mercoledì 25 febbraio 2009
È caccia all'uomo dopo il brutale omicidio avvenuto ieri sera a Castagnole di Paese. Le vittime Elisabetta Leder, infermiera in una casa di riposo, e la sua piccola. I sospetti concentrati sul marito marocchino della donna, ricercato dalla polizia.
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Una donna di 36 anni e la figlia di appena due sono state trovate uccise ieri sera, nella loro abitazione a Castagnole di Paese (Treviso). Elisabetta Leder e la figlia Arianna sono state uccise con diverse coltellate alla gola. Il duplice omicidio, su cui c'è il massimo riserbo degli investigatori, è avvenuto in uno dei sei appartamenti di un condominio a due piani in via Cal Morganella, in una zona residenziale del paese trevigiano.Le indagini e l'incognita del marito della donna. Al momento non è ancora chiara la dinamica o il possibile movente del duplice omicidio, anche se il Pm di turno, Antonio Miggiano, non esclude la possibilità che all'origine ci sia un raptus. Gli investigatori stanno cercando l'ex convivente della donna e padre della bimba, un marocchino che risulta clandestino in Italia. A carico dell'uomo, però, al momento non ci sarebbe alcun elemento che possa coinvolgerlo nell'assassinio della donna e della piccola. "Non c'è al momento alcun indagato", ha dichiarato il magistrato, precisando che si sta cercando l'uomo, irreperibile, per cercare di fare chiarezza sulla sua posizione.  Il marocchino, secondo quanto si è appreso, era stato espulso nei mesi scorsi dall'Italia, in quanto senza lavoro e senza permesso di soggiorno, ma sarebbe rientrato clandestinamente alcuni giorni fa.La posizione del marito sarebbe aggravata dal particolare che l'auto della donna è scomparsa dal garage dell'abitazione. La polizia ritiene possa essere stata presa dal marocchino per allontanarsi. La vettura, un'utilitaria di cui non è stata resa nota la marca, è ricercata in tutta Italia. La macabra scoperta. I corpi di Elisabetta Leder, infermiera nella casa di riposo "Menegazzi" a Treviso, e di Arianna, sono stati trovati dopo l'intervento delle forze dell'ordine, avvertite dai familiari della donna. L'infermiera, infatti, ieri sera, era attesa per cena a casa della madre, che non vedendola arrivare ha mandato il figlio a cercarla. Il giovane ha visto dall'esterno le luci dell'appartamento e la tv accese, e ha pensato che la sorella si fosse allontanata. Dopo averla attesa inutilmente, però, consultatosi con la madre, ha chiamato i carabinieri. Quando i militari sono intervenuti sfondando la porta, si sono trovati di fronte la mattanza. Da un primo esame medico, sulle mani della donna sono state riscontrate ferite, che fanno ritenere abbia cercato di difendersi.Il dolore dei colleghi e del paese. C'è un'atmosfera irreale stamane nella casa di riposo Menegazzi di Treviso dove lavorava Elisabetta Leder come operatrice socio-sanitaria. Molti degli anziani ospiti dell'istituto hanno chiesto in queste ore di lei, ma nessuno ha avuto il coraggio di raccontare quanto accaduto alla donna e alla figlioletta di quasi due anni. Elisabetta, spiega il presidente della Menegazzi, Fausto Favero, lavorava nella struttura dal '95, seguendo in qualche modo le orme paterne, visto che il genitore aveva fatto l'usciere nell'istituto dal 1972 al 2002. L'Istituto Menegazzi è una struttura articolata in quattro sedi, tutte a Treviso, in cui sono accolti 850 ospiti, 650 dei quali non autosufficienti, accuditi da 600 tra dipendenti e collaboratori. "La signora Leder era molto amata dai pazienti, che con lei si trovavano molto bene - sottolinea Favero - e che avevano conosciuto anche la figlioletta, una bambina deliziosa". Favero testimonia lo stesso sentimento di incredulità per l'accaduto riferito da chi conosceva la donna. "Non riesco a capire - dice - non so come si possa infierire in questo modo anche nei confronti di una bimba così piccola". Fa fatica a trovare le parole anche don Gino Busato, il parroco di Castagnole di Paese. "Sono molto colpito da questa strage - afferma - nessuno avrebbe mai potuto aspettarsi tanta violenza".
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