui territorio si trova Nova Gorica. Seguiranno gli interventi dei sindaci delle due città. Prima dell’evento è previsto martedì alle 18 l’incontro dei membri del Consiglio permanente con i vescovi delle Conferenze episcopali di Slovenia e Croazia. Durante le tre giornate Cei, sarà illustrato anche il programma dell’Assemblea generale straordinaria dei vescovi italiani che si terrà dal 17 al 20 novembre ad Assisi e verrà presentato il testo da sottoporre alla terza Assemblea sinodale in programma a Roma il 25 ottobre. All’ordine del giorno anche due documenti sull’insegnamento della religione cattolica e sull’educazione alla pace. Mercoledì la conferenza stampa finale dell’arcivescovo Baturi.
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