martedì 30 marzo 2021
La 20enne uccisa dalla droga a Roma, arrestato lo spacciatore. La breve esistenza di una ragazza sensibile e intelligente a cui mancò troppo presto il padre che salvò il mondo dalla Sars dando la vita
Maddalena Urbani stringe la mano a suo padre Carlo in mezzo alle risaie vietnamite

Maddalena Urbani stringe la mano a suo padre Carlo in mezzo alle risaie vietnamite - Per gentile concessione della famiglia

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I problemi del mondo erano problemi suoi. Viveva così, Carlo Urbani, l’infettivologo che nel 2003 in un ospedale del Vietnam isolò la Sars, impedendo allora che il coronavirus diventasse pandemia, ma perdendo la vita.

“In quei problemi crescerò i miei figli sperando vederli consapevoli dei grandi orizzonti che li circondano”, aveva scritto al fratello nel 2000, portando la famiglia a vivere con sé in Estremo Oriente, “e magari vederli crescere inseguendo sogni apparentemente irraggiungibili, come ho fatto io”.

Allora Maddalena, la più piccola, aveva 40 giorni di vita. Il suo “sogno apparentemente irraggiungibile” si è però infranto sabato pomeriggio a soli 20 anni, tramutato nel peggiore degli incubi. “Morta di overdose la figlia del medico eroe”, hanno urlato i titoloni on line della domenica (quando la dolorosa notizia è evasa dal cordone di pudore con cui dal giorno prima gli amici avevano taciuto per rispetto).

Si voleva rimarcava così il contrasto feroce: da una parte la figura luminosa di quel padre osannato in tutto il mondo, dall’altra quella figlia “trovata morta nella casa di un siriano di 62 anni ai domiciliari per spaccio, alla periferia nord di Roma. L’uomo è stato arrestato”… I contrasti fanno notizia, è vero, ma come una pressa spianano le pieghe della vita reale, calpestano le intimità e i sentimenti, e così in fondo mentono.

È vero, Maddalena, che odiava si parlasse di sé anche quando era solo “la figlia del medico eroe”, a 20 anni ha incontrato l’orco, che non è solo lo spacciatore da lei raggiunto a Roma, in piena zona rossa, da Perugia dove abitava da anni, ma l’irrequietezza che si portava dentro da quando suo papà, all’improvviso, era diventato un vuoto incolmabile. Restano montagne di foto che raccontano il prima, quando la sua vita e quella dei fratelli era una trama fantastica, di quelle che di solito i bambini rubano alle fiabe o ai romanzi d’avventura.

“Ho portato Luca e Maddalena per quattro giorni tra le minoranze etniche – scrive Urbani all’amica suor Anna Maria nel maggio del 2002 da Hanoi –, godevo al vedere i miei figli dentro capanne affumicate, a curiosare tra il nulla che costituisce la vita dei poveri”. E in quelle foto Maddalena gioca con i figli dei più umili al mondo, sorride tra le braccia sicure di suo padre, impara ad amare quei “grandi orizzonti” che lui vuole farle scoprire.

“Maddalena è la nostra sorpresa”, rivela orgoglioso e divertito Urbani, “da un anno la mandiamo in un asilo vietnamita, con stupore di molti nostri amici che pagano fior di quattrini per mandare i loro figli nell’asilo degli stranieri. La conseguenza però è che non ne vuole sapere di parlare italiano! Pensa che a volte abbiamo bisogno dell’interprete per sapere che cosa ci vuole dire! Ma è proprio buffa e carina, ed ovviamente gode di affetti privilegiati da parte di tutti noi”.

Anche Luca, che allora ha 7 anni, e Tommaso, 14, crescono così, apprendendo dall’esempio, non da prediche paterne.

È un rivoluzionario, Carlo Urbani, un ribelle, un funzionario Oms che diserta il ricevimento lussuoso per portare il suo pranzo all’autista che, come gli altri, attende fuori in macchina e mangiare con lui. È il medico che a Oslo, dove si reca a ritirare il Nobel per la Pace come presidente di Medici senza Frontiere Italia, apre lo smoking e mostra all’improvviso un appello per Grozny.

E Maddalena tra i suoi figli è quella che gli assomiglia di più, senza mezze misure, irrequieta, soprattutto ribelle come lui.

Il mondo che stava stretto a suo padre sta stretto anche a lei, ancor più quando all’improvviso Carlo Urbani, che ha fermato il virus salvando il mondo, deve però soccombergli e auto isolarsi in terapia intensiva a Bangkok.

“Scappa in Italia con i bambini”, chiede alla moglie Giuliana, ma lei resta e sull’aereo salgono, da soli, i tre piccoli, destinazione il paesino nelle Marche da cui questa storia era partita. Carlo sta per morire, chiede un confessore, in piena Bangkok gli trovano un missionario italiano, padre Urbani, stesso cognome, non si erano mai visti… Carlo non respira, può solo annuire o dire no con gli occhi, ma alla fine raccoglie tutto il fiato per emettere gli ultimi tre suoni della sua breve vita: “I miei figli”. Sono la sua ultima e più forte supplica, soprattutto Maddalena, così piccola e fragile crescerà senza papà.

Maddalena Urbani in una foto grafia di due anni fa

Maddalena Urbani in una foto grafia di due anni fa - ANSA/UFFICIO STAMPA ASSOCIAZIONE ITALIANA CARLO URBANI

Maddalena che intanto è già a Castelplanio (Ancona), sbalzata fuori dalla favola bella e dai grandi orizzonti, ma subito fagocitata dai media di tutto il mondo che vogliono raccontare la loro storia, di quel “medico eroe” che lei rifiuta perché le ha rubato il papà. Di un eroe non sa che farsene, rivuole le sue calde braccia. Sensibile, intelligente, curiosa, non sa più dove rivolgere i suoi talenti e va a sbattere contro se stessa. La ricordiamo, bambina di 3 anni, scalciare contro la tomba che imprigiona papà. La ricordiamo a 4 anni cantare tra Luca e Tommaso “siam tre piccoli fratellin, mai nessun ci dividerà” e oggi suona beffardo. La ricordiamo a 13 anni, nelle sontuose Grotte di Frasassi (Ancona), mentre il pubblico assiepato assiste in un silenzio sospeso, puntare con la pila il raggio di luce sulla stalattite più grande, dedicandola a suo padre nel decennale della sua scomparsa.

Mentre scriviamo è il 29 marzo, 18esimo anniversario della morte di Carlo Urbani. Maddalena da 48 ore è con lui, adesso quieta. Luca è a Roma, deve riconoscere la salma. Tommaso in missione per Medici senza Frontiere, fino a mercoledì niente aerei perché si vota, così funziona in Africa...

Domani un referto di medicina legale dirà quale droga ha ucciso Maddy, ma non dirà tutto il resto, neanche che da pochi giorni aveva deciso di riprendere gli studi e, dopo tanti mesi di lontananza, aveva promesso a Luca di tornare in famiglia il 2 aprile, per la laurea del fratello.

Ma prima è arrivata quella fuga a Roma finita male, forse una dose mal tagliata, un maledetto inciampo, o forse, come dice Luca, il pertugio in cui Maddalena si è infilata per morire bella, nel momento in cui la sua vita sbagliata aveva ritrovato una voglia di riscatto. Tra le tante foto della bimba in piroga sul Mekong o nella foresta pluviale, tra i templi buddisti o nelle capanne indigene, la più attuale la ritrae mentre con suo padre camminano insieme tra le risaie del Vietnam. Illuminati dal sole, si tengono per mano.

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