lunedì 4 gennaio 2021
Il contagio nell'istituto della congregazione di Santa Giovanna Antida Thouret che fa da casa di riposo è partito a inizio dicembre. Dietro ogni religiosa una storia di dedizione agli altri.
Suor Giacinta Fabris, una delle dieci Suore della Carità morte a causa del Covid

Suor Giacinta Fabris, una delle dieci Suore della Carità morte a causa del Covid

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C'è chi si è spesa per annunciare Cristo tra i migranti italiani in Svizzera, come suor Elena Vial. Chi ha donato la vita a disabili o ammalati negli ospedali e nelle case di riposo, come suor Giacinta Fabris. E chi l'ha dedicata all'educazione dei giovani e dei bambini, come suor Emilia Pellizzaro. Seguendo il carisma di Santa Giovanna Antida Thouret, fino alla fine. Sono 10 le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret che hanno perso la vita a Cervia nel convento di via Stazione a causa delle complicazioni dovute al Covid 19. Il virus si è insediato nella struttura che fa da casa di riposo per la congregazione a inizio dicembre e ha contagiato quasi tutte le religiose: 45, compresa la superiora, suor Ida Raffaelli che ora sta meglio. Anche le consorelle adesso «sono quasi tutte negative».
Ma il prezzo pagato dalle Suore della Carità al Covid è alto. Nelle scorse settimane sono morte: suor Giacinta Fabris (93 anni), suor Egidia Bertieri (91 anni) e suor Miradio Piva (86 anni), decedute all'inizio e a metà dicembre, suor Eugenia Pia Celati (80 anni), suor Emilia Pellizzaro (84 anni), suor Damiana Veronesi (82 anni), suor Maria Gregoria Zanferrari (86 anni) suor Angela Bozzoli (82 anni) e appunto suor Elena Vial, 89 anni e suor Vilma Veronesi.
Suor Emilia Pellizzaro è stata per anni superiora di un istituto scolastico paritario, suor Elena Vial, missionaria si è spesa per la pastorale dei migranti in Svizzera. Suor Giacinta, suor Damiana, suor Gregoria, suor Miradio, suor Angela e suor Egidia si sono contraddistinte nel servizio infermieristico e nella pastorale ospedaliera in Emilia Romagna, in Toscana, nelle Marche.
«Queste nostre sorelle, donne di preghiera, animate dalla passione per i poveri nonostante la malattia, sono morte serene – tengono a sottolineare le religiose della comunità di Ravenna –. E questa è una grande testimonianza di fiducia e di abbandono in Dio Solo».

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