sabato 14 ottobre 2023
Alla mail vocidipace@avvenire.it sono arrivati decine di messaggi, poesie, testi e intenzioni in vista della Giornata di digiuno e preghiera del 17 ottobre
Voci di pace, l'iniziativa di Avvenire

Voci di pace, l'iniziativa di Avvenire - .

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La ferita della nuova, drammatica crisi mediorientale ci riguarda e interpella nel profondo. In occasione della Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre Avvenire vuole raccogliere e far risuonare tutte le #vocidipace: mandaci la tua a vocidipace@avvenire.it o sui nostri canali social. QUI DI SEGUITO LE MAIL CHE SONO ARRIVATE VENERDI' 13 E SABATO 14 OTTOBRE.

Questo mondo Signore ha sete di pace, ha sete di fratellanza, ha sete di giustizia. Fa che la forza della nostra preghiera sia strumento per frantumare l'odio fra i popoli, i muri che separano, le distanze che inaridiscono gli animi. Raccogli tutti i popoli a te, fa ci riconosciamo tutti tuoi figli e dunque fratelli, fa che l'amore e la compassione tornino ad abitare i nostri cuori.

Maria Teresa di Milia

La pace non si dice
La pace si fa
La pace è sobrietà nello stile di vita
La pace è rispetto per l'altro
La pace è empatia
La pace non è una idea ma uno stile di vita
La pace è gentilezza
La pace è condivisione
La pace è ascolto
La pace è abbraccio
La pace è giustizia
La pace è servire più che farsi servire
La pace è tolleranza attiva
La pace è farsi mangiare dall'altro
La pace è rispetto del pianeta
La pace è l'unico modo per assicurare un futuro ai nostri figli
La desidero, la vivo, la invoco.
Pace, ti offro le mie mani e la mia vita, prendila...
Paolo

La Giornata di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre mi ispira all'unione spirituale per sostenere tutti i nostri Fratelli in Terra Santa che sono martoriati senza pietà. Pregare per la Pace in questo luogo è un modo per contribuire pacificamente a porre fine a questa tremenda guerra. Dobbiamo pregare per la Pace nei cuori di tutti perché nel 2023 non si può pensare che con la guerra si possa conquistare ma, come ci ha ricordato anche Papa Francesco domenica all'Angelus, la guerra è una sconfitta che porta morte e distruzione.
Signore converti i nostri cuori. Maria Regina della Pace, prega per noi.
Antonella, Fossacesia

Chiediamo incessantemente con la preghiera a Maria la Sua intercessione per la pace, sia per la costruzione della pace nei nostri cuori, in famiglia e nelle comunità, che nel mondo.
Angela

In un mondo in cui le differenze spesso dividono, è il momento di unirci per la pace. Lavoriamo insieme per superare le divisioni e costruire un futuro di comprensione, rispetto reciproco e amore. La Pace è possibile e insieme possiamo realizzarla.
Enzo Greco

Solo Dio può ispirare lungimiranza ai responsabili dei popoli
Piera

Voglio ringraziare la Chiesa cattolica che si fa carico di questa iniziativa. Voglio aderire con tutto il cuore alla giornata di digiuno e preghiera del 17 ottobre, convinta che sia l'unica risposta possibile da parte di chi si dichiara seguace di Cristo. Chiediamo pace accoratamente. Sono grata a Papa Francesco per il suo impegno per la pace e per la richiesta di essere "portatori di pace". E poi basta chiacchiere. Silenzio e preghiera quotidiani, preghiera e digiuno quando la Chiesa ci chiama a questa "essenziale povertà" che accomuna chiunque a Cristo sofferente.
Grazie di cuore per la vostra opera. Con sincera amicizia
Iole Piturru

Annamaria e Monica si uniscono profondamente in preghiera come Eremo Santa Maria della Fonte al grido di pace e all'implorazione che cambi la politica e le armi si trasformino in scuole, cibo, lavoro, solidarietà, dignità e amore per tutti coloro che sono semplici e vivono concordi. Basta morte e distruzione. l'Italia si dichiari paese neutrale e non finanzi alcuna guerra né di difesa, né di attacco.
Annamaria e Monica

Quando vidi su WhatsApp, postata da un contatto, la lettera con la proposta del cardinale Pizzaballa, non mi resi conto che era una richiesta indirizzata prevalentemente alla comunità cattolica in Israele. Ero sollevata all'idea che una voce così autorevole avesse chiamato tutti a raccolta in un preciso giorno, a combattere questa guerra con le armi della preghiera, del digiuno e dell'astinenza.
Ho poi constatato, con l'invito della Cei ai cattolici italiani, che in realtà si trattava di una cosa circoscritta. E dico la verità, ci resto un po' male all'idea che non sia la chiesa universale a farsi carico di questa iniziativa.
Noi cristiani siamo sempre chiamati a essere solidali, anche questo è un modo per farci prossimi di chi soffre. Samaritani dello Spirito, oltre che del corpo. È la nostra stessa fede che ci spinge a non restare indifferenti davanti al male e alle sue conseguenze, ma a lottare con tutte le nostre forze nelle fila dell'esercito del bene. So perfettamente che la contrapposizione tra bene e male possa apparire fortemente retorica, naif o peggio ancora infantile. Eppure è stato Gesù stesso a dirci che se non ci faremo bambini non entreremo nel regno dei cieli. E allora come dei bambini crediamo fortemente dell'utilità di questa iniziativa. Come dei bambini sentiamoci super eroi nella lotta contro il male, consci però del fatto che la nostra forza, o per rimanere in tema il nostro "super potere" sta nella grazia che viene dalla CROCE.
Ringrazio Avvenire per questa opportunità.
Giuseppina

La pace è come un albero verde che tiene unite tutte le sue foglie.
La pace contiene tutti i medicinali per curare i mali del mondo.
Rosaria Privitera Saggio

Salmo 85; 11 e 12
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12 La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
La pace è misericordia se è giusta,
La pace è verità se germoglierà dal cuore degli uomini
La pace è benedetta da Dio perché è giustizia, amore, misericordia e verità.
I popoli, le organizzazioni internazionali, la politica devono costruire la pace partendo dalla giustizia.
Ognuno di noi deve contribuire alla pace con spirito di misericordia, comprendendo e accettando l’altro.
Giuseppe Cannella

Il Signore sa che cosa fare, non abbiamo la presunzione di chiederglielo. Ma la preghiera comunitaria ci serva a impegnare noi stessi: a creare pace intorno, ad abbattere l'odio intorno a noi. Cerchiamo a tutti i costi anche di informare correttamente su quanto sta succedendo: altrimenti tutti odieranno tutti senza chiedersi neanche perché. Grazie
Susanna

