Vaccini, ecco chi resta fuori dall'asilo. «Copertura al 95%»
di Redazione
Sono 30mila i bimbi di ogni età non in regola. L'allarme dei presidi: la legge parla chiaro. Entro il 10 marzo le famiglie dovevano mettersi in regola con la certificazione

La situazione da Nord a Sud
«Al momento – conferma Daniel Fiacchini, membro di giunta della Società Italiana di Igiene – non quindi è possibile sapere quanti bambini saranno effettivamente lasciati fuori dalle aule. Per i dati in nostro possesso, tanti stanno correndo a mettersi in regola in questi ultimi giorni. Diciamo che bisogna davvero impegnarsi per essere sanzionati. In ogni caso è certo che gli irriducibili potranno avere dei problemi».
Stando ai dati, ancora provvisori, forniti da alcune Regioni, in Piemonte sono circa 1.200 i bambini a rischio esclusione, mentre in Veneto sarebbero 8.800. A Milano città, stando a una stima della vice sindaco Anna Scavuzzo, su 33mila bambini fino a sei anni, appena 40 rischierebbero di restare fuori.
«La sensazione è che ci sia stato un bel recupero – conferma Signorelli –. L’obbligo ha agito sia sui genitori esitanti sia sulle strutture, che si sono trovate per effetto della legge e del nuovo piano vaccinale a dover fare il doppio delle vaccinazioni rispetto al passato. I disservizi che si sono riscontrati sono stati minimi rispetto al carico a cui sono stati chiamati i centri vaccinali, che in quasi tutti i casi sono riusciti a far fronte alla domanda pur non avendo risorse aggiuntive».
L’aumento delle coperture vaccinali è registrato anche dall’Istituto Superiore di Sanità. «I dati dicono che c’è un buon aumento per l’esavalente, perché siamo a un più 2,5%, quindi dovremmo superare di nuovo il 95%», sottolinea Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive. In particolare, sul morbillo aggiunge: «Andiamo meglio in termini di aumento relativo perché siamo intorno al più 6% il che vuol dire che dovremmo raggiungere e superare il 93%, avvicinandoci alla soglia che, per il morbillo in particolare, è importante perché è molto contagioso».
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