domenica 26 febbraio 2017
In un Paese malato di calcio, Grillo dice anzi che a Roma si deve fare un nuovo stadio. In un Paese dove non ci sono soldi (dicono) per riparare le scuole, per dotare le città di trasporti pubblici
Quando Grillo «odiava» il calcio
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«C’era una volta il calcio, uno degli sport più belli del mondo. Oggi è diventato una fogna puzzolente. (…) Il calcio ha cominciato a imputridire quando da sport è diventato industria. (…) È ora di prendere a calci chi ha preso a calci il calcio». Così scriveva Beppe Grillo il 26 maggio 2006 in un articolo, intitolato 'Il calcio marcio', sulla rivista Internazionale.

Nove anni dopo, il quadro è totalmente cambiato: i giornali scrivevano ieri che «Grillo voleva questo stadio. Ha convocato uno a uno i consiglieri M5S dissidenti e li ha convinti». Ora, insomma, si sono ribaltate le vedute sul calcio marcio e sui miliardi, spesso sporchi, che gli girano intorno. In un Paese malato di calcio malato, Grillo dice anzi che a Roma si deve fare un nuovo stadio. L’ennesimo stadio in un Paese dove non ci sono soldi (dicono) per costruire e riparare le scuole, per dotare le città di trasporti pubblici efficienti ed ecologici, per nuove piste ciclabili, per il risanamento energetico del patrimonio edilizio, per la transizione ecologica verso le energie rinnovabili.

«Il calcio e la televisione – scriveva Grillo – sono gli esempi più eclatanti di come una brutale privatizzazione sia riuscita in pochi decenni a peggiorarne la qualità e ad aumentarne i costi. Peggiori dei folcloristici espropri proletari, gli espropri borghesi di beni pubblici hanno portato al loro degrado perché ne hanno stravolto la funzione. (…) La funzione principale del calcio è diventata quella di arricchire decine di migliaia di parassiti e di vendere merci: pasta, automobili, birra, telefonini, bottiglie di plastica piene d’acqua. Questa perversione ha moltiplicato per mille il giro di soldi intorno al pallone, rispetto a quello che sarebbe sufficiente per far giocare le squadre. (…) Le squadre devono smettere di essere società per azioni. Cattive azioni. (…) Devono tornare a essere associazioni sportive senza fini di lucro. (…) È ora di prendere a calci chi ha preso a calci il calcio». Sarà un calcio marcio in uno stadio sano? Un altro dei miracoli promessi da chi sembra vivere 'sulle stelle'?

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