martedì 6 agosto 2013
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«È inaccettabile che la commissione Giustizia non abbia tenuto conto del parere e dei rilievi della Commissione Affari Costituzionali», lamenta il presidente Francesco Paolo Sisto, del Pdl. «Più che fare presto, occorre fare bene. - avverte -. Su un tema così delicato, se si vuole evitare che un fenomeno discriminatorio rischi di sconfinare nel reato di opinione, bisogna stare attenti».Ricostruisca com’è andata.Siamo stati investiti di un parere come prima commissione e dopo lunga discussione abbiamo concordato con i partiti della maggioranza una formula che sostituisce quella iniziale «istiga a commettere o commette» con un’altra che dice «apertamente istiga a commettere o commette». L’obiettivo è quello, appunto, di evitare che si sconfini nel reato di opinione.Poi la commissione Giustizia...Nonostante l’accordo, inspiegabilmente, non l’ha tenuta in alcuna considerazione. E questo lo ritengo  molto grave, per la Commissione e per il rispetto degli accordi politici, faticosamente raggiunti , con reciproche concessioni, anche grazie all’impegno della relatrice on.le Centemero. Il nostro è un rilievo di natura tecnica, perché i giuristi sanno che le norme penali debbono rispondere a criteri di tassatività e tipicità, debbono cioè indicare le fattispecie con chiarezza. Inoltre fra le osservazioni c’era il suggerimento di inserire la nuova previsione nell’aggravante generale «per motivi abietti e futili» prevista dall’articolo 61 numero 1 del codice penale.Spieghiamolo ai non giuristi.Una volta che viene allargata l’applicazione la legge Reale-Mancino contro le discriminazioni alle due nuove fattispecie (omofobia e transfobia) esse, a nostro avviso,  automaticamente rientrano nell’ aggravante comune . Occhio: ogni volta che la politica si mette a piantare le sue bandierine a tutti i costi , la tecnica e la certezza del diritto vanno a farsi benedire. Bisogna capire se si vogliono  assecondare le ragioni del diritto o quelle della propaganda.Però nessuno vi ha dato ascolto. Nonostante l’atteggiamento inspiegabile e ingiustificato della commissione giustizia, resto fiducioso. Anche se i nostri rilievi non hanno valore assolutamente cogente, trattando comunque la materia costituzionale,  non credo che sia né corretto né ragionevole non tenerne conto. E ho segnali, nel rispetto degli accordi, che si terrà conto di essi.Ha protestato con la presidenza della Camera?Non c’è stato bisogno. Ho avuto assicurazioni dal mio capogruppo Renato Brunetta e dal sottosegretario Cosimo Ferri in aula.Ma in commissione Giustizia ci sono anche i membri del suo partito...Hanno cercato di fare valere il parere della Commissione Affari Costituzionali; poi hanno, per evitare spaccature, votato, riservandosi interventi in Aula. Un errore, in definitiva, a cui ora si può porre riparo tutti insieme.Nel Pdl c’è chi contesta alla radice il ricorso alla legge Reale Mancino, per rischi di interpretazioni estensive insormontabili. Noi ci siamo limitati al controllo della compatibiltà costituzionale.Il problema esiste, però.Su temi così delicati il rischio c’è eccome. Di dar adito a norme frettolose, con un dibattito strozzato. Più che fare presto, su questa materia c’è l’esigenza di fare bene.

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