giovedì 29 maggio 2025
Sullo sfondo la moral suasion di Mattarella, in virtù del Trattato del Quirinale firmato da Draghi, e del neo cancelliere tedesco Merz. Prosegue l'azione diplomatica della premier, oggi in Uzbekistan
Emmanuel Macron e Giorgia Meloni

Emmanuel Macron e Giorgia Meloni - ANSA

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Disgelo Fra Palazzo Chigi e l’Eliseo. Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron dopo le divergenze e una sostanziale interruzione delle comunicazioni, hanno ripreso i contatti e hanno stabilito che si vedranno martedì. Un primo contatto e l'idea di un bilaterale sono scaturiti da un breve colloquio fra i due al funerale di Papa Francesco, e in poche settimana ha preso corpo. La sede è Roma, concordata dai due leader perché l'ultima volta era stato il francese a ricevere la premier italiana a Parigi. Il faccia a faccia arriva dopo mesi di frizioni e dovrebbe concentrarsi soprattutto sulla ricerca di una posizione comune europea nella trattativa con gli Stati Uniti sui dazi, e sulla complicata soluzione della crisi ucraina, ossia proprio i temi che avevano segnato palese divergenza.

Sullo sfondo si intravede la moral suasion del Quirinale, che si dispiega sull’asse Roma-Parigi con una specificità tutta sua in ragione del Trattato del Quirinale, pienamente vigente, firmato nel 2021 da Draghi presidente del Consiglio dopo lunga trattativa e alti e bassi nei negoziati da parte dei predecessori. Non inganni la dicitura, il Colle non ha alcuna competenza specifica, si chiama così solo perché l’accordo fu firmato sotto l’egida e nella sede della Presidenza della Repubblica, ma vincola i due esecutivi a una sorta di patto di consultazione permanente oltre a favorire scambi di natura culturale e intese di carattere economico/commerciale. Tuttavia in materia di Trattati internazionali la eccezionale durata del mandato presidenziale, conferisce al capo dello Stato il ruolo di garante. oltre i cambi di governo, al di là della diversa natura e coloritura politica. Mattarella ha dovuto dispiegare il suo impegno in maniera anche più incisiva nella lunga fase preparatori dell’intesa Roma-Parigi. Si ricorderà in particolare la vera e propria crisi diplomatica seguita alla partecipazione di Luigi Di Maio (vicepremier e ministro degli Esteri) e Alessandro Di Battista a sostegno della protesta anti-governativa dei Gilet gialli nel pieno dell’esperienza giallo-verde del governo Conte. In quel caso fu proprio una visita di Mattarella a Parigi a segnare il disgelo

Qui invece la ripresa del dialogo è avvenuta in maniera più soft, senza rotture ufficiali e quindi senza bisogno di sancire rappacificazioni. La notizia del bilaterale è arrivata ieri sera da fonti di Palazzo Chigi mentre Meloni, da poco atterrata a Samarcanda, si godeva lo spettacolo dei giochi di luce sulle madrase di piazza Registan, nel cuore della città uzbeka. La rete diplomatica di Giorgia Meloni segna oggi una tappa significativa considerando l’Uzbekistan «un partner molto, molto importante», ha detto la nostra premier, rivolgendosi al presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev nel corso delle dichiarazioni aperte alla stampa, a Samarcanda.

Tornando alla visita di Macron di martedì i principali temi dell'agenda bilaterale, europea e internazionale, fanno sapere da Palazzo Chigi, saranno al centro del colloquio fra la leader italiana e il capo di Stato francese, anche lui impegnato nei giorni scorsi in una missione in Asia, tra Vietnam e Indonesia. Le tensioni fra Roma e Parigi nascevano per i diversi approcci con l'Amministrazione Trump, nonché sui diversi approcci per affrontare la crisi ucraina. A Tirana, un paio di settimane fa, dopo la riunione dei Volenterosi senza di lei, Meloni aveva preso ancora una volta le distanze dall'idea di inviare truppe in Ucraina, suscitando l'irritazione di Macron che aveva parlato di «false informazioni» aggiungendo che «ce ne sono a sufficienza di quelle russe»

Un ruolo di mediatore è stato svolto anche dal neo-cancelliere tedesco Friedrich Merz. Già l'estate scorsa Meloni e Macron siglarono una sorta di tregua olimpica con un incontro a Versailles, a margine dei Giochi di Parigi, dopo mesi di disaccordi a cavallo delle elezioni europee, fino all'apice dello scontro diplomatico al G7 in Puglia sul paragrafo delle conclusioni dedicato all'aborto. Frizioni che hanno rallentato anche l'attuazione del Trattato del Quirinale. Ora questo nuovo incontro per cercare di ridurre le distanze in vista anche di appuntamenti cruciali, come il G7 in Canada di metà giugno, il Consiglio Ue in programma tra un mese, potrebbe trasformare i differenti ruoli e visioni in posizioni complementari, nel quadro di una strategia comune da ritrovare, su dazi, Ucraina e anche su Gaza. Meloni ha in agenda anche la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina il 10-11 luglio a Roma. E la speranza condivisa da Roma e Parigi è che nel frattempo si avvicini una pace tra Kiev e Mosca e in Medio Oriente, oltre che quella commerciale fra Usa e Ue.

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