La Cgil ha scioperato oggi contro la manovra del governo da 45 miliardi "dai tratti profondamente iniqui" e contro la norma dell'articolo 8, quella sui cosiddetti "licenziamenti facili", con otto ore di astensione dal lavoro per tutte le categorie di lavoratori e manifestazioni in 100 piazze italiane. Anche nel settore dei trasporti sono fermi per otto ore aerei, treni, bus e traghetti. Il sindacato di Corso d'Italia, che vanta 6 milioni di iscritti, ha rivisto la stima dell'adesione definitiva dei lavoratori al 60% spiegando che il dato è ricavato da un campione di 800 tra aziende, reti, uffici, servizi pubblici e commerciali predisposto da una società specializzata e rappresentativo dal punto di vista statistico". Intorno alle 12 la percentuale fornita era del 58%, già considerata "molto alta", "perché va letta in relazione all'impossibilità per molti lavoratori di scioperare per garantire i servizi pubblici essenziali", secondo il sindacato.
CAMUSSO: RICORSO A CORTE COSTITUZIONALE CONTRO ART.8La misura della manovra - "depressiva, incivile e inutile" - più invisa alla Cgil è l'introduzione, all'articolo 8, della possibilità che attraverso contratti aziendali e territoriali, purché raggiunti a maggioranza dei sindacati più rappresentativi, si deroghi alle leggi e allo Statuto dei lavoratori che all'articolo 18 prevede il rintegro al lavoro dei licenziati senza giusta causa per le imprese con più di 15 dipendenti."Siamo pronti a ricorrere alla Corte Costituzionale per cancellare questa discriminazione, useremo tutte le strade per cancellare questa vergogna", ha annunciato dal palco nei pressi del Colosseo la leader Susanna Camusso a conclusione del corteo per le strade di Roma.Al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha parlato di adesioni "basse" escludendo una cancellazione dell'articolo 8 - "non se ne parla proprio", ha scritto in una nota - Camusso manda a dire: "È meglio che stralci l'articolo 8 altrimenti segnerà di essere il peggior ministro del Lavoro che la Repubblica abbia mai avuto".Non è mancato poi un appello ai "cugini" di Cisl e Uil che hanno ritenuto inopportuna la mobilitazione della Cgil. "Quando è che si può scioperare? Perché se non c'è mai un momento viene il dubbio che non si sia capito fino in fondo cosa stia succedendo in questo Paese". Infine un monito in vista del varo della manovra atteso a breve: "Se il Parlamento la approverà com'è, noi non ci rassegneremo e continueremo giorno per giorno con le nostre iniziative. Saremo nelle piazze, con le Regioni e gli enti locali che avranno il coraggio di dire di no".
FILT-CGIL: BLOCCO TRASPORTI GRANDI CITTÀ SOPRA 60%Il blocco dei trasporti riguarda bus, metro, tram e ferrovie concesse che si fermano per otto ore secondo modalità stabilite localmente e nel rispetto delle fasce di garanzia. Secondo la Filt-Cgil le adesioni allo sciopero del trasporto pubblico locale superano il 60% nella grandi città per le quali è già in corso il blocco."A Roma ferme le due linee della metropolitana, le ferrovie concesse ed il 70% di autobus e tram urbani. Anche a Napoli ferma la metropolitana, la circumvesuviana ed il 60% dei bus. A Genova stop del 70% dei mezzi pubblici di superficie e alla metropolitana come a Torino. A Venezia non circolano il 60% dei vaporetti. A Palermo l'adesione nel trasporto pubblico locale è del 60%", spiega una nota.A Roma e a Napoli lo stop è stato dalle 9 alle 17; a Milano dalle 18 a fine turno; a Torino dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; a Bologna dalle 19.30 a fine turno; a Firenze dalle 16 a fine turno ed a Palermo dalle 8.30 alle 17.30.Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, il 94% dei treni a lunga percorrenza è stato regolare nelle prime quattro ore di sciopero dalle 9 alle 13, secondo Trenitalia, così come il 60% dei treni regionali previsti in orario.Navi e traghetti ritardano di otto ore le partenze e gli autisti di camion si fermano per tutto l'arco della giornata come il personale dell'Anas.Secondo modalità stabilite localmente, lo stop di otto ore riguarderà anche porti e autostrade. Lo sciopero infine ha interessato anche l'autonoleggio, il soccorso autostradale, le autoscuole, i trasporti funebri e gli impianti a fune.
I "DISTINGUO" NEL CENTRO-SINISTRAIl centrosinistra c'è in piazza con la Cgil, ma i distinguo non mancano. C'è il Pd con il suo segretario, Pier Luigi Bersani, ma è assente l'area cattolica del partito, che da subito ha espresso il suodisappunto nei confronti di una manifestazione "indetta da un sola sigla e che divide i sindacati". C'è l'Italia dei valori, con il suo leader Antonio Di Pietro, lesto ad auspicare la presenza compatta di tutte le forze di opposizione, che giura: "Mi hanno stretto le mani molti iscritti a Cisl e Uil". E infine c'è Sel, con il suo leader Nichi Vendola, che critica la proposta avanzata da Bersani di un esecutivo di emergenza, bollandola come "roba da illusionisti".I tre leader non marciano insieme, ma sono dislocati in diversi punti del corteo. Poche le bandiere di partito, in stragrande maggioranza quelle di Sel e di Idv, una sola del Pd. In piazza ci sono anche il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, quello del Pdci-Federazione della Sinistra, Oliviero Diliberto, e il leader dei Verdi, Angelo Bonelli.L'adesione ufficiale del Partito democratico al corteo, che ha suscitato parecchie polemiche, è arrivata ieri pomeriggio, forse in extremis, con un comunicato del responsabile economia, Stefano Fassina. Il segretario, dal canto suo, si è unito al serpentone a metà percorso, dopo aver spiegato ai cronisti che "è giusto esserci, una vastissima parte di noi c'e". Bersani sfida in qualche modo anche i 'frondistì interni (da Marini a Fioroni, da Veltroni a Letta) e dice: "Io credo che sia doveroso per il Pd essere in tutti i luoghi dove a ragion veduta e con buone motivazioni si critica una manovra che oltre ad essere ingiusta come si vede non è credibile. Tutti sanno che dobbiamo fare qualcosa".Posizione condivisa dalla capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, e dal vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, in strada lungo le vie del centro di Roma. A non lasciarsi cononvincere è invece il deputato del Pd ed esponente di punta dell'area cattolica interna, Giuseppe Fioroni: "Serve la nostra proposta più che cavalcare la protesta", rimarca in un colloquio con ASCA.