Cei e Pisai, presentate oggi a Roma «Schede per conoscere l’islam»

Baturi: «Scuola chiamata a diventare laboratorio di alleanza e incontro»
November 10, 2025
Cei e Pisai, presentate oggi a Roma «Schede per conoscere l’islam»
Il segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi./ Siciliani
«Queste schede sono dei ponti. I ponti servono per essere attraversati, per unire sponde diverse, per favorire che le parti non siano rivali, ma strumenti di pace e comunicazione». Lo ha detto il segretario generale della Cei l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, intervenendo alla presentazione delle Schede per conoscere l’islam, un articolato progetto frutto di un lavoro durato alcuni anni che ha visto impegnati vari Uffici Cei e il Pontificio Istituto di Studi arabi e d’islamistica (Pisai) di Roma.
Baturi ha sottolineato – secondo quanto riferisce l’agenzia Sir – come la presentazione di questo lavoro avviene nell’anno in cui si celebrano i 60 anni Dichiarazione conciliare Nostra Aetate in cui al numero 3 si afferma che «la Chiesa guarda anche con stima i musulmani». «Non possono negarsi momenti di frizione, momenti di conflitto», ha detto Baturi. «È nostra responsabilità oggi investire nel presente favorendo una volontà nuova di comprensione, di collaborazione e di stima. Ma non può esserci stima senza conoscenza». «Questi sono i valori – ha proseguito il segretario generale della Cei – che hanno guidato il lavoro che oggi presentiamo, in cui autori cattolici e musulmani hanno messo insieme le loro competenze, hanno dato prova che è possibile collaborare, nel rispetto della propria identità e nella valorizzazione reciproca».
Il progetto, ha poi osservato Baturi, è finalizzato all’educazione dei giovani e dei ragazzi, «in un momento storico in cui si parla di emergenza educativa e si invoca la necessità di alleanza educativa». Ricordando quanto affermava papa Francesco secondo il quale l’educazione è un fattore di umanizzazione e di trasformazione del mondo, Baturi ha aggiunto: «Se assumiamo davvero il tema della pace e dell’umanizzazione di questo tempo, non possiamo non pensare soprattutto all’educazione dei più giovani. La scuola, da questo punto di vista, è davvero un modello che può guardare al futuro se diventa un laboratorio di responsabilità, di alleanza, di incontro». Baturi ha quindi fatto riferimento all’insegnamento della religione cattolica a scuola. «È un’occasione straordinaria per l’approfondimento del senso religioso del mondo e delle sue espressioni più significative nella prospettiva di collaborazione per la pace e per il bene».
Sulla stessa lunghezza d'onda è stato il giudizio di don Wassim Salman, preside del Pontificio Istituto di Studi arabi e d’islamistica (Pisai). Il sacerdote siriano che è docente di pensiero arabo-islamico contemporaneo del Pisai ha spiegato sempre al Sir il senso di questo progetto. «È un momento storico in cui si riconosce la necessità di approfondire i temi del Concilio con l’aiuto di esperti del settore. Conoscere l’islam è il primo passo verso il dialogo, che non si limita all’analisi sociopolitica, ma apre alla conoscenza dell’altro nella sua dignità come essere umano». Il progetto delle schede, ha aggiunto Salman, sottolinea anche «che la cultura e l’educazione sono fondamentali per instaurare un dialogo sincero, lontano da un sincretismo conciliante. L’educazione, come dice papa Francesco, è il fondamento della pace, perché scongiura l’estremismo e il fondamentalismo, spesso derivanti dall’ignoranza»

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