«I social? Anche Gesù avrebbe aperto un suo profilo»
di Redazione
A Roma 1.700 missionari digitali sono riuniti per il loro Giubileo. Una riflessione sulle radici evangeliche di questo particolare apostolato. «I social vanno abitati come strumenti di relazione»

Abitando da decenni la rete mi sono chiesto, fra il serio e il faceto, se oggi Gesù aprirebbe un account social. Penso proprio di sì, nel desiderio assoluto di dire di Dio, il Signore correrebbe il rischio di navigare nello sterminato e burrascoso oceano della comunicazione globale per lanciare il seme della Parola con abbondanza.
Così come il Signore ha utilizzato le parabole per farsi capire, per entrare in relazione con il suo uditorio, parlando con autorevolezza senza nascondersi dietro l’autorità, stupendo e meravigliando le folle per la sua capacità empatica e comunicativa, oggi utilizzerebbe la rete per raggiungere quante più persone possibili.
Prendendo a cuore l’invio missionario del Signore (Mt 28,19-20), non possiamo tralasciare questo strumento particolare che mette in relazione tanta gente. Per farlo occorre abitare la rete, conoscerne le dinamiche, il linguaggio, il limite, i rischi, le potenzialità. Abitare i social con uno stile proprio, accogliente, dialogico, evangelico.
Da tempo uomini e donne, discepoli del Signore, preti, religiosi e religiose, laici, usano i social non soltanto per comunicazioni istituzionali (gli avvisi parrocchiali, la divulgazione di una iniziativa) ma anche per evangelizzare, per catechizzare, per scambiare opinioni.
Il Sinodo sulla sinodalità ha accolto la richiesta di parte del Popolo di Dio di prestare attenzione a questo nuovo fenomeno per riconoscerlo, assumerlo, valorizzarlo. Scrivono i padri e le madri sinodali nella Relazione di Sintesi della prima Sessione:
La cultura digitale, quindi, non è tanto un'area distinta della missione, quanto una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea. Per questo riveste un significato particolare in una Chiesa sinodale.
E nel Documento finale, nel paragrafo 113, si dice:
Questa realtà (i Social Media) ci trova impreparati e richiede la scelta di dedicare risorse perché l’ambiente digitale sia un luogo profetico di missione e di annuncio.
Per questo motivo chiede che non vengano lasciate sole le persone (i missionari) che si dedicano a questa evangelizzazione:
Le Chiese locali incoraggino, sostengano e accompagnino coloro che sono impegnati nella missione nell’ambiente digitale.
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