"Vi lascio la pace, vi dò la mia pace!" Signore abbiamo sprecato il tuo dono e ora siamo nel pianto e nella disperazione. Tocca i nostri cuori, senza di Te ci stiamo distruggendo. Vieni presto Signore!
Costanza e Angelo, Groppello D'Adda

Se le nostre coscienze continuano a restare in pace davanti alle grida delle persone disperate, qui in casa nostra, provenienti dai nostri c.p.r., dai lager libici, sovenzionati dal nostro denaro pubblico, da chi tra noi non ha sufficiente peso economico e dietro questo scompare dai nostri radar del cuore, demandati ha riconoscere la presenza "viva" di sorelle e fratelli, come mai potrebbero essere ascoltate le nostre voci di pace oltre confine? Come chiedere di fare pace agli "altri" che dai colli delle loro avverse situazioni con queste ci hanno urlato fatti di sangue e catene che manco vogliamo sentirci dire? No dai, prima r'impariamo a parlare, noi divenuti di parole di pace muti, e nel mentre cerchiamo di comunicare almeno qui da noi, a gesti, gesti concreti. E forse solo dopo le nostre voci di pace verranno ascoltate.
Marco Corona

È una occasione per poter fare qualcosa personalmente ed insieme ad altri per la tanto sospirata Pace, smettendo di proclamare l’impotenza dei singoli.
Francesco

A tutte le donne (mamme mogli sorelle ect...) affinché possano promuovere il rispetto per la vita e la sua conservazione.
Mail non firmata

“Beati i costruttori di pace” dice il Signore; e ognuno di noi può e deve esserlo.
Ognuno di noi può mettere la sua tessera in questo vitale mosaico, cominciando dalla nostra interiorità per relazionarci nel modo giusto con noi stessi, con chi ci sta intorno a qualunque livello, cercando gli strumenti adatti perché la pace è un’ARTE
Anna

Martedì di preghiera per la pace.
Annamaria

Ci sentiamo tutti coinvolti da questi eventi così crudeli. Il pensiero va oltre e si ferma su tante altre situazioni dove tanta gente soffre per interessi che non tengono in considerazione la dignità della persona umana. Di fronte a tante crudeltà occorre una carica di bontà universale ed è quello che ci chiede costantemente nostro Signore il suo Vangelo sarebbe la vera ed una medicina per guarire un'umanita' così gravemente malata.
Giorgio

Tempi duri, giornate pesanti, animi oppressi. Sono queste le parole che affiorano dopo che prosegue il sangue e pare inarrestabile l'odio settario che questi ultimi giorni mi fanno vivere. Leggendo Avvenire però mi sento parte di una comunità di persone che lottano contro ogni fazione, ideologia ma soprattutto che sperano contro ogni apparente logica nella volontà di proseguire il cammino soltanto con la forza del Vangelo nella convinzione che il sorriso della cura e l'odore del bene sconfigge tutti gli operatori di divisione e la stoltezza dell'orrore.
Massimo Giuffrida

Ieri, in un momento di adorazione davanti al Santissimo ( non dovevo esserci, in realtà, ma la Provvidenza mi ha guidato li ), dopo aver letto della chiamata prima del Patriarca dei Latini a Gerusalemme e poi della CEI, e nell'incalzare delle notizie, sempre più drammatiche, dalla zona israelo-palestinese, mi sono sentita una di quelle mamme, angosciare nei modi più diversi per i loro figli... per i figli partiti in fretta e furia per il fronte, per i figli morti già, per quelli dispersi, o feriti, per quelli nascosti nelle cantine, per quelli che si fanno scudo dei civili per tentare il tutto per tutto...
Ho sentito il grido dei tanti disperati, terrorizzati, oppressi, che giunge fino al Cielo e ho gridato con loro, insieme a tutte le madri, che sanno cosa costa generare: Tu che hai suscitato Mosè, Davide, Daniele, Sansone, Debora, Giuditta... per liberare il tuo popolo schiacciato, non puoi non ascoltarci, siamo tuoi figli, tutti, basta, pietà, perché non puoi suscitare di nuovo qualcuno in grado di fermare tutto questo?
Anche Tu sei Padre, con viscere di Madre!
Ecco, al grido si aggiunge la consapevolezza di quanto contribuiamo ogni giorno, ognuno per il suo pezzo, a costruire questo mondo ingiusto; ecco, sì, urgente spogliarsi, come i Niniviti alla parola del tuo servo Giona, chissà che, fermando l'ingiustizia, ci si possa fermare sull'orlo del baratro
Sì, perché nella Parola ci siamo tutti, c'è tutta la storia di ciascuno e dei popoli, e il grido che si alza , ora come allora, e un Padre/Madre che ascolta
Elda

Grazie per questa bella iniziativa. Personalmente sono senza parole, quindi lascio la voce a chi ha fatto un grande lavoro su se stesso per poter scrivere quanto segue:

“La pace non si ottiene sradicando e distruggendo il male. Quando diventiamo consapevoli dei nostri vizi – rabbia, orgoglio, avidità, lussuria – il tentativo di distruggerli degenera facilmente in odio per noi stessi. Dopotutto, se non possiamo amare noi stessi, perché preoccuparci di amare gli altri? Meglio che distruggere i propri difetti è lavorare pazientemente per impiantare le virtù: un lavoro più lento e meno drammatico ma molto più efficace. Ed evitando i pericoli dell'ipocrisia religiosa e dell'ipocrisia, il lavoro crea una personalità lavorativa più piacevole.

Nascosto in ogni nostra colpa – nella nostra capacità di fare il male – ci sono anche i semi delle virtù, tante virtù.

Il terrorista potrebbe aver avuto il seme della giustizia in sé prima che la sua rabbia e l’illusione di essere lo strumento dell’ira di Dio prendessero il sopravvento. Quando conduciamo una guerra contro noi stessi (molti dei più grandi fanatici religiosi si sono sacrificati) rischiamo un enorme danno collaterale: nella distruzione dei nostri stessi semi di virtù.

Ogni tipo di violenza è un crimine contro l'umanità perché priva il mondo di bontà sconosciuta.”

