Damiano, il 18enne di Ac morto nel sonno e prossimo ai nostri cuori
di Naike Borgo
Se n’è andato dieci anni fa, nel 2015, lasciando un grande vuoto nell’ambiente in cui si era formato: l'Azione Cattolica. A lui è stato intitolato un “Sentiero della pace” nel Vicentino

Una chitarra verde inconfondibile, quella di Damiano Iannascoli, è tornata a suonare domenica 20 luglio a Tonezza del Cimone, in provincia di Vicenza, appena fuori dalla casa “Fanciullo Gesù” dell’Azione Cattolica. «Non ho conosciuto Damiano direttamente» racconta Giulio Lago, vicepresidente giovani dell’Ac diocesana, che ha suonato quello strumento, «ma mi ha colpito una testimonianza della sorella Lara che ne ha raccontato la fede e la passione per la vita, anche associativa, espresse nei suoi 18 anni di vita».
È stato un giovane luminoso Damiano, capace di contagiare con la sua simpatia e anche con la sua profondità coloro che hanno potuto incrociarlo prima del 29 gennaio 2015, quando nel sonno il suo cuore ha smesso di battere. Alunno del seminario minore di Vicenza per alcuni anni, era un giovane talentuoso nella musica – oltre alla chitarra aveva iniziato a suonare la tromba e coltivava il canto – e dalla ricca vita relazionale. Le testimonianze degli amici nelle Messe in suo ricordo sono sempre state intense, mentre chi l’ha conosciuto dopo la sua morte è rimasto spesso colpito dal suo rapporto con Dio.

Alla casa “Fanciullo Gesù” Damiano ha vissuto almeno sette campi scuola estivi dell’Azione cattolica. Era un luogo di casa per lui e tutta la sua famiglia, da sempre impegnata in ambito ecclesiale, in particolare nell’Ac. Lui si sentiva a casa al punto di avere un albero “suo”, un luogo di incontro più intimo con Dio, e lì ritrovava quei sentieri che gli avevano insegnato il significato profondo del camminare. L’Ac ha scelto di intitolargliene uno, il “Sentiero della pace Damiano Iannascoli n. 547” proprio quello che si apre appena fuori dalla casa. «Mi fa piacere che gli venga dedicato uno di questi sentieri, che lui ha percorso – commenta Dario, il fratello minore – nessuno vuole santificarlo, ma Damiano aveva tanto da dare e in qualche modo continua a farlo», aggiunge in un misto di gioia e commozione.
’occasione dell’intitolazione è stata la ventesima “Cerimonia al monumento alla pace e alla concordia fra i popoli” che si è tenuta appunto il 20 luglio a Tonezza, con gli onori alle bandiere e ai caduti da parte dei rappresentanti degli Stati coinvolti nella prima guerra mondiale. Erano presenti numerose delegazioni italiane, ma anche da Austria, Ungheria, Slovenia e Repubblica Ceca.

Dopo la Messa presieduta dal vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto e concelebrata da numerosi sacerdoti, l’inaugurazione del sentiero con il suo nuove nome è stata introdotta dalle testimonianze di don Sebastiano Pellizzari, compagno di seminario di Damiano e ora viceparroco proprio a Tonezza, e dalla sorella Lara che di lui ha detto: «Aveva capito molto presto che per volare veramente alto bisognava mettere radici profonde non solo nei luoghi fisici, ma soprattutto nel cuore di quanti avrebbe incontrato lungo la via».
Infine sono risuonate le note della chitarra del giovane vicentino. «Ho sentito la sua vita vibrare in queste corde, per dire a tutti noi che è possibile oggi amare la vita e amare Gesù» aggiunge emozionato Giulio, dopo aver provato lo strumento. Corde che vibrano, quelle della chitarra verde e quelle del cuore, grazie a un ragazzo speciale la cui eredità ora è consegnata a tutti.
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