4 maggio: per la Chiesa è il giorno in cui “parla” l’Uomo della Sindone

La festa del sacro Telo nell’anno del Giubileo, con l’iniziativa della Tenda degli Avvolti realizzata dall'Arcidiocesi, richiama le parole di papa Bergoglio. E la preghiera di san Francesco
May 2, 2025
4 maggio: per la Chiesa è il giorno in cui “parla” l’Uomo della Sindone
www.avvolti.org/it | L'immagine della Sindone nella Tenda di Avvolti a Torino
Perché la Chiesa ha una data nel suo calendario “riservata” alla Sindone? In fondo, non si celebra un santo né una ricorrenza particolare. La Sindone, però, è come se condensasse tutto ciò che caratterizza la fede cristiana: l’incarnazione, la redenzione, la condivisione della nostra umanità e insieme la divinità di una presenza impressa in modo misterioso, il volto che evoca sofferenza e allo stesso tempo chiama al dialogo, come se ci guardasse negli occhi chiedendo “e tu?”. Davanti alla Sindone ci sentiamo scossi, interrogati, messi in discussione, commossi.
Comprensibile che la Chiesa abbia voluto che una giornata ogni anno fosse dedicata alla contemplazione suo messaggio, del quale papa Francesco si fece portavoce quando nel 2013 inviò un discorso tramite un video in occasione dell’ostensione straordinaria a Torino programmata per l’Anno della fede indetto dal suo predecessore, Benedetto XVI: «Il nostro – disse Francesco il 30 marzo, in quello che dunque è uno dei primi discorsi del suo pontificato – non è un semplice osservare, ma è un venerare, è uno sguardo di preghiera. Direi di più: è un lasciarsi guardare. Questo Volto ha gli occhi chiusi, è il volto di un defunto, eppure misteriosamente ci guarda, e nel silenzio ci parla. Come è possibile? Come mai il popolo fedele, come voi, vuole fermarsi davanti a questa Icona di un Uomo flagellato e crocifisso? Perché l’Uomo della Sindone ci invita a contemplare Gesù di Nazaret. Questa immagine – impressa nel telo – parla al nostro cuore e ci spinge a salire il Monte del Calvario, a guardare al legno della Croce, a immergerci nel silenzio eloquente dell’amore».
La data del 4 maggio per la festa della Sindone ricorda il giorno in cui il Telo fu esposto pubblicamente per la prima volta, nel 1578. Da allora, per quatto secoli e mezzo e attraverso le vicissitudini storiche che più volte l’hanno messa a repentaglio, la Sindone ha continuato a cercare l’umanità di ogni epoca. E torna a farlo anche in questo Giubileo per il quale l’Arcidiocesi di Torino sta proponendo la Tenda di Avvolti, esperienza interattiva e multimediale per capire in profondità il messaggio della Sindone attraverso una sua conoscenza più viva e coinvolgente grazie a una riproduzione a grandezza naturale, ricca di dettagli tattili (anche per non vedenti).
Domenica 4 maggio è possibile visitare la Tenda fino alle 23, ricordando che è indispensabile prenotarsi (www.avvolti.org). Alle 21 nel salone delle Guardie Svizzere a Palazzo Reale il concerto “Palestrina, tra cielo e terra” offre una meditazione in musica mentre dalle 20 alle 23 è prevista un’apertura serale della Cappella della Sindone (ingresso 5 euro). La Tenda degli Avvolti resta aperta anche lunedì 5 maggio con un programma di conferenze.
L’Uomo della Sindone è una delle più potenti testimonianze anche in chiave giubilare: «Lasciamoci raggiungere da questo sguardo – sono ancora parole di Francesco di 12 anni fa – che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore. Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte. Attraverso la sacra Sindone ci giunge la Parola unica ed ultima di Dio: l’Amore fatto uomo, incarnato nella nostra storia; l’Amore misericordioso di Dio che ha preso su di sé tutto il male del mondo per liberarci dal suo dominio. Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti di uomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignità, da guerre e violenze che colpiscono i più deboli… Eppure il Volto della Sindone comunica una grande pace; questo Corpo torturato esprime una sovrana maestà. E’ come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell’amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto».

Ecco la preghiera di san Francesco davanti al Crocifisso fatta propria dal Papa che ha scelto il suo nome per pregare davanti alla Sindone.

Altissimo e glorioso Dio,
illumina le tenebre del cuore mio.
E dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta,
senno e conoscimento, Signore,
che faccia il tuo santo e verace comandamento. Amen.

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