(WCCM Comunità spirituale globale unita nella pratica della meditazione nella tradizione cristiana, Lettura prima della scorsa meditazione)

“Quando ci accadono cose orribili, lasciano “ricordi velenosi” in ognuno di noi. E quel veleno – la rabbia, l’odio e la vendetta – rischia di prendere
il controllo di noi, di distruggerci, se lo teniamo dentro di noi.
La guarigione dei ricordi significa riconoscere e mettere a tacere quelle cose del passato che ci avrebbero distrutto e prendere dal passato ciò che ci dà la vita.”

Michael Lapsley (prete anglicano, coinvolto nella lotta contro l'ingiustizia dell'apartheid in Sud Africa.
Nel 1990 fu vittima di un attentato con un pacco bomba nel quale perse entrambe le mani.
Oggi conduce seminari sulla guarigione dei ricordi che sono gratuiti per i richiedenti asilo)

Monica Terzi

La Visione di Turoldo
TRISTE PROFEZIA
Il massacro di Hamas di 1400 civili ebrei, israeliani e non solo e l’imminente invasione della striscia di Gaza dopo bombardamenti che hanno ucciso già quasi 1.800 civili palestinesi, realizza una profezia che risale a 60 anni fa di David. M Turoldo «Hitler non è stato vinto, il nazismo non è stato vinto, il razzismo non è stato vinto. Tutto è stato solo emarginato, in attesa di esplodere ancora». Tristezza di chi intravedeva che la guerra del 45 non ha insegnato nulla..
VENDETTA?
«Caino, cosa hai fatto di tuo fratello? Il sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Ebbene, tu sarai maledetto come un assassino. Ma io metterò un segno su Caino, perché chi ammazzerà Caino, sarà ucciso sette volte».
Che vuol dire che Dio è perfino dalla parte di Caino e protegge anche Caino, per proteggerci tutti. Non c’è mai una violenza che possa porre fine a una violenza. Chi uccide Caino non fa che moltiplicare la violenza e la morte. Sarà ucciso sette volte, che vuol dire: se non rompete questa spirale della violenza, non farete altro che moltiplicare le morti.
Testi tratti da "Cercate la pace" - David M Turoldo- Castelvecchi, 2023 (recensito dall’Osservatore Romano)
Luigi Giario

Alla vostra lodevole iniziativa vorrei aggiungere la mia voce che è, come quella di quasi tutti, per la pace. Ricordiamoci però che senza pari dignità tra i popoli, senza giustizia sociale e senza amore per il prossimo non si va da nessuna parte e, quindi, anche questa giornata rischierebbe di restare una data sul calendario.
Cesare Cavenago

Gentili Amici e Redazione di Avvenire, lascio una poesia per le Voci di pace.

Un volo compatto

Se anche il passero non ha più la sua alcova
sotto il tetto ben rimboccata,
che non ha retto al fuoco dei droni,
si sveglia lo stormo e in un solo battito d’ala
compatto fende il cielo brillante del mattino.

Le famiglie degli uomini aprono varchi
di fuga – e dei malati e degli anziani cosa
può essere? Non volano le lettighe.

Lo stormo ha per nemico il fumo, mai visto
di nero così intenso all’etere, il fuoco, la forza
improvvisa e veloce piove tra le case erette.

Solo l’uomo prende ad odiare l’uomo,
in ferocia senza argomenti, mentre geme
sotto macerie la pace di sempre, come un cuore
che batte e batte per dire che c’è, la sua ala bianca
pronta a dibattere per noi in un mondo che soffre,
sopra la fatica che ci accomuna e ci ricorda
che non siamo divini, questo il primo passo
per andare incontro ad un comune destino
di vita più facile, felice e fertile.
Veronica Fratter

Nei giorni in cui è scoppiata la violenza di Hamas ed in attesa della contromossa distruttiva di Israele la liturgia faceva leggere Giona. Da quei giorni quel piccolo libretto mi è entrato in testa come un tarlo. È assurdo pensare che il malvagio si ravveda? Meglio scappare, nascondersi, farsi inghiottire in un buio assoluto piuttosto che esporsi al ridicolo pensiero di pace che appare come una resa ed espone allo sdegno del perdono.
Filippo

La guerra non la vogliamo
Non la vogliono i bambini
Non la vogliono le mamme a
Non la vogliono i papà
Non la vogliono le nonne e i nonni
Non la vogliono gli zii
Non la vogliono i fratelli e le sorelle
Tutta la famiglia non la vuole
Non la voglio e le case
Le strade le scuole gli ospedali
I giardini e i campi
Non la vuole nessuno
VOGLIAMO VIVERE IN PACE SEMPRE
POTENTI AMATE LE PERSONE CHE DOVETE CUSTODIRE
Angela

Egregio Direttore,
aderisco con tutto il cuore alla giornata di digiuno e preghiera per la pace e la riconciliazione nella Terra in cui Dio ha stretto la nuova ed eterna Alleanza con l’umanità nel Sangue del Figlio Unigenito (la prima Alleanza l’aveva stretta sul Sinai).
Provo un dolore intollerabile e, lo confesso, uno sdegno feroce per lo scempio commesso da terroristi sabato scorso, che, in effetti, è solo l’ultimo episodio di un pluridecennale rifiuto di riconoscere il diritto di Israele di esistere come Stato sovrano. Mi angoscia lo sgomento di persone come Angelica Calò Livne, una vita dedicata ad educare alla pace.

Vorrei tanto vedere migliaia, meglio ancora milioni di arabi e musulmani, in tutto il mondo, manifestare in favore della pace con Israele, sventolando bandiere palestinesi ed israeliane e ripudiando i terroristi; vorrei vedere i Governi arabi e musulmani esprimere solidarietà ad Israele e dichiarare che i terroristi non li dissuaderanno dallo stringere o mantenere relazioni diplomatiche ed amichevoli con Israele. Se accadesse, Hamas e soci verrebbero isolati ed Israele si sentirebbe meno in pericolo e sarebbe molto più facile evitare il ricorso alla forza militare per ristabilire pace e sicurezza entro i suoi confini.
Vorrei vedere un’educazione alla pace di tutti i bambini ed i giovani, in ogni parte del mondo, perché diventi inconcepibile per chiunque commettere atrocità come quelle del 7 ottobre e considerarle un atto di liberazione nazionale. Vorrei vedere i bambini e ragazzi di Gaza liberi, liberi di coltivare il bene e costruire un futuro di pace.
Vorrei vedere gli assassini e stupratori pentiti del male commesso, perché anche loro sono stati creati da Dio a Sua immagine e somiglianza e per loro come per me il Signore Gesù ha versato il Suo Sangue.

