venerdì 22 marzo 2024
L'organo dell'animale geneticamente modificato ha iniziato a produrre urina poco dopo l'intervento e il paziente potrebbe essere dimesso presto. Si apre così una speranza per migliaia di persone
L'intervento è stato eseguito al Massachusetts General Hospital di Boston

L'intervento è stato eseguito al Massachusetts General Hospital di Boston - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Una nuova, potenziale speranza di cura arriva per centinaia di migliaia di malati in lista di attesa per ricevere un trapianto d’organo. Negli Stati Uniti è stato infatti effettuato il primo trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato su un paziente in vita. Non è la prima volta che si punta agli organi di maiale, con l’obiettivo di poter utilizzare, in un futuro si spera prossimo, organi facilmente reperibili a fronte della scarsità di organi umani da trapiantare.

Chirurghi di Boston hanno trapiantato il rene da un maiale geneticamente modificato in un uomo di 62 anni, affetto da una malattia renale terminale. Si tratta della prima procedura di questo genere: altri tentativi erano stati infatti compiuti in passato ma su pazienti in morte celebrale. Secondo il New York Times, i segnali finora sono promettenti: l’organo ha iniziato a produrre urina poco dopo l’intervento e le condizioni del paziente continuano a migliorare, riferisce il Massachusetts General Hospital. «La nostra speranza è che questo approccio al trapianto offra un’ancora di salvezza a milioni di pazienti in tutto il mondo che soffrono di insufficienza renale», ha affermato il dottor Tatsuo Kawai, un membro del team. L’ospedale ha riferito che il paziente, Richard Slayman di Weymouth, Massachusetts, «si sta riprendendo bene e dovrebbe essere dimesso presto».

Slayman, che soffre di diabete di tipo 2 e ipertensione, aveva ricevuto un trapianto di rene umano nel 2018 ma cinque anni dopo ha iniziato ad avere problemi. Slayman ha detto di aver accettato il trapianto «non solo come un modo per aiutarmi, ma per dare speranza alle migliaia di persone che hanno bisogno di un trapianto per sopravvivere». Lo xenotrapianto di Boston, commenta Giuseppe Feltrin, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt), «può aprire una frontiera, e in questo momento non è l’unica perché la ricerca scientifica nel campo dei trapianti sta andando velocissima, lo abbiamo dimostrato anche in Italia con il grande sviluppo della donazione a cuore fermo. L’orizzonte comune è quello di rendere la terapia del trapianto accessibile a tutti. Quello che non va dimenticato è che questa è una speranza per il futuro, mentre l’oggi di circa 8mila pazienti italiani in attesa di trapianto è ancora legato alla donazione umana: abbiamo ancora bisogno di dire sì alla donazione».

Sono passati 24 anni da quando Thomas Starzl, il medico statunitense pioniere dei trapianto di fegato, indicava nello xenotrapianto, ovvero il trapianto di organi da animale a uomo, la frontiera per risolvere il problema della scarsità di organi. E il candidato ideale per lo xenotrapianto era, affermava Starzl, proprio il maiale geneticamente modificato. Il primo tentativo avvenne nel 2021: un rene di maiale venne trapiantato ad una donna tenuta in vita artificialmente. La procedura fu effettuata a New York e venne utilizzato un maiale con geni modificati per evitare un rigetto. Nel 2022, a Baltimora fu eseguito il primo trapianto di un cuore di un maiale modificato su un uomo. Si chiamava David Bennett Sr, 57 anni, ma sopravvisse solo due mesi. Lo scorso anno, sempre negli Usa, un secondo trapianto di cuore di maiale ha riguardato un uomo di 58 anni: il paziente è deceduto dopo sei settimane. Tra gli ostacoli maggiori c’è il rigetto dell’organo, la vera sfida per una grande svolta.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: