La Bibbia non è «cosa da uomini»: tutte le voci di una lettura al femminile

Sono tante le donne che nel tempo hanno offerto un'esegesi delle Sacre Scritture diversa da quella degli autori maschili. Dal 2006 un progetto ad hoc punta a far conoscere il loro contributo
August 29, 2025
La Bibbia non è «cosa da uomini»: tutte le voci di una lettura al femminile
. | La Visitazione (1528-1530), olio su tavola di Pontormo
La teologia femminista, sorta negli Stati Uniti d’America intorno agli anni Sessanta del ’900 e affermatasi in Europa alla fine del decennio successivo, ha avviato in maniera sistematica e irreversibile un processo di revisione della Bibbia per una maggiore comprensione della Sacra Scrittura in merito alle questioni di genere, e i risultati sono stati illuminanti. L’esegesi messa in atto negli ultimi cinquant’anni ha consentito non soltanto di leggere i testi nelle culture patriarcali che li hanno generati mostrando i limiti delle tradizionali interpretazioni androcentriche, ma anche di mettere in luce la possibilità di scrivere una storia dell’esegesi femminile.
Non dimentichiamo che le donne sono state, assieme agli uomini, soggetti della storia sacra e della Tradizione in un divenire storico di continua rimodulazione dell’annuncio cristiano anche se di questa loro pratica si è persa la memoria. Esigua, infatti, è la presenza femminile nel panorama degli studi della storia dell’esegesi dovuta alla poca considerazione riposta nelle donne quali autorevoli e legittimi soggetti di lettura e di interpretazione. Chi ha dato il giusto valore, per esempio, alle questioni bibliche poste dalla badessa Eloisa o alla riscrittura di alcuni brani biblici da parte di Ildegarda di Bingen o all’elaborazione filosofica del dialogo con la samaritana nell’opera di Margherita Porete o alle influenze della teologia paolina in Caterina da Siena o alle proposte esegetiche delle umaniste in età moderna o alla rilettura politica offerta dalle predicatrici dei movimenti evangelici di fine ’800
Oggi si apre una nuova fase nel rapporto tra donne e testo sacro perché agli studi biblici si affiancano quelli storici e la Sacra Scrittura diventa uno scrigno ancora più prezioso per le possibilità che offre di analisi e di interpretazione mettendo in evidenza i testi e la loro ricezione, le narrazioni di una storia della Salvezza da cui emergono inediti protagonismi femminili e l’eco che quei brani hanno avuto nelle coscienze e nelle vite di coloro che in essi hanno trovato il senso del loro esistere.
La novità del progetto di collaborazione internazionale «La Bibbia e le donne», nato nel 2006 all’interno dell’Associazione femminile europea per la ricerca teologica (Afert), è dovuta proprio alla messa a confronto del metodo esegetico con l’approccio storico. La collana che ne è scaturita, 21 volumi in 4 lingue (italiano, tedesco, inglese, spagnolo), è il frutto di una ricerca ventennale e sarà presentata con il completamento dell’opera nelle edizioni italiana e tedesca (Il Pozzo di Giacobbe e Kohlhammer) a Napoli dal 4 al 7 dicembre, a conclusione del Giubileo e del Sinodo napoletano che, per desiderio del cardinale Domenico Battaglia, che ha lavorato negli ultimi tre anni per dare maggiore spazio al pensiero e alle pratiche delle donne.
In tale occasione, con la partecipazione di oltre sessanta studiose provenienti da tutto il mondo che hanno preso parte all’impresa culturale, sarà presentata tutta l’Opera, che attraversa tanto i testi sacri quanto la storia dell’Occidente, per individuare i rapporti intercorsi tra l’interpretazione della Bibbia e la condizione femminile.
La collana si divide in tre grandi sezioni. La prima riguarda l’esegesi biblica con tre volumi dedicati alla Bibbia Ebraica (Torah; Profezia; Scritti) e due al Nuovo Testamento (Vangeli e Lettere).
La seconda sezione, in 4 volumi, è riservata agli studi giudaici: dagli scritti pseudoepigrafici e apocrifi al Talmud e al Giudaismo medioevale.
La terza, in 12 volumi, la più ampia, è dedicata alla storia dell’esegesi. Va dai Padri della Chiesa ai testi femminili della Chiesa primitiva; dal Medioevo all’età moderna; dalla Riforma alla Querelle des femmes; dall’Illuminismo ai movimenti e alle nuove comunità religiose del sec. XIX; dall’esegesi femminista del XX secolo alle attuali tendenze degli studi biblici e di genere.
Una parte considerevole della collana «La Bibbia e le donne» nel suo insieme è dunque dedicata allo studio della ricezione, non soltanto per ricostruire l’uso del testo sacro attraverso la predicazione, i trattati, i codici giuridici, la letteratura, l’iconografia ecc., quanto, soprattutto, per tracciare le linee di una elaborazione fatta dalle donne stesse. In questo modo il progetto si è fatto carico tanto di una rilettura esegetica della Scrittura, facendo il punto sullo stato della ricerca, quanto di aprire nuove strade attraverso la conoscenza della storia della sua ricezione nell’orizzonte delle epoche antiche e contemporanee. Ecco allora l’importanza delle fonti archivistiche, letterarie, iconografiche, musicali e artistiche in senso ampio che, accanto agli scritti teologici, costituiscono l’ampio spettro delle fonti cui accedere per far emergere una maggiore comprensione dei rapporti del testo sacro con le questioni di genere.
Storica e scrittrice

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