martedì 10 gennaio 2012
​È cominciato a Taranto il processo per l'omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto 2010 e poi sepolta in un pozzo. Accusate di concorso in omicidio la cugina Sabrina Misseri, 23 anni, e sua madre Cosima Serrano, 56 anni, entrambe agli arresti. Presenti all'udienza anche i genitori di Sarah.
L’illusione che il male abiti lontano da noi di Marina Corradi
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Il processo per l’omicidio della quindicenne di Avetrana Sarah Scazzi sarà ripreso dalle telecamere di “Un giorno in pretura”, ma le immagini, il cui segnale sarà riversato a tutte le altre emittenti radiotelevisive, potranno essere diffuse solo dopo la sentenza e comunque non potranno contenere i volti di cinque imputati, tra i quali Cosima Serrano e Sabrina Misseri, accusate del delitto. Ammessa anche la costituzione di parte civile del Comune di Avetrana per i danni di immagine subiti dal paese, rigettata la richiesta di giudizio abbreviato condizionato per due imputati di favoreggiamento (Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano) e poi una raffica di richieste di ammissione di mezzi di prova, soprattutto da parte del collegio difensivo. Si è consumata così, in sei ore, la prima udienza del processo dinanzi alla Corte di Assise di Taranto. E dalla prossima udienza, fissata per martedì 17 gennaio, si entrerà già nel vivo con l’audizione di tre testimoni: Stefania De Luca e Angela Cimino, due amiche di Sarah e Sabrina, e Ivano Russo, l’amico comune del quale le due cugine si erano invaghite. Gelosia di Sabrina per Sarah che sarebbe diventata una «ossessione», come ha indicato uno dei pubblici ministeri, Mariano Buccoliero, tanto da portare la 23enne ad eliminare la cugina. La prima parte dell’udienza, durata due ore e mezza circa, ha visto impegnata la Corte nel regolamentare la kermesse mediatica che circonda il processo, con decine di giornalisti impegnati a seguire le fasi del dibattimento; anche la zona dell’aula riservata al pubblico è andata mano a mano riempiendosi. I primi ad arrivare sono stati i genitori di Sarah, Giacomo Scazzi e Concetta Serrano, e il loro figlio Claudio. Neppure una parola, nonostante la ressa di fotografi e telecamere, anche se più tardi mamma Concetta concederà qualche battuta ai giornalisti in una lunga pausa del processo. La seconda parte dell’udienza, altre tre ore, è stata riempita dalle richieste delle parti circa l’ammissione dei mezzi di prova. «L’innocenza di Cosima e Sabrina – ha detto il pm Buccoliero rivolgendosi alla Corte – passa dalla colpevolezza di Michele. Se al termine la Corte dovesse dire che le due donne sono innocenti, contestualmente dovrà ritenere Michele responsabile. Non c’è scampo. Questo processo non deve lasciare adito a dubbi». La Procura ha presentato un’istruttoria integrativa su alcune utenze telefoniche di Cosima, Sabrina e Sarah, il collegio difensivo ha replicato chiedendo l’acquisizione di decine di lettere scritte da Michele Misseri a moglie e figlia, di tutte le dichiarazioni rese agli inquirenti dall’agricoltore di Avetrana e soprattutto la trascrizione integrale di tutte le intercettazioni ambientali e telefoniche dell’inchiesta.Una richiesta che, se venisse accolta dalla Corte, farebbe slittare di mesi il processo. In aula c’erano tutti i principali imputati: Cosima, con il suo sguardo quasi impenetrabile, e Sabrina, spesso in lacrime, entrambe dietro le sbarre; Michele Misseri, a pochi metri di distanza ma libero, che seduto su una sedia cercava inutilmente lo sguardo dei famigliari.
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