Non so se vivrò abbastanza da vedere i due Stati per i due popoli, in pace in quel piccolo angolo di Terra (ero bambina quando Begin e Sadat conclusero il trattato di pace fra Egitto ed Israele ed ho vissuto nella mia giovinezza tutte le speranze di Oslo e l’atroce delusione della seconda intifada): dopo quanto è accaduto ci vorrà molto tempo e molto lavoro anche solo per riportare il livello di fiducia reciproca, ma soprattutto quella degli israeliani nei confronti dei loro vicini, al punto in cui era la sera del 6 ottobre.
Posso solo pregare e digiunare, implorando la misericordia del Signore, Cui nulla è impossibile, e l’intercessione della Sua Santissima Madre.
Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca, Bologna

Con la guerra in Ucraina e in Israele grido forte con tutte le mie forze: "Voglio la pace!"
Il mondo cammina all' incontrario perché non ha capito nulla delle due guerre mondiali del secolo scorso che hanno sterminato milioni di persone e distrutto luoghi, città intere.
Ora si ripete la stessa storia in Ucraina, Israele e Palestina.
Città distrutte, strade interrotte, distrutti i silos per il grano che sfamavano molte persone nel mondo per un assurdo pensiero che vede nella guerra anche un motivo per ottenere la supremazia economica.
Civili uccisi senza pietà, bambini strappati dalle loro famiglie e deportati in Russia, bambini uccisi e decapitati dai terroristi di Hamas senza alcun ritegno, con una ferocia inaudita.
Se non cambiamo i nostri atteggiamenti di superiorità sull'altro, di lotta per il potere economico e politico, di voler far scomparire stati come l'Ucraina e Israele non riusciremo a perseguire un mondo di pace.
Uomo smetti di essere egoista, cieco e ipocrita! Questo atteggiamento ti porterà solo alla distruzione. Non inorgoglirti sulle tue posizioni: costruisci un dialogo, affronta le sue fatiche con la convinzione che è la strada giusta, l' unica possibile per evitare altre stragi, altre distruzioni.
Costruisci un dialogo dove si possa parlare con rispetto dell' indentità nazionale degli stati, di confini da rispettare, di popoli da tutelare; vivi il rispetto per l'altro come scelta centrale per la pace perché così puoi discutere, esporre le tue idee, ascoltare le opinioni dell' altro senza prepotenza.
Io voglio la pace perché mi sento a disagio quando non riesco a farmi capire o ad essere ascoltata. Figuriamoci tante persone insieme che vivono questo sentimento per la propria nazione ad esempio ucraini, palestinesi, israeliani, armeni, sudanesi, yemeniti, afgani, nicaraguensi, colombiani, peruviani....
Io voglio la pace perché credo nell' umanità, nella sua varietà che è un punto di forza, un intreccio di culture interessanti, vive, dinamiche che condannano i regimi teocratici e repressivi, che fa del suo modo di vivere una continua lotta per la sua dignità.
Io voglio la pace perché sogno un mondo dove ci possa essere dialogo fra i popoli, distribuzione equa della ricchezza, tutela della salute, istruzione e salvaguardia dell'ambiente.
Io voglio la pace perché questi sono i miei valori di volontaria. Credo nella solidarietà come stile di vita capace di provocare le coscienze, di stimolare riflessioni su se stessi e capace di interpellare l'altro nella sua diversità e farne patrimonio di tutti.
Monica Campana

È sotto gli occhi di tutti la situazione drammatica che si sta delineando con lo scoppio della guerra tra Israele e Palestina con possibili coinvolgimenti di altri paesi in questo conflitto . Non bastava il Conflitto ancora in corso tra Confederazione Russa e Ucraina!

Con l’apertura di un nuovo fronte bellico nella Terra Santa ( in realtà è l’ennesimo scontro fratricida tra questi due contendenti) si avverte ancora di più la necessità di porre freno a questa ennesima escalation di morte!
Ed è per questo che tutti noi avvertiamo l’urgenza di ripristinare quanto prima la Pace non solo in quel territorio così martoriato da ormai tanti anni che è la Terra di Gesù ma in tanti luoghi in cui ancora oggi i popoli si stanno facendo guerra tra loro.

Se la Diplomazia internazionale è già al lavoro per evitare queste spirali di morte, certamente anche la proposta della CEI di indire una giornata di digiuno preghiera e astinenza per ottenere il Dono della Pace va’ nella medesima direzione anzi direi che dove l’uomo non è in grado di trovare le soluzioni più giuste per raggiungere l’obiettivo della Pace umana, la Preghiera è il Digiuno possono strappare al cuore di Dio questo grande Dono.

Diversi Papi tra cui Papa Giovanni XIII,Papa Benedetto XVI, Papa Francesco, ma sopratutto San Giovanni Paolo II chiesero a tutti i fedeli questo impegno pratico e spirituale in occasione di situazioni analoghe a quella che stiamo vivendo.
La Preghiera e’ la chiave che apre il cuore misericordioso di Dio, e’ la più bella sinfonia che il Signore vuole ascoltare dai suoi Figli che comprendono di aver bisogno di Lui di fronte ai Mali di questo mondo.

Il Digiuno invece rappresenta il viatico che accompagna e sostiene la Preghiera, è il carburante della vita spirituale che spinge ad intraprendere un rinnovato cammino interiore verso Colui che tutti può e che a Lui tutto e’ soggetto.
È solo dalla Conversione di ognuno di noi che la Pace può trovare dimora nel cuore degli uomini! Per questo è importante la Preghiera accompagnata dal Digiuno!
Ben venga quindi questa “chiamata” promossa dalla CEI a fare proprie queste “armi spirituali” il prossimo 17 ottobre nella speranza ulteriore che oltre ad ottenere la Grazia della Pace si comprenda anche quanto indispensabili sono queste pratiche spirituali in seno alla Chiesa Cattolica ma sopratutto per la vita spirituale dei fedeli stessi che la cultura modernista di questi decenni ha spento purtroppo nell’Anima di molti battezzati!

Bruno Temil, Tolmezzo

Il grido arriva da ogni persona di Buon Senso, e non riguarda solo il Medio Oriente. Ma il grido è rivolto in primis alle parti in causa : la Pace DEVE essere un obiettivo piu' importante di ogni altro. Per entrambe le parti in causa. Per entrambe le popolazioni che sostengono i propri governi. E non è un obiettivo che si ottiene con l'istinto, ma con il lavoro, e con il sacrificio.
E deve diventare patrimonio di maggioranza.
Essere disponibili a rinunciare al nostro diritto, per ottenere pace. Ma ci serve pensare che la pace è meglio, è meglio anche della vittoria…
Siamo umani, come tali compiamo bestialità inaudite, e poterle superare in nome di un bene futuro incerto costa, costa tantissimo.
Non sappiamo se questo bene arriverà, e neanche quando; mentre il sacrificio necessario per superare i nostri rancori e diffidenze, e convenienze è di oggi.
La misura della fatica necessaria è nelle mani dell'altro, non nelle nostre.

