mercoledì 1 giugno 2022
Pressing sulla Vigilanza Rai: commissioni un sondaggio per capire cosa pensa veramente il pubblico
Pace proibita, Santoro: ora basta col punto di vista unico sulla guerra
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Il pacifismo chiama, la politica risponde e, seppur in piccola parte, qualcosa si muove. A una settimana dall’appello per il pluralismo nel servizio pubblico di informazione sul conflitto in Ucraina – lanciato dal "movimento" Pace proibita e sottoscritto anche dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio – alcuni parlamentari hanno raccolto le istanze delle personalità (artisti, giornalisti e intellettuali) riunite da Michele Santoro nel tentativo di far emergere la posizione di chi è contrario a un’escalation militare. E non si tratta di una risposta meramente formale, perché l’intenzione del gruppo di politici guidato da Maria Laura Paxia (ex 5 stelle, ora nel Misto), è quella di lavorare a una risoluzione da presentare in commissione di Vigilanza Rai. L’obiettivo è fare pressione sull’azienda perché venga commissionato un sondaggio indipendente sulla soddisfazione degli italiani per il servizio offerto in merito alla narrazione della guerra e sul rispetto delle posizioni minoritarie. Una delle richieste che appunto compariva nell’appello della galassia pacifista.
Non è una proposta peregrina, anche perché, a differenza delle tv private, la Rai si sostiene per due terzi del proprio bilancio proprio grazie al canone, quindi con il denaro versato da quei cittadini ai quali si vorrebbe chiedere un giudizio. Ma va inoltre ricordato, come fatto dall’economista Gianni Dragoni, che anche la Bbc, il corrispettivo britannico della nostra Rai, ha presentato assieme all’ultimo bilancio il risultato di un’indagine sui suoi telespettattori. Quello che è emerso, ha spiegato Dragoni, è che «l’80 per cento degli adulti inglesi ritiene il servizio della Bbc efficace». Si capisce, quindi, che «in quell’azienda si preoccupano di sapere cosa pensa il proprio pubblico e non contano solo i partiti».

«È evidente che questo movimento pacifista soffocato sta facendo sentire la sua voce – ha fatto notare Santoro –. Perché una richiesta così elementare quale quella di un sondaggio sulla soddisfazione per la Rai non viene presa in considerazione? Per la prima volta nel servizio pubblico non c’è un’informazione omogenea, non c’è più un tg che raccolga lo spirito critico del pacifismo. Tra l’altro non è solo una questione che riguarda i cittadini e i politici che gestiscono la Rai, perché anche il mercato considera inadeguata la programmazione, visto che le entrate della pubblicità sono irrisorie». Di un vuoto nella rappresentanza politica ha parlato invece Paxia: «In vari sondaggi molti italiani si sono espressi contro l’invio di armi all’Ucraina.

In Parlamento, però, questi cittadini non sono rappresentati. Solo 25 parlamentari si sono schierati contro gli aiuti militari. Dall’altro lato c’è il problema della rappresentazione della guerra sui canali pubblici, una rappresentazione a senso unico e questo perché chi ha idee in dissenso con il governo in Rai non trova spazio».
Assieme a Paxia, hanno appoggiato l’iniziativa di una risoluzione diversi altri parlamentari, tra i quali il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra (Misto) e alcuni esponenti di Europa verde e di Alternativa. «L’informazione deve essere critica, incalzante rispetto al potere e non asservita – ha ricordato Morra –. Deve promuovere una democrazia della conoscenza trasparente. Quella forza politica che doveva scardinare un sistema lottizzato – ha aggiunto parlando dei suoi ex compagni del M5s – ha essa stessa lottizzato la Rai, noi dovevamo liberare la Rai e invece l’abbiamo occupata».


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