venerdì 26 ottobre 2018
È un cittadino del Ghana di 32 anni, si nascondeva in una baracca. Per tutti l'ipotesi è di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario
Il luogo dove è stato rinvenuto il corpo della ragazza

Il luogo dove è stato rinvenuto il corpo della ragazza

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Prosegue la caccia agli assassini di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata morta nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana in un palazzo abbandonato in via dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo a Roma. Gli agenti della Squadra mobile capitolina dopo aver fermato mercoledì notte due persone ritenute responsabili del delitto, giovedì mattina hanno portato negli uffici della questura un terzo uomo, Chima Alinno, nigeriano di 46 anni, condotto più tardi nel carcere di Regina Coeli.

Nella giornata di venerdì è stato rintracciato il quarto uomo sospettato. Si tratta di un ghanese di 32 anni, Yusif Salia. L'arresto è avvenuto nell'ex pista del Cara di Borgo Mezzanone a una decina di chilometri da Foggia, dove l'uomo si nascondeva in una baracca. L'uomo, che si era tagliato i capelli per non farsi riconoscere, è stato trovato in possesso di 11 kg di marijuana, 194 grammi di hashish, 122 grammi di resina e 4 dosi di metadone. Oltre cento gli agenti impegnati nell'operazione. Yusif Salia è stato portato in questura a Foggia per essere interrogato. L'uomo è in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciato dalla questura di Napoli il 15 dicembre 2012 ma scaduto l'11 gennaio 2014. Il 27 marzo scorso era stato accompagnato dal personale del Commissariato di San Lorenzo all'ufficio immigrazione della questura di Roma per l'identificazione e invitato a presentarsi in questura a Napoli per regolarizzare la posizione.


Per tutti, l'accusa ipotizzata è di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario. Gli investigatori ritengono che dagli interrogatori di Mamadou Gara, 27 anni e Brian Minth di 43, entrambi senegalesi, trovati con documenti di soggiorno irregolari, possano emergere ulteriori elementi utili alle indagini, così come è stato con altri dieci testimoni sentiti nei giorni scorsi dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal Pm Stefano Pizza.

I tre uomini fermati hanno tutti precedenti per spaccio. Mamadou Gara aveva ricevuto un anno fa un provvedimento di espulsione, ma si era reso irreperibile.

Non è ancora del tutto chiara la dinamica del delitto ma sembra che Desirée, prima di essere abusata più volte e da più persone, fosse in stato di incoscienza a causa di un micidiale miscuglio di sostanze stupefacenti vendutegli da pusher della zona, forse gli stessi che l'hanno poi violentata. «Il provvedimento di fermo si basa su gravi indizi di reità e dovrà essere sottoposto a convalida del gip, le indagini continuano» ha precisato il capo della Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo, parlando dei due senegalesi fermati.

Sembra che la ragazza si fosse allontanata da casa dopo un litigio con i parenti. La sua presenza nell'edificio-cantiere dove è stato rinvenuto il cadavere sarebbe dovuta, secondo alcuni testimoni, al tentativo di recuperare lo smartphone che le era stato rubato nella vicina piazza dell'Immacolata. In base a una prima ricostruzione dei fatti, Desirée sarebbe stata soffocata con una mano messa sulla bocca da uno dei suoi aggressori per impedirle di urlare durante lo stupro. Si attende comunque l'esito dell'esame tossicologico anche per sapere se la giovane è morta a causa di una overdose.

La 16enne, che le amiche definiscono timidissima e dal carattere chiuso, dopo la separazione dei genitori era stata affidata alla nonna alla quale, con una telefonata, aveva detto di essere rimasta a dormire a Roma da un'amica. Una donna che avrebbe incontrato Desirée la notte del delitto nel palazzo abbandonato di San Lorenzo ha rivelato che la ragazza lì andava spesso. «Ma quella sera era da sola - ha detto - e mi ha chiesto di fumare ma non stava bene e quindi le ho detto di no. Poi - aggiunge la testimone - è arrivato quel nero e le ha detto "vieni con me", e dopo ne è arrivato un altro: quando sono tornata la giovane era già a terra, qualcuno voleva chiamare il pronto soccorso ma nessuno lo ha fatto, io non ho chiamato perché non avevo il cellulare».

Sulla tragedia della povera 16enne si agita anche la politica. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini promette: "Farò di tutto perché
i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia". Il ministro invoca anche "la castrazione chimica per gli stupratori".

Sul caso è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte: "Sono vicino - ha detto - ai genitori di Desirée per questa tragedia: sono un padre anche io, non oso immaginare cosa si possa provare a perdere in questo modo una figlia. Lo dico come autorità di
Governo, non possiamo tollerare che all'interno del tessuto urbano si creino degli spazi, dei luoghi, sospesi dalle regole
giuridiche".

E stasera a San Lorenzo è stata organizzata una fiaccolata in memoria di Desirée, mentre in mattinata nelle strade del quartiere son entrate in azione delle ronde. "Ci occupiamo - spiega uno dei componenti - di difendere gli abitanti del quartiere e lo facciamo da 5/6 anni". La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino in concomitanza con i funerali della ragazza.

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