E poi ci manca la strada per essere costruttori di pace di fronte alla violenza di Stato, come è la guerra. Non possono essere solo le bandiere e la poesia. I costruttori di pace hanno bisogno di sacrifici esattamente come gli utilizzatori della guerra. Solo di qualcuno che è disposto a rinunciare alla propria vita senza offesa … non siamo pronti, sventoliamo bandiere, ma non siamo pronti ad avere un esercito di costruttori di pace.

In quel tempo, Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Non so come sia possibile, non lo so proprio. Siamo tanto lontani… Forse le parole migliori sono quelle di Liliana Segre (spero siano vere … ma potrebbe averle dette). Non so se sarei stata capace, ma il fatto che esistano uomini e donne che lo sono stati, ci da’ speranza.

“Quando il mio carceriere buttò la pistola ai miei piedi, io la vidi e pensai: ‘Adesso lo uccido’. Mi ero nutrita di odio e di vendetta, per tutto il male altrui che avevo visto. Mi sembrava il giusto finale di quello che avevo sofferto. Fu un attimo irripetibile. Ma capii che non avrei mai potuto uccidere nessuno e che ero tanto diversa dal mio assassino. Io nella mia debolezza estrema ero molto più forte del mio assassino, non avrei mai potuto raccogliere quella pistola. Avevo sognato di vendicarmi, ma ho scelto la vita. Chi sceglie la vita, non la può togliere a qualcun altro… e da quel momento sono stata libera”. (Liliana Segre)

Mail non firmata

Mi chiamo Mansur Muhammad Cristian Farano e sono un italiano che ha abbracciato l’islam alcuni anni fa. Da essere umano e credente musulmano, mi unisco all'accorato appello per una pace giusta ed equa, la violenza e la negazione dei legittimi diritti e aspirazioni del popolo palestinese, non gioveranno a nessuno. Mai. La Spirale tra brutali atti di terrorismo e brutale rappresaglia, non condurranno a nulla se non ad ulteriori disastri
Pace, Salam, Shalom
Basta Violenza, Basta negazione dei diritti dei popoli. Si a Ponti di Dialogo
Mansur Muhammad Cristian Farano

Sento, in sempre più persone, la necessità di evitare di parlare di quanto accade in Medio Oriente. Non già per disinteresse, quanto per sfuggire ad una logica di discussione che impedisca di esprimere pianamente la propria posizione. Credo che ciò sia estremamente preoccupante. L'ideologia della guerra si sta imponendo, non lasciando spazio a quanti desiderano discutere e costruire altro. Ogni azione violenta, da chiunque perpetrata, produce altra violenza, impedendo sempre di più tavoli di trattative di pace.
Mail non firmata

La pace si nutre di giustizia e nega la vendetta. L' umanità semplice grida ai potenti di ascoltare la sua preghiera di dolore. Maria guidaci verso la pace.
Marina

La preghiera è l'espressione del nostro amore che sale al cielo e incontra l'Amore grande di Gesù! La preghiera è potente! Non potrà che scendere dal cielo la pace!
Gesù confidiamo in te!
17 ottobre 2023 tutti in preghiera e sarà pace pace pace
Mina

Di fronte a queste gravi crisi politiche e militari, vicine e lontane (quante guerre dimenticate di cui non abbiamo notizia perché non confliggono con gli interessi di chi ha per obiettivo soldi e potere!) viene spontaneo chiedersi: “Cosa posso fare?”. Dovrebbe essere una domanda che si fa ogni essere pensante, ma purtroppo l’individualismo così diffuso (“problemi lontani, ne prendo atto ma non mi toccano…”), che si esprime in quel grave fenomeno definito da qualcuno “fanatismo dell’indifferenza” (ne troviamo spesso conferma nelle nostre città e paesi dove se un anziano viene aggredito per strada per portargli via l’orologio i passanti passano oltre o si limitano a guardare). Malessere, rifiuto di pensare, di sentire le ragioni dell’altro sia in ambito privato che collettivo, ci stanno portando ad un livello di tensione molto preoccupante.
Personalmente non ho tanta fiducia che le istituzioni internazionali, i “grandi” politici siano in grado di risolvere problemi che si protraggono nel tempo, di cui purtroppo l’informazione ci dà conto degli effetti e non delle cause. Credo piuttosto che i cambiamenti veri partano dal basso e che ciascuno di noi possa contribuire partendo da se stesso, creando riconciliazione e pace con se stesso. Poi la pace si espande al di là delle parole. E se siamo in tanti…Sarà comunque un processo lungo, che richiede di esercitare la nostra pazienza senza attese a breve termine. Ma incominciare ad aprirci a questi problemi e a comunicarceli è già qualcosa.
Luisa Perin

Siamo due grandi Amici, abbiamo 41 anni e ci conosciamo da più di 35. Abbiamo condiviso anni di scuole e di studi, di sport e di impegno civile e politico, di amicizie e progetti. Siamo diversi in quasi tutto: uno bravo a matematica e l’altro a italiano, uno calciatore con i piedi buoni e il goal facile e l’altro medianaccio a far legna in mezzo al campo, uno figlio di una cultura di sinistra e l’altro cattolico democratica, nati nel medesimo anno - il meraviglioso 1982 - ma uno a gennaio e l’altro all’opposto del calendario, in dicembre. Eppure, nella nostra diversità di visioni e di culture, di sensibilità e di spiritualità, ci confrontiamo civilmente da oltre 7 lustri; fin da quando ci siamo conosciuti, l’uno con il grembiule blu dell’Istituto elementare Italo Calvino e l’altro con il grembiule verde della Scuola Giuntini, le ragioni della nostra amicizia hanno prevalso su ogni possibile e magari legittima divisione e, pur a volte con accesa dialettica e partendo da spinte ideali diverse, giungiamo spesso alle stesse conclusioni su tanti temi di attualità. Perché essere diversi, tra persone e tra popoli, è un valore e un’occasione per dialogare e arricchirsi vicendevolmente.
In questi giorni discutiamo molto dei conflitti che infiammano tanti e troppi angoli di questa Terra, e in particolare proviamo entrambi un dolore grande per le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, alle porte della nostra Europa che sembra incapace di riscoprire l’anima politica che i suoi padri fondatori vollero donarle, dando vita ad un’epoca caratterizzata da molti anni di pace nel continente.

