martedì 23 aprile 2024
Il bassista dei Pooh confida sogni, amori, sfide di una vita avventurosa. La morte? «Già sfiorata tre volte». E la noia, dice, non esiste: «Tra le tournée, dipingo quadri e presto uscirà il mio libro»
Red Canzian: «La forza della vita? L'ho imparata da mio padre minatore»
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«La mia fortuna? Essere nato tanto povero da crescere in una magnifica villa veneta del Settecento». Ama i paradossi, Red Canzian, uno dei quattro storici Pooh, il complesso più amato e longevo della musica pop-rock italiana. O forse i paradossi lo hanno spesso aspettato al varco, tra continue cadute e straordinarie risalite. «Sono nato a Quinto di Treviso nella grande villa che era stata data alla popolazione più povera del paese, di cui ero nobile esponente – ironizza –. Avevamo due stanze: la cucina in cui si viveva, e una camera dove si dormiva e si nasceva. Sono nato lì nel 1951 con l’aiuto di una levatrice».

A undici chilometri da quella villa impressa nella sua memoria, c’è la villa del Seicento che ha acquistato tanti anni dopo, nella campagna veneta. Al nostro arrivo la cancellata si apre come un sipario... Tra sorrisi e commozione, il musicista racconta la sua infanzia, la scoperta dei primi jukebox in spiaggia con la voce di Elvis Presley, la prima chitarra pagata a rate, poi il sogno che si realizza: «A 22 anni mi hanno chiamato i Pooh, mia mamma era disperata - racconta - papà invece mi disse “vai, coreghe drio al to sogno”. Poi però mia mamma Caterina in prima fila ai concerti diceva ai vicini “queo el xe me fiòl”. Si è spenta a 98 anni nel 2018, era l’ultima mamma dei Pooh...».

Le canzoni più famose del gruppo raccontano i suoi amori e le sue paure. «Da mio padre ho imparato a sorridere sempre. Per tre volte sono stato in punto di morte ma sono ancora qui! Il mio segreto? Non mi sono mai annoiato».

>> Qui la lunga intervista a Red Canzian

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