giovedì 12 settembre 2013
Si tratta del primo sequestro effettuato in acque internazionali in applicazione delle Convenzioni in materia di diritto in alto mare e sul crimine transnazionale. Arrestato l’intero equipaggio.
Salvi: «Stessi trafficanti del viaggio disperato in cui morirono sei persone, ad agosto»
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Magistrati e forze dell’ordine avevano preso un impegno con se stessi, dopo la tragedia dell’immigrazione nello specchio di mare davanti alla costa di Catania. E finalmente sono riusciti a colpire duramente l’organizzazione internazionale che lucra sul traffico di esseri umani.La Guardia di finanza, su provvedimento emesso d’urgenza dalla procura di Catania, ha sequestrato un’imbarcazione di 30 metri utilizzata come “nave madre” impiegata nel traffico di migranti soprattutto siriani. Su quella, come probabilmente su molte altre, vengono trasportati gli uomini, le donne e i bambini che da mesi sono i protagonisti delle nuove rotte dell’immigrazione, prima di essere abbandonati in barconi o gommoni alla deriva verso le coste della Sicilia orientale. Migliaia di persone in fuga dai Paesi sconvolti dalle guerre, per lo più egiziani e siriani. Arrivano sempre meno a Lampedusa e sempre più spesso sulle coste siracusane e ragusane. Noto, Pozzallo, Portopalo, Siracusa, ma anche le coste calabre, sono i nuovi porti della speranza. Spiagge e scogliere su cui sono sbarcati almeno tremila cittadini provenienti dalla Siria e, secondo i dati del Viminale riferiti al periodo gennaio-agosto, circa 25 mila profughi (settemila solo sulle coste siracusane).Arrivi che hanno messo a dura prova la macchina dell’accoglienza, ma anche occasione di gesti di solidarietà ammirevole, come la catena umana di bagnanti che nel giorno di Ferragosto ha portato in salvo 160 migranti.Il provvedimento di sequestro della nave mare rientra nelle indagine sul tragico sbarco dello scorso 10 agosto alla Plaja di Catania, che portò alla morte di sei giovani migranti egiziani. Le complesse attività investigative, coordinate dalla procura, sono state effettuate dalla polizia, dai carabinieri, dalla finanza e dalla guardia costiera. Si tratta del primo sequestro effettuato in acque internazionali anche in applicazione delle Convenzioni internazionali in materia di diritto di alto mare e sul crimine transnazionale, riguardanti anche la potestà di fermare e ispezionare una nave priva di nazionalità- sospettata di essere coinvolta nel traffico di migranti. L’operazione è iniziata nel pomeriggio di mercoledì a 107 miglia sud di Capo Passero, nel Siracusano, quando il pattugliatore romeno impiegato nel dispositivo internazionale coordinato dall’agenzia europea Frontex ha avvistato l’imbarcazione “madre” carica di persone. Al traino un barca più piccola. Sono immediatamente usciti i mezzi aeronavali di Frontex che, dopo aver assistito a distanza al trasbordo dei migranti sull’imbarcazione a rimorchio, sono intervenuti per soccorrere i 199 migranti e catturare la nave madre che, nel frattempo, aveva invertito la rotta per darsi alla fuga. Le unità romene e della finanza, sotto l’egida del Frontex, avvalendosi di unità di supporto aeree, hanno proceduto all’abbordaggio in acque internazionali della nave priva di bandiera, eseguendo il decreto di sequestro preventivo. A bordo 15 componenti dell’equipaggio che sono stati bloccati. Gli investigatori hanno elementi per affermare che esiste e opera in Italia e in Egitto una organizzazione transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione.
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