È con questa sofferenza nel cuore, ma anche con questo sentimento di fratellanza da cui deriva un seppur flebile anelito di speranza, che aderiamo a #vocidipace. Perché noi, anche per esperienze vissute, incontri e relazioni instaurate - fortemente convinti che lo spirito dei nostri padri costituzionali rappresenti un metodo di fare politica da attualizzare in un “qui ed ora” lacerato da inimicizie su cui soffiano i venti della rabbia e dell’odio - sappiamo e crediamo che in verità le persone, le famiglie, le realtà associative ed i popoli di questo mondo non vogliono la guerra; essi desiderano anzi vivere in pace, nel rispetto reciproco e nella possibilità di creare cooperazione ed amicizia attraverso la politica, le religioni, la cultura, i costumi e le tradizioni, lo sport. Senza annacquare le identità ma mettendo in relazione queste stesse identità, in una dinamica di scambio e di confronto che generi amicizia, conoscenza e solidarietà. Oggi questi sentimenti e tali stati della condizione umana, che pure esistono e cercano di trovare spazio e voce, sono spesso sopraffatti e soffocati da logiche di potere che seminano odio e rancore.
La politica, sovente, fatica a svolgere il ruolo che le sarebbe proprio, ovvero governare i processi attraverso la capacità di elaborare una visione, di tradurla in azione concreta e favorendo così una dialettica che faccia prevalere il bene comune sugli interessi di parte e, anzi, aiuti a recuperare una visione comune del destino umano per orientare i legittimi interessi verso questa direzione di orizzonte collettivo. In questo tempo, invece, gli egoismi e il rifiuto di aprirsi alla fatica del dialogo per edificare prospettive di pace sembrano essere preponderanti in tutte le dimensioni dell’agire umano, dalla politica all’economia fino a riverberare i propri effetti sulle relazioni interpersonali. Costruire ponti rischia di trasformarsi da un’arte complessa ma praticabile in una vera e propria utopia, che per conseguenza perversa diffonde la certezza che tutto sommato ergere muri, chiudersi nei fortini delle proprie paure, armarsi fino ai denti siano le uniche strade possibili. Ma questa è la sconfitta della politica, dell’intelligenza umana, della missione educativa, della bellezza di donne e uomini che con il loro ingegno, insieme, sono stati artefici di grandi invenzioni, utili per il benessere e la felicità di ogni persona, in tutte le materie dello scibile umano.

#Vocidipace è l’alternativa che vogliamo percorrere, uniti nelle nostre diversità, in qualità di cittadini italiani che vivono in una nazione affacciata sul Mediterraneo, mare che per sua vocazione geografica, storica e filosofica, potrebbe essere crogiuolo di culture e laboratorio di pace attraverso l’incontro tra grandi culture, storie e religioni, per edificare proprio a partire dalle sponde di questo mare nostrum la pace tra le grandi famiglie abramitiche. Lo auspicava dalla Firenze “città sul monte” il prof. Giorgio La Pira, ribadendo sul sentiero profetico di Isaia che “non ci sarà pace nel mondo finché non ci sarà pace a Gerusalemme”, e lo sostenevano con pensiero ed azione politica tanti uomini e donne, politici ed intellettuali illuminati del Novecento di diverse estrazioni culturali.
Il Mediterraneo, al contrario, ai giorni nostri assomiglia di più ad un cimitero di bambini e adulti, di speranze e di amicizie possibili, che spariscono negli abissi affondate dagli egoismi e dalle dinamiche di corruzione - della mente e del cuore prima ancora che della materia e delle opere concrete - che dominano il pianeta. Il crinale è apocalittico, la pace non ha alternativa se non la distruzione del genere umano. Noi non vogliamo arrenderci e con questo spirito ci uniamo all’iniziativa #VocidiPace con il pensiero, con azioni civili, con una politica ispirata e degna di tale nome a partire dal basso delle nostre realtà, con il digiuno e la preghiera per chi crede nell’amore disarmante e nella misericordia potente di Dio, con la forza della cultura e dell’educazione.
Perché, come ripeteva Maria Montessori, “evitare i conflitti è opera della politica, costruire la pace è opera dell’educazione”. Ne sono stati grandi testimoni anche due figure dei nostri luoghi di origine: Don Lorenzo Milani, attraverso la sua missione che incarnava l’”I Care” ci ricorda che “ho imparato che il problema degli altri è uguale al tuo. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”; allo stesso modo Padre Ernesto Balducci, a cui è intitolato anche il Liceo di Pontassieve che abbiamo frequentato nella stessa classe per cinque anni, ci fa riflettere sulla prospettiva dell’uomo planetario, capace di “abbattere le barriere che impediscono all’uomo di essere fratello dell’uomo”, senza per questo annullare le proprie storie e personalità ma anzi esaltandole e arricchendole nella bellezza dell’incontro e del dialogo che diventano “cultura di pace”.

Non ci sarà nessuna pace se non torneremo ad invocare e ad educare a questa stessa pace, in tutti gli ambiti, a partire dalle istituzioni democratiche fino alle relazioni quotidiane: con l’educazione nasce la cultura e con essa si crea il terreno fertile per una politica buona, capace di rimettere al centro della propria azione la giustizia e la carità, intesa come forma più alta di amore per il prossimo, quali declinazioni della libertà e della democrazia. Solo così potremo evitare le guerre, sconfiggere la mentalità per cui la distruzione dell’altro appaia l’unico metodo di risoluzione dei conflitti e promuovere finalmente una convivenza pacifica e feconda tra i popoli.
Noi crediamo che questi ruoli nella società siano in forte crisi ed anzi la scomparsa di voci e visioni profetiche, nonché la perdita di autorevolezza delle istituzioni democratiche e del mondo educativo – oltre a mettere in difficoltà i soggetti che in questi ambienti cercano di svolgere la propria missione con competenza e passione – riproducano e amplifichino paure e diffidenze, impediscano di formare spiriti critici inducendo le persone ad affidarsi all’emotività dell’attimo, alla rabbia espressa nell’immediatezza di un canale digitale, a chi prospetta soluzioni forti e apparentemente sicure, a una semplificazione che banalizza la complessità dei problemi e della realtà, a chiudersi in definitiva in queste anguste prigioni della mente che ci precludono la possibilità di ricreare una visione ed una cultura di valori condivisi, capace di essere voce ispirata per il cammino della civiltà.

