A Milano le famiglie sospese vogliono uscire dal limbo. «Caro presidente, ci aiuti»

Con una lettera a Mattarella, oltre 4.500 nuclei familiari tornano sulla situazione di incertezza abitativa in cui si trovano dopo il blocco urbanistico che ha colpito la città. «Non vogliamo restare invisibili, si trovi una soluzione normativa immediata che ci restituisca serenità»
December 30, 2025
A Milano le famiglie sospese vogliono uscire dal limbo. «Caro presidente, ci aiuti»
In Via Valtellina, a Milano, un presidio del comitato Famiglie Sospese davanti al cantiere sotto sequestro di Scalo House / Fotogramma
«Le chiediamo con profondo rispetto di aiutarci a non restare invisibili»: si chiude così la lettera che il Comitato Famiglie Sospese, «che oggi rappresenta oltre 4.500 nuclei familiari direttamente colpiti dal blocco urbanistico della nostra città», ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo che «si trovi una soluzione normativa immediata che restituisca dignità, certezza e serenità a migliaia di famiglie oneste».
In attesa di una norma che sblocchi la situazione, le famiglie sospese, si trovano a dover fare i conti con una situazione di estrema incertezza. L’inizio delle indagini della magistratura ha portato al blocco dei cantieri o al sequestro delle abitazioni e questo ha generato un profondo stato di incertezza.
Nella lunga lettera firmata da Filippo Borsellino, portavoce del Comitato, si ricorda che «quella casa che avevamo inteso acquistare regolarmente, non occupare, investendo i risparmi di una vita (nostra o dei nostri genitori o nonni), firmando contratti preliminari e accendendo mutui per acquistare e abitare una casa a Milano, oggi non possiamo viverla (come nel mio caso), o non possiamo viverla serenamente perché a rischio abusivismo come in altri casi nonostante l’intervento all’atto di quel pubblico ufficiale (il notaio) che viene appositamente officiato (e pagato) per garantire l’acquirente di acquistare bene. Siamo diventati, nostro malgrado, le Famiglie Sospese».
Le indagini della Procura milanese, ricordano, riguardano o potrebbero riguardare in futuro «circa 50.000 appartamenti, attualmente abitati da oltre 100.000 persone». Di qui l’appello a Mattarella. «Le chiediamo, Signor Presidente: quale fiducia possiamo avere oggi nelle Istituzioni, anche locali, se siamo vittime di un problema politico che la stessa politica sembra incapace, o peggio ancora non disposta, a risolvere per meri calcoli di convenienza? Non chiediamo privilegi, ma giustizia, equità e attenzione».
«Oggi, a pagare concretamente, siamo soltanto noi: famiglie che hanno acquistato una casa firmando un contratto - preliminare o definitivo - davanti a un notaio - concludono -. Per la prima volta, cittadini onesti e in buona fede si trovano sospesi tra un procedimento penale su atti amministrativi e l’assenza di una norma che li tuteli».

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