martedì 20 luglio 2010
Eleonora Chiavarelli aveva 94 anni. I funerali si sono svolti oggi a Torrita Tiberina (Roma), il paese dove è sepolto il leader democristiano. La donna riposerà accanto al marito. Il cordoglio del presidente Napolitano e delle istituzioni.
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Riservatezza. Discrezione E insieme profonda distinzione tra l’intensa vita familiare con la moglie Eleonora e i quattro figli e quella altrettanto intensa del leader del partito, del segretario della Dc che prefigurava una "terza fase" per il nostro sistema politico tutta da costruire, del presidente del Consiglio, Aldo Moro non "gradito" agli americani per la sua politica aperturista. Ma le strategie e i progetti si fermavano sempre sulle soglia della sua abitazione. «Da noi non viene mai nessun politico», ha ricordato la figlia Agnese in un libro di alcuni anni fa. E fino alla tragedia dei 55 giorni segnati dal rapimento di Moro, dalla sua crudele prigionia, dall’inefficienza dello Stato per arrivare alla sua liberazione, e poi dall’assassinio dello statista in quel 9 maggio 1978, riservatezza, discrezione caratterizzavano - con l’esclusione di alcune cerimonie ufficiali - la vita politica, sociale e anche ecclesiale di Eleonora Chiavarelli, che Moro aveva conosciuto durante il loro impegno comune nell’Azione cattolica e che aveva sposato nel 1945,  ricorrendo anche ad una "bugia" giuridica. La signora Eleonora è morta a 94 anni. Portando con sé in tutti questi anni il ricordo ininterrotto di questa tragedia «Più che la morte di mio marito, mi ferisce il fatto che sia morto un innocente a causa delle perverse mire di quattro stupidi mascalzoni. Se fossero stati intelligenti avrebbero capito che al potere non si arriva mai attraverso il delitto…», aveva dichiarato due anni fa in un’intervista al quotidiano "La Stampa". Ma alle Brigate rosse interessava una strategia eversiva che nulla aveva a che fare con la «stupidità» e molto con giochi politici vari. Alla Commissione parlamentare d’inchiesta la signora Moro aveva anche rivelato che, nonostante il suo estremo riserbo, il marito l’aveva resa partecipe di aver ricevuto, in occasione di un suo viaggio negli Stati Uniti, inviti minacciosi a desistere dalla sua linea politica. La storia politica di quei tragici giorni, è ancora in gran parte da esplorare. Restano in questa vicenda le dure accuse di Moro agli esponenti democristiani - condivise dalla signora Eleonora - di non aver fatto nulla per salvare, secondo le stesse indicazioni fornite dallo statista, la vita del marito. Una ferita che non si è rimarginata e che ha portato alla rottura con i dirigenti del partito (a cominciare da Zaccagnini) con la sola eccezione di Fanfani, unico ammesso a casa Moro. Resta l’accorata lettera di Paolo VI agli «uomini delle brigate Rosse» perché liberassero «senza condizioni» lo statista e la non partecipazione della famiglia ai funerali di Stato. La signora avrebbe preso parte invece a quelli degli uomini della scorta trucidati il 16 marzo ( e con le famiglie di questi servitori dello Stato avrebbe mantenuto contatti). Restano, tra le 88 lettere spedite da Moro durante la prigionia, quelle alla «sua dolcissima e adorata Noretta» in un dialogo non solo personale che ieri la morte della signora ha interrotto. «Credo di essere giunto all’estremo delle mie possibilità e di essere sul punto, salvo un miracolo, di chiudere questa mia esperienza umana.- si legge in una di queste - Gli ultimi tentativi per i quali mi ero ripromesso di scriverti, sono falliti. Il rincrudimento della repressione, del tutto inutile, ha appesantito la situazione. Non sembra ci sia via d’uscita. Mi resta misterioso, perché è stata scelta questa strada rovinosa, che condanna me e priva di un punto di riferimento e di equilibrio. Già ora si vede che vuol dire non avere persona capace di riflettere. Questo dico, senza polemica, come semplice riflessione storica… Non mi so immaginare onorato da chi mi ha condannato… Ma fa’ tu con spirito cristiano e senso di opportunità. Tu curati, e cerca di essere più tranquilla che puoi. Ci rivedremo. Ci ritroveremo. Ci riameremo…. Ricordati che tu sei stata, la cosa più importante della mia vita».
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