Iniziative come #Vocidipace ci restituiscono l’opportunità di essere questa voce. Noi aderiamo per questa ragione e lo facciamo insieme, come Amici che provengono da storie diverse, che hanno imparato a volersi bene grazie a queste differenze e che ora si uniscono ad altre voci, storie, anime e culture nell’unico appello per la Pace. Perché oggi farlo e camminare insieme vale di più. E, come ha dimostrato Francesco, patrono d’Italia, dalla vicina Verna e da Assisi, si tratta dell’unica metà possibile per costruire una strada nuova, di armonia e di amicizia tra le persone e tra i popoli, che è già lì, davanti ai nostri occhi, in attesa di essere scoperta e percorsa se i nostri talenti diversi sapranno immaginarla e adoperarsi per trasformarla in realtà con passione, dedizione e spirito creativo. Spes contra Spem.
Carlo Boni, professore e vicesindaco di Pontassieve
Riccardo Clementi, giornalista e scrittore

Ombre
Al di là di questo mare, amico
gioviale del mio autunno,
sento i rimbombi della
mia infanzia.

A notte fonda, scemano
nel pianto ombre,
tra le braccia a culla
di mia madre.

Al di là di questo mare, amico
gioviale del mio autunno,
sento i rimbombi delle
mitraglie.

Braccia di madre vuote e mute,
non scema il pianto d'un
bimbo senza la sua culla.

Su questo lido, batte
arresa l'onda,
mentre si riflette l'ombra
di Ashkelon.

Siamo ombre nel sole, figli
snaturati,
vaghiamo in un pianto tacito,
sventurati.

Ignari e immeriti di
navigare
tra luminose gocciole
a croce d'amore.
Clementina de Angelis 12.10.2023 (tempo di esacerbazione del conflitto israelo-palestinese)


Mi trovavo a Gerusalemme, in Terra Santa, fino al 24 settembre scorso. Dopo la visita della Natività, dei bambini, non so' cosa li abbia spinti, si avvicinano e mi baciano le mani. Non avevo nessun segno di riconoscimento, niente clerygman e neanche una crocetta.
Con il poco di inglese che conosco, chiedo il perché di questo gesto e loro, in coro mi rispondono: su di te sia pace! Io con timidezza ho sorriso e ho benedetto: Tu, Signore e buon Bambino della pace, infondi pace.
È un ricordo che, alla luce, oscurata dalla violenza e dal buio, non potevo non ricordare.
Lasciate stare I bambini. Lo chiediamo con la fragile umanità che deve prevalere sulla disumanità.
Per amare bisogna sapere guardare, in profondità. Chi conosce la sofferenza e gli abusi sui piccoli, conosce quanto è impegnativa la guarigione. Quanta fatica impone la medicina dell'amore.
Possa il Dio dei Padri farci riconoscere fratelli. Piccoli fratelli e sorelle.
Tra gli edifici bombardati, tra le culle insanguinate emergono, sempre, i colori vivaci della luce in arcobaleno, on una bambola, in un pallone, in una poesia, in uno sguardo che ci chiede: gioca con me e non distruggere i miei sogni. Te ne prego.
Don Fortunato Di Noto, parroco e presidente Associazione Meter www.associazionemeter.org

Il tempo dell'amore sta per arrivare
Annamaria

Mi associo al vostro invito, vorrei organizzare una marcia per la pace , non servono schieramenti pro Palestina o pro Israele , ma serve la pace, e l'amore per DIO E SUO FIGLIO GESU CRISTO, troppe nefandezze sono state perpetrate dalla politica e dai poteri forti, la guerra non porterà giovamento a nessun popolo , dobbiamo chiedere perdono a DIO di tutti i nostri peccati, nessuno escluso
Benedetto colui che viene nel nome del SIGNORE
Paolo de Santis

Non è tempo di schierarsi.
Chi manifesta per la Palestina, chi sostiene Israele.
Non è tempo di schierarsi se non con gli uomini di buona volontà
che chiedono pace,
che hanno il diritto alla pace.
Perché ogni guerra, ogni conflitto
sono una sconfitta per il genere umano
che non ha imparato niente
dalle lezioni del passato.
Annalura

Nella terra in cui è nato Gesù assistiamo di nuovo allo sterminio di vite innocenti in quei luoghi in cui ha predicato la pace e l’Amore.
Nella terra in cui è nato Gesù una parte dell’islam rimarca di voler essere fondamentalista, chiuso al confronto con altre religioni.
Nella terra in cui è nato Gesù lo strazio del popolo di Isreale e del popolo palestinese, colpiti dal fondamentalismo di Hamas, ci sta a cuore.
Nella terra in cui è nato Gesù non si può uccidere la sua creatura. I fondamentalisti dimostrano di rinnegare la più sublime verità divina. Essi dimostrano di credere unicamente solo nel potere fine a se stesso.
Nella terra in cui è nato Gesù deve rinascere la pace attraverso l’instaurazione di una relazione fondata sulla fratellanza umana
Pasquale Somma

Allora preghiamo e digiuniamo per la pace
Pace tra Cielo e terra, e quando mormoriamo e ci angosciamo stiamo bestemmiando dicendo male di Dio che sta facendo male la nostra storia, e noi avremmo un paio di cose da far aggiustare a Dio così siam più tranquilli
Ma pace, dacci di fidarci di te che fai bene ogni cosa e tutto si volge ad un bene maggiore
Pace tra tutti gli uomini. Pace nei nostri cuori
Giuliana

Sarà la pace del cuore a determinare la pace nelle relazioni e nel rispetto della dignità di ognuno!
Enza

Prego perché si ritorni a trattare per avere due popoli, due stati, e si metta fine una volta per tutte alla mattanza umana
Carla

"Voci di Pace"
Mi ha colpito questo invito, questa necessità di tirar fuori da ciascuno di noi qualcosa che parli di Pace, qualcosa che contrasti, che copra l'urlo di violenza e odio che in questi giorni ci trafigge e ci angoscia tutti così tanto.
Trovare anche una piccola voce, un sussurro, ma che abbia la potenza di portare consolazione e speranza, è impegno e desiderio intimo di ogni essere umano.
Leggo questo invito mentre con un piede ninno avanti ed indietro la carrozzina con la mia nipotina che fatica a prender sonno. La guardo in tutta la sua tenerezza, nel silenzio calmo della sua cameretta.

Silenzio, pulizia, ordine, cura, amore, dedizione, famiglia.

Queste parole, oggi sono le mie piccolissime voci di Pace, mi riempiono il cuore in questi momenti, ma fanno anche malissimo, imbarazzano e rimangono dentro quasi come un singhiozzo.
Parole di pace che rimangono in bilico tra speranza e vergogna, tra domande e sgomento, quando vedo le immagini dei bambini israeliani e palestinesi.
Lei e loro.
Qui e laggiù.
Fatico a immaginare il dolore delle madri in quella terra dove si è pianto e si piange troppo.
Stragi antiche e stragi nuove. Sempre bambini.
Sempre a colpire nel dolore più lancinante delle madri e dei padri.
Creature piccine che nulla sanno del Male.
Che nulla possono.
Che chiedono solo di essere amate.
Voci di Pace sono loro, i loro sguardi, le manine protese, i passi incerti verso la vita.
Voce di Pace è il Silenzio che dovrebbe essere più rispettato, più cercato, scovato tra le troppe parole, urla, giudizi.
Silenzio e Bambini.
Non c' è fazione, popolo, religione o storia. Non c' è ragione, torto, diritti o soprusi.
Nulla.
Ci sono loro.
I bambini.
Dio, in quella stessa terra, si è fatto voce nel pianto di un bambino...
Un bambino.
Lella Noce Ginocchio

Mi piace proporre i versi iniziali di una famosa poesia di S. Quasimodo. "Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo,"
Mail non firmata

"Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano, sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su di te sia pace!
La Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre ci invita alla riflessione alla meditazione. Stiamo vivendo la "Terza guerra mondiale combattuta a pezzi". Il problema è che questi "pezzi" pian pianino si stanno componendo in un quadro drammatico. Esiste poi , un altro fronte , quello interno. Le nostre città, le nostre comunità vivono anche il fronte della "società dello scarto" . Una guerra interna , spesso che facciamo finta di non vedere. Non vediamo, i nostri vicini bisognosi, gli anziani , i giovani in difficoltà . Vi è poi il fronte dell' odio , dell'inimicizia ideologica , razziale e religiosa. Questa guerra è dentro le nostre comunità . Quello che sta accadendo nel cuore dell'Europa e nel Medio Oriente, è anche frutto delle tante troppe divisioni nel nostro cuore, nelle nostre famiglie nelle nostre parrocchie.
Se vogliamo la Pace, dobbiamo iniziare a vincere le tante guerre interne. le emergenze della povertà economica, sociale ed anche spirituale . I troppi razzismi , che frammentano anche i piccoli centri. La Pace non possiamo che costruirla ogni giorno , ricostruendo un dialogo sociale, culturale e spirituale.
Cosa fare dunque? per prima cosa ci siamo affidati a Santa Rita di Cascia , ponendoci sotto la sua protezione. La Santa che seppe perdonare i tanti lutti che dovette subire ed impedì la vendetta. Poi, ci siamo rimboccati le maniche, ed iniziato un percorso per chiedere, in modo unitario il dono della Pace. Crediamo che la Pace non possa essere chiesta ed ottenuta , da soli. Lavoriamo per il dialogo tra le fedi religiosi monoteiste per pregare e lavorare assieme, cerchiamo di dare linfa all'albero della Pace, irrigare con la preghiera e lo scambio culturale le lande desolate della guerra .
Solo camminando assieme potremo giungere a Gerusalemme! la Gerusalemme celeste ed allora tutti uniti potremmo di dire "Quale gioia, quando mi dissero: -Andremo alla casa del Signore- . E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!"
"Camminare assieme" per sconfiggere le tante lande desolate che sono presenti nelle nostre città, nelle nostre comunità e sconfiggere le tante guerre che ci sono e che anche esse contribuiscono a generare le troppe guerre fisiche di questo mondo.

Marco Baratto, presidente e fondatore di "Cittadini per la Pacificazione"

"Preghiamo Dio di farci sentire diminuiti di ogni morte nel mondo e di farci sentire partecipi della sofferenza altrui", "La pace inizia nei piccoli luoghi, inizia da noi" (Marianna Boccolini, testimone di Fede, 1992-2010)
Maria Letizia

Complimenti per l'iniziativa. Nel mio piccolo e in silenzio cercherò di partecipare. Sarà una goccia, ma ogni goccia non è mai sola nel mare.
Giampaolo Castellano

Grazie per questa giornata che ci farà ricordare questa tragedia al di là di tutta la nostra dimenticanza quotidiana. Nei minimi gesti che facciamo ogni giorno qui nel nostro tranquillo tran tran ogni tanto mi vengono in mente quelle persone che hanno perso tutto. E forse anche la vita! E di quanto possiamo ritenerci fortunati e di come lo ricordiamo molto poco!
Chiara

La guerra porta separazioni dolorose.
Ogni dolore ci interpella.

Mail non firmata

Signore parla al cuore dei tuoi figli e fa che il loro unico desiderio sia la riconciliazione e la pace
Rossana

Pochi decidono il destino di molti. È ora che i molti facciano sentire la loro voce:
NO ALLA GUERRA, SÌ ALLA PACE!
Sterminare esseri umani non porta pace, ma solo dolore e morte. Non porta ragione, ma solo dolore e morte. Non porta giustizia, ma solo dolore e morte.
Non ci sono vincitori, solo vinti. Vinti dal dolore e dalla morte. E chi governa, su cosa governerà alla fine? Su un deserto di macerie, di ossa, di giocattoli insanguinati, di futuro che ormai non è più. Questa non è guerra. È sterminio. Non doveva accadere MAI PIÙ, invece sta accadendo.
BASTA, FERMATEVI!! Non indurite ancora di più il vostro cuore.
Tornare indietro non si può, andare avanti però sì. ANDATE AVANTI, OLTRE quelle che adesso sono le vostre motivazioni.
OLTRE c'è la VITA che attende tutti voi, i vostri cari, i vostri figli, il vostro popolo! IN NOME DI DIO, PACE!

Lucrezia

Io vorrei la pratica del rispetto.
Quello che mi impone di avvicinare l'altro con tatto e cura. Quello che mi costringe a vedere attraverso i suoi occhi. Quello che mi svela che non sono al centro del mondo. Perché senza il rispetto, annego nel mio stupido ego. Mi crogiolo nella mia supposta e risibile superiorità. Mi intrido della violenza del mio diritto ad ogni costo.
Il rispetto è la pratica della pace.

